Io ti prendo, come mia sposa

Matrimonio tra Isabel Snow e Arthur Waters

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    Semi ambientata un'ora dopo mezzodì.


    Continua da qui...

    I due innamorati erano arrivati davanti alla porta di Ser Ygon Snow, il celebrante che avevano scelto per celebrare le loro nozze.
    Non avendolo ancora trovato avevano deciso di ritentare dopo qualche ora e, nel frattempo, erano tornati nelle loro stanze per prepararsi.
    Non avevano tempo da perdere, però un matrimonio era abbastanza importante da doversi mettere un attimo più in ghingheri.
    Il valyriano aveva optato per un paio di pantaloni in pelle ed una blusa celeste pastello sotto ad un mantello viola con cui avrebbe adornato le spalle della sua sposa una volta diventata sua moglie.
    Infine il giovane si era adornato con la spilla dei Buckwell, simbolo della sua fedeltà al Primo Cavaliere e alla sua famiglia.

    Dopodiché scribacchiò su una pergamena un messaggio per Eldridge, il testimone scelto da Isabel.

    CITAZIONE
    Eldridge, ti prego di venire al più presto dinnanzi all'Albero del Cuore.
    Ti aspettiamo.
    Arthur Waters.

    Diede disposizioni ad una serva di farlo recapitare nelle stanze del Langward, poi raggiunse il Parco degli Dei in attesa del Cavaliere del Nord e della sua promessa sposa.

    178 parole
    Marwel Azama__
    eccovi qui. Si parte!
     
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    Ognuno nella propria stanza per prepararsi alle nozze. Non le aveva immaginate mai in quella maniera, con quella fretta e senza sua cugina ad aiutarla a vestirsi.
    Non avrebbe incontrato i suoi occhi nella folla di invitati, ne quelli di sua madre. Sarebbero stati presenti in tre, nessun altro.
    Si specchiò e ciò che vide riflesso nello specchio quasi non le piacque.
    Nessuno si sposa di nero, eppure lasciar cadere a terra quell'abito di lutto non fu affatto semplice per lei. Si sentiva come se si volesse spogliare della morte e lo trovava un gesto quasi sacrilego.
    Eppure cercò di pensare solo al fatto che di li a poco sarebbe stata sposata al suo Arthur e di certo non poteva presentarsi triste e amareggiata.
    Provava una sensazione strana, una gioia mista a dolore che non riusciva a spiegare, senza contare che aveva la nausea e le girava la testa.

    Spero siano i sintomi di una gravidanza disse, mentre si portava una mano davanti alla bocca.

    Si sciacquò il viso e sciolse i capelli, spazzolandoli finchè non li sentì morbidi tra le dita, poi tentò di guardarsi di nuovo allo specchio e riuscì a scorgere un bagliore di felicità nei suoi occhi.
    L'abito verde, semplice le cadeva a pennello e il mantello un po' più scuro le copriva bene le spalle. Quel colore aveva la capacità di far risaltare ancora di più il rame dei suoi lunghi capelli e le iridi del colore delle foglie.
    Fece un profondo respiro, poi si sedette alla scrivania, prese piuma, calamaio e pergamena e cominciò a scrivere:

    A Sir Ygon Snow

    Mi chiamo Isabel Snow, sono la figlia di Lady Maege Mormont e vi mando questo messaggio affinchè possiate essermi di aiuto.
    Vi chiedo un favore enorme, ma spero che mi accontenterete. Io e Arthur Waters avremmo voglia e necessità di sposarci e vorremmo farlo immediatamente.
    So che può sembrare assurdo, ma il tempo non ci è amico ed è l'unica possibilità che abbiamo.
    Spero che ci concediate la vostra presenza davanti all'Albero Cuore, noi vi aspetteremo li e ve ne saremo eternamente grati.

    Isabel Snow.



    Chiuse la lettera e incaricò una servitrice di trovare velocemente Sir Ygon e di consegnargli il messaggio, dopodiché si diresse nel giardino dove si trovava l'Albero Cuore, ancora mostruosamente rovinato dalle mani dei fanatici.
    Era strano: si sarebbe sposata proprio nel punto esatto in cui aveva preso coscienza il giorno prima che sua cugina e James erano spariti nel nulla.

    Parole 411
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    Eldridge rientrò in Fortezza accolto dai vari sguardi di chi in quel momento lo incontrò. Non era stata una giornata semplice, soprattutto per qualcuno che non era solito prendersi dei compiti simili. Tutto era filato (bene o male non si sa) fino a quel momento ed Eldridge non poté che sospirare pensando alla grande sfida che oramai si era lasciato alle spalle. Sentiva dappertutto dolori, soprattutto alle gambe che a stento riuscivano a reggere il corpo gracile del ragazzo. La stanchezza del nobile poteva essere nota a tutti, la sua espressione parlava chiaramente e non lasciava spazio ad ulteriori commenti.
    Arrivò, sfinito, di fronte alla porta che divideva Corridoio e Alloggio. La sua mano sfiorò il pomello e nuovamente i pensieri presero il sopravvento.
    Sentì la forte mancanza di colui che lo aveva sempre sostenuto, fin dalla tenera età. Paul, il suo caro Padre. Ciò che sentiva nel profondo del suo cuore era indescrivibile. Il senso di vuoto. Il sentirsi così perso. Il sentirsi così solo in quel momento. Quell'attimo così fragile.
    Paul, la sua voce e le sue risate. Svanite in poche ore. Per sempre. Ne rimane solo l'amaro ricordo, così amaro da rigare il volto, così amaro...
    Una profumata candela. Consumata. Spenta. Ora una lugubre notte d'Autunno, senza luce.
    La mano del ragazzo strinse ancora di più la presa sul pomello in oro mentre i nostalgici ricordi sembravano paralizzarlo sempre di più.
    Si fece forza, il ragazzo dagli occhi stanchi, dalle labbra ora screpolate, secche.

    La stanza era vuota, silenziosa. Lady Quintilla sembrava essere altrove quando in realtà si trovava proprio lì, fisicamente, seduta su una delle quattro poltrone. Il suo sguardo perso sembrava fissare alcune delle scartoffie appoggiate sul piccolo tavolo di fronte a lei.
    Eldridge non volle parlare, non in quel momento ma la Lady, con voce debole, lo invitò a sedersi, consegnandogli una lettera subito dopo.
    Arthur Waters gli aveva scritto. Era tornato... e... cos'altro era successo?
    La negatività del Langward si presentò, puntuale, nell'attimo seguente. Il ragazzo tentennò. Fissò la lettera immaginando cosa potesse aver scritto lo scudiero appena tornato. Non voleva vedersela con altre questioni. Non aveva alternative. Si lasciò andare e iniziò a leggere le prime righe di quella breve missiva. Matrimonio.
    Isabel e Arthur stavano per sposarsi, proprio quel giorno. Eldridge era stato scelto come testimone. Scelto da colei che gli fu accanto in quei momenti difficili, vissuti mano nella mano poco tempo prima.
    L'Albero Cuore lo aspettava. La coppia che tanto amava era lì, ad attenderlo.

    *Parole: 414


    *Non ho scritto che fisicamente vado nel Giardino ma sto andando. Entro in Semi con un Eldridge molto triste, che questo Matrimonio porti gioia
     
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    11 gennaio 286
    primo pomeriggio, poco prima della partenza



    L'amore era amore e andava celebrato in ogni forma, Ser Ygon non si sarebbe sottratto al compito che gli veniva richiesto, eppure...
    Eppure ora che stava dritto come un fusto di fronte all'Albero del Cuore sfregiato da quei fanatici e vandalizzato brutalmente, non riusciva a non pensare che in quel matrimonio celebrato in fretta e furia ci fosse qualcosa di triste in qualche modo. La Snow era illegittima certo, esattamente come lui, ma restava comunque sangue nobile del Nord e avrebbe meritato qualcosa di più di una cerimonia solitaria di fronte ad un Albero del Cuore semidistrutto.
    "Eccoci..."-mormorò più a sé stesso che ad altri nel momento in cui i tre furono finalmente nel Parco degli Dei. La Snow incarnava tutti i colori del Nord, ma stava sposando un valyriano ed era accompagnata da un ragazzo del sud.
    Sospirò. Non poteva regalare alla figlia di Maege Mormont le nozze che avrebbe meritato, ma avrebbe comunque fatto in modo che gli Antichi non venissero offesi dalle celebrazioni di quella giornata.
    "Voi siete il suo accompagnatore, messer Langward?"-pensò di istruirlo brevemente su quel che sarebbe andato ad accadere -"Una volta che avrete accompagnato Lady Isabel fino al cospetto dell'Albero Diga dovrete presentarla con le sue origini nobiliari e decantarne le virtù. Quindi domandate chi viene a prenderla in sposa."
    E la questione non si chiudeva così, perché ora avrebbe dovuto istruire anche lo sposo. Era la seconda Mormont che finiva sposata in quel Parco.
    "A questo punto risponderete voi messer Waters, presentandovi con i vostri tit...con voi stesso." -tagliò corto per evitare ulteriori imbarazzi -"E chiedendo chi accompagna la sposa."
    Lo sguardo tornò nuovamente su Eldridge: "Voi messer Langward risponderete presentando voi stesso di conseguenza."
    Era abbastanza certo che qualcuno avrebbe commesso errori in quella cerimonia; si augurava che i sentimenti dei due ragazzi fossero abbastanza forti da convincere gli Dei a soprassedere.
    Alzò finalmente gli occhi drizzando la schiena e pronunciando gravemente: "Chi si presenta stanott...questo pomeriggio davanti agli Dei?"

    CITAZIONE
    Quel momento in cui nessuno dei pg presenti conosce il cerimoniale degli Antichi ahahaha fortuna c'è Ser Ygon che vi spiega lui. Allora, ordine di turno!
    Non avete tempistiche perché è una semi ma un ordine sì:
    1) Va Isabel mostrandoci quanto è bella e facendo la sua processione fino all'Albero al braccio di Eldridge
    2) Poi va Eldridge con ciò che ti ha suggerito Ser Ygon, la versione ufficiale sarebbe:
    CODICE
    Accompagnatore
    (presenta la sposa con titoli e origini nobiliari e decantandone le virtù) viene per essere presa in sposa con la benedizione degli Dei. Chi viene a reclamarla?

    3) Poi va Arthur con ciò che ti ha suggerito Ser Ygon, la versione ufficiale sarebbe:
    CODICE
    Sposo
    (si presenta con titoli ed origini nobiliari) Chi dona questa sposa?

    4) Poi va di nuovo Eldridge presentandosi, la versione ufficiale sarebbe:
    CODICE
    Accompagnatore
    (presenta sé stesso)


    Poi vado io!
     
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    Isabel aveva il cuore che le impazziva nel petto, mentre si recava al cospetto di Sor Ygon e all'Albero Diga. Vedere il volto di Eldridge così consumato dalla tristezza, la riportò un momento a ciò che era accaduto il giorno prima. Perché anche in quel luogo così sacro e in quel giorno così gioioso, la sua mente riusciva solo a pensare alla morte? Sarebbe mai passato? Sarebbe sempre rimasta uno spettro celato dietro le mura del castello che le aveva portato via la sua amata cugina? Isi non sapeva dare risposta ai suoi pensieri, ma tentò di sorridere guardando il suo amico.
    Poi vide Arthur e il suo umore si colorò nuovamente della bellezza dell'amore e la sua mente tacque.

    Grazie Eldridge disse, appoggiando la mano sul suo braccio.

    Non seppe spiegarselo, ma mentre si incamminavano verso l'Albero Diga, ad Isabel parve, per un breve momento, di vedere Daeva sorridere, in piedi, ai lati della navata. Si voltò quindi e il suo cuore perse un battito, ma non c'era nessuno attorno a loro, solo l'erba fresca mossa dal vento.
    Strinse un po' di più il braccio di Eldridge come se volesse appoggiarsi a lui, poiché la morte cominciava ad essere pesante per una fanciulla così delicata.
    Le bastò nuovamente rivolgere lo sguardo verso il suo sposo, per provare un leggero tepore e respingere il gelo del dolore.
    Prima di raggiungere l'Albero, Sir Ygon si avvicinò loro e spiegò brevemente cosa avrebbero dovuto fare e dire durante la cerimonia.
    Alla fine della spiegazione, Isabel guardò Arthur e sussurrò:

    Ci siamo, amore mio

    L'aspetto dell'Albero non era per niente gradevole. Chi l'avrebbe mai detto che la figlia di Maege Mormont si sarebbe sposata all'indomani della caduta del suo capo casata e davanti ad un Albero vandalizzato? Eppure era lì, praticamente da sola, senza nessuno della sua famiglia ad accogliere con gioia il suo matrimonio. Ma per lei non era importante essere guardata e applaudita, lei voleva legare la sua vita ad Arthur ed era l'unica cosa che contava.

    Parole: 337
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    Vedere Isabel e Arthur nuovamente insieme dopo diverso tempo scaldò il cuore ferito di Eldridge. Erano successe tante cose, fin troppe cose dalla partenza dello scudiero... per non parlare di ciò che era successo proprio nella giornata di ieri.
    Il ragazzo fece una smorfia. Se solo Arthur fosse stato lì con loro... sicuramente Isabel avrebbe avuto più forza nell'affrontare tutto quel dolore... ed Eldridge pure.
    Le facce dei due ragazzi, ora traumatizzati parlavano chiaro. Nessuno dei due era veramente felice, nonostante la gioia del Matrimonio. Eldridge non avrebbe mai mentito a se stesso, mai e poi mai... eppure sentiva di dover fingere in quel momento. Sentiva di dover mettere da parte tutti i brutti pensieri, di far finta di nulla, come se nulla fosse successo... non tanto per sé, ma per i due amanti che presto sarebbero diventati Marito e Moglie.
    Il Langward sospirò guardando da lontano l'Albero Cuore. Isabel e Arthur erano girati di spalle e non avevano avuto ancora modo di notarlo.
    << Che crudeltà... ciò che hanno fatto a quel povero albero... ciò che hanno fatto a tutti noi... >> Così Eldridge ruppe il silenzio.
    << Mi fa male il cuore... mi fa così male vedere casa nostra in queste condizioni... >> Aggiunse avvicinandosi ancor di più al trio. << Ma voi siete tornato, Arthur. Isabel non ha fatto altro che parlar di voi... anche nei momenti più tristi voi eravate sempre al centro dei suoi pensieri... Ed è triste dover celebrare un Matrimonio in tutta fretta, circondati dalla distruzione... dal dolore... ma sono qui per voi e sono onorato di poter essere vostro testimone Isabel >> Unì le mani a quelle della ragazza. << Ieri abbiamo conosciuto gli orrori, abbiamo pianto, abbiamo gridato... abbiamo sofferto come mai prima... era la nostra prima volta, e l'abbiamo affrontata, impavidi... siamo ancora vivi, feriti ma vivi... e questo Matrimonio è la vostra occasione per ripartire più forte di prima. Ritrovate la felicità nell'amore, rifugiatevi nel caldo abbraccio della passione. Meraviglioso è il suo abbraccio... indescrivibile il suo bacio... >> Proseguì posando la mano destra sulla spalla della ragazza. << Io sono qui per voi, per vedervi fuggire via dal dolore... sono qui come tuo testimone, come tuo amico... e sono onorato di potervi vedere ad un passo dalla felicità... cara mia Isabel... caro mio Arthur... ci siamo >>
    Successivamente intervenne un uomo, Ser Ygon. Senza perdere ulteriore tempo si rivolse al giovane Langward spiegando brevemente in cosa consisteva il suo compito e ciò che avrebbe dovuto dire una volta accompagnata la Sposa alle radici dell'Albero.


    << Grazie Eldridge >> Disse Isabel appoggiando la mano sul braccio del nobile che replicò con un sorriso fraterno. << Non dovete ringraziarmi. Non dovete... >>

    Così i due, passo dopo passo si incamminarono verso le radici dell'Albero, lì dove lo Sposo e Ser Ygon attendevano.
    Eldridge non avrebbe mai potuto immaginare di ritrovarsi come testimone da un giorno all'altro... soprattutto subito dopo la catastrofe... eppure sentiva in sé una certa sicurezza, spinto da qualcosa che neanche sapeva spiegarsi. Era forse l'affetto che provava per i due?


    << Isabel Snow, figlia di Maege Mormont e Fanciulla del Nord, viene per essere presa in sposa con la benedizione degli Dei. Chi viene a reclamarla? >>

    *Parole: 540


    *Se ho sbagliato qualcosa fatemelo presente <3
     
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    Arthur era già al cospetto dell'Albero Diga martoriato e bruciato dal fuoco dei maledetti folli del Cammino Luminoso e ascoltò impassibile le raccomandazioni del Cavaliere che avrebbe unito il suo polso con quello della sua amata.
    Era un matrimonio voluto e i due ragazzi si amavano davvero. Per loro fortuna quel matrimonio non era uno di quelli combinati che in quella parte della storia tanti andavano di moda. E di questo potevano essere fortunati.
    Però era anche un matrimonio fatto di fretta, senza festeggiamenti e soprattutto marcato dalla tristezza e dal lutto del giorno prima.
    Le parole di Eldridge lo toccarono profondamente. Anche lui, come tutti quelli alla Capitale, avena perso tanto, era stato preda di quei pazzi scellerati dei fanatici. Non sapeva la vera entità della sua perdita, ma la voce grave e lo sguardo negli occhi del giovane parlavano chiaro.
    Dopo la cerimonia avrebbe dovuto capire meglio anche come stava il suo amico.
    Ringraziò con lo sguardo il Langward, poi si volse verso la sua sposa e le sorrise, un sorriso caldo, che sperò potesse alleviarle leggermente la tristezza di dosso, una cosa non facile visto quanto aveva perso.

    Grazie Eldridge per la tua presenza e per le tue belle parole. Speriamo che l'amore, come dici tu, riesca a spazzare via tutto ciò che è successo qui ad Approdo come anche a Roccia. Sicuramente gli amici come te riescono ad alleviare il dolore e il mio amore qui al tuo braccio fa il resto. Spero di essere per voi ciò che voi siete per me.

    Il valyriano, come uomo di spada e d'azione, non riusciva ad esprimere con grandi parole ciò che serbava nel cuore, nell'anima e nella mente.
    Infine Ser Ygon mise fine alle loro parole con la frase di apertura del rituale. Ed Eldridge rispose. Ora toccava a lui.

    Arthur Waters, bastardo di Fondo delle Pulci, scudiero del Primo Cavaliere del Re e Supervisore Reale nella Seconda Riconquista di Roccia del Drago. Chi dona questa sposa?

    330 parole
     
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    Il nobile guardò l'amica immaginando la sua futura sposa. Che incubo al solo pensiero... Detestava anche solo l'idea di doversi sposare con una donna e fingere di amarla solo per dar vita ad un erede. Che stupidaggine! Come Lord, però, questo era il suo dovere e non poteva far altro che accettarlo... così i suoi genitori gli avevano sempre detto. Alla sua espressione mancò il sorriso, mentre la sua mente lo allontanò dalla realtà per qualche secondo. Lo scudiero intanto prese a recitare il secondo passo del cerimoniale.
    << Arthur Waters, Bastardo di Fondo delle Pulci, Scudiero del Primo Cavaliere e Supervisore Reale nella Seconda Riconquista di Roccia del Drago. Chi dona questa sposa? >>
    << Eldridge Langward, nuovo Lord di Brindlewood e fedele servitore della Corona >> Così si presentò il ragazzo, donando la fanciulla all'uomo che per sempre l'avrebbe amata.

    *Chiedo scusa per il mini post ma letteralmente ho poco da dire
     
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    11 gennaio 286
    primo pomeriggio, poco prima della partenza



    Tutto sommato la faccenda a quel punto era già andata meglio del previsto. Si chiedeva, certo, come avesse fatto la figlia di Maege Mormont a finire in sposa ad un bastardo, accompagnata da un nobile delle Terre della Corona per giunta. Ma quelle erano domande che non erano state fatte per i pensieri del cavaliere che, invece, si preoccupò immediatamente di guidare la congrega verso l'esecuzione della cerimonia.
    "D'ora in poi, dovrete osservare un religioso silenzio fino alla fine della cerimonia. Porrò una domanda a Lady Isabel e lei sarà la sola a poter parlare." -a quel punto tutte le attenzioni dell'uomo sarebbero state per la Snow -"Se la risposta alla mia domanda sarà affermativa, prendete per mano il vostro sposo e inginocchiatevi davanti all'Albero del Cuore per raccogliervi in preghiera."
    Si prese un lungo sospiro per ritrovare la concentrazione necessaria alla solennità del momento e cominciò: "Lady Isabel Snow, figlia di Lady Maege Mormont e fanciulla del Nord, prendi quest'uomo come marito?"
    Nella tradizionale cerimonia nordica non c'erano nastri e anelli ed altre amenità del genere. C'era la sincera accettazione del proprio destino da parte della donna che si univa in matrimonio ed una concreta devozione agli Antichi che non era ostentata ma partiva dal profondo del cuore. Ce l'avrebbero fatta i due uomini ad adeguarsi alle circostanze?

    CITAZIONE
    Secondo giro!
    Qui la prima a dover andare è Isabel Marwel (allo sposo non viene rivolta al domanda, solo alla sposa). Ti ricordo che hai 15 giorni per rispondere ad una semi.

    Dopo di lei possono andare Eldridge ed Artur nell'ordine che preferiscono, io modererò 7 giorni dopo il post di Isabel che è l'unica fondamentale in questo giro. Azama__ Pk96

    Il cerimoniale sarebbe: Isabel dice sì, prende per mano Arthur e si inginocchiano in preghiera ed Eldridge prega dietro. Ovviamente i due che non credono agli Antichi possono pregare quel che vogliono o non pregare e recitare mentalmente la tabellina del 2.
     
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    Era giunto il momento di legarsi al suo amato davanti agli Dèi e la terra sotto ai suoi piedi sembrò sparire. Una sola parola la separava da quella unione e per un attimo le sembrò di esser sorda. Non riusciva ad udire nessuna voce, nessun suono attorno a lei, solo il battito del suo cuore e il respiro di Arthur.
    Guardò l'uomo davanti a sé a cui stava stringendo le mani e si immaginò di poter entrare nella sua anima e legare anch'essa a lei, per tutta la vita e oltre, nel riposo eterno.
    Quindi sbatté le palpebre e tornò in possesso dei suoi sensi e si rivolse al cerimoniere, mentre nella sua mente riecheggiavano le sue parole.

    Lady Isabel Snow

    Figlia di Lady Maege Mormont

    Fanciulla del Nord

    Si rispose semplicemente.

    Piegò le ginocchia fino a toccare a terra e chiuse gli occhi, poiché le sembrava di poter connettersi in maniera più profonda con i suoi Dèi.

    È solo la preghiera di una sciocca ragazza, ma vi prego di proteggere me, il mio sposo, il nostro bambino e quelli che verranno in futuro, affinché possiamo vivere una vita serena e pacifica, lontana dagli orrori che hanno varcato la soglia delle nostre vite. Vi prego di poter ascoltare la vostra fedele servitrice.
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    11 gennaio 286
    primo pomeriggio, poco prima della partenza



    Mancò poco che al povero Ser Snow venisse un infarto; poteva accettare che l'uomo della Corona non fosse un adoratore degli Antichi, ma che non si inginocchiasse di fronte all'Albero Diga alla fine della cerimonia...
    Restò in silenzio, rivolgendo la sua personale preghiera agli Dei affinché lo perdonassero per quel matrimonio affrettato e vegliassero sul destino di Lady Isabel nelle mani dello straniero.
    "Siete marito e moglie di fronte agli Dei" -che ci perdonino tutti -"Lo sposo dovrebbe mettere il suo mantello attorno alle spalle della sposa, quindi baciarla e portarla via dalla cerimonia tra le sue braccia."
    Almeno quello forse anche quel Waters non avrebbe avuto problemi a farlo; seguace degli Antichi o meno era suo compito proteggere la moglie e quello era un dovere che attraversava terre e confini e diventata proprio di ogni uomo degno di essere chiamato tale. Dopo quella giornata anch'egli sarebbe partito per far ritorno a casa seguendo gli altri soldati del Nord, sempre che quella dannata città non riservasse brutte sorprese anche allo Snow.

    CITAZIONE
    Ultimo giro di post!

    Qui a dovermi andare è Pk96 che deve avvolgere il mantello attorno ad Isabel, baciarla e portarla via in braccio.
    Entro 15 giorni da questo post da nuovo Regolamento semi.

    Marwel ed Azama possono andare quando vogliono.
    Io posterò 7 giorni dopo il post di Paky con la chiusura e le ricompense.
     
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    Era fatta. Isabel aveva acconsentito a prenderlo come sposo. E così facendo acconsentiva anche a come Arthur stesso ed Eldridge, il testimone di lei, avevano condotto le trattative per la sua mano.
    Arthur la vide cadere poi in ginocchio entrando in preghiera dei suoi dei.
    Egli, invece, non si piegò. Si mise semplicemente dietro alle spalle della donna e chinò la testa rivolgendo nel contempo i suoi pensieri al Dio Rosso.
    Gli chiese di vegliare sulla sua donna e su sé stesso, cercando quella protezione che aveva bisogno per Isabel e per il frutto del loro amore che stava crescendo nel ventre di lei.
    Ne aveva bisogno perché sapeva che dinnanzi a loro si stavano dipanando strade difficili ed in salita, talmente perigliose che avrebbe messo a dura prova il loro matrimonio e forse anche la loro stessa vita.
    Dunque... Pregò. Supplicò R'hllor come pochissime volte aveva fatto nella sua vita.
    Gli chiese una mano sopra alle loro teste, un mantello di fuoco sulle loro spalle. La sua protezione. Il suo sguardo.
    Non aveva l'ardire di sperare che il Dio lo stesse ascoltando e gli concedesse quello che stava chiedendo. Ma pregò lo stesso. Trovò spazio nella sua fede e ne trovò forza per continuare il suo cammino.

    Si riscosse quando sentì la voce del Cavaliere del Nord riportarlo alla realtà: gli stava impartendo gli ultimi doveri in quanto sposo. Doveva mettere il suo mantello sulle spalle di lei suggellando così che finalmente era sua moglie.
    Dunque slacciò il fermaglio che aveva intorno al collo e prese il mantello che gli adornava le spalle. Lo sistemò sulle spalle di lei facendo in modo che la coprisse per bene e, a quel punto, mise una mano nella scarsella che aveva in vita. Strinse il pugno intorno all'oggetto che poche ore prima aveva forgiato con le sue stesse mani e lo tirò fuori.

    Amore mio... Non posso darti tante ricchezze o un castello. Tutto ciò che ho è il mio amore e la mia devozione. Ho voluto però fabbricarti qualcosa che ti ricordasse me quando penserai di essere sola... In modo che tu sappia che ti sono comunque vicino, sempre e comunque.

    Le mostrò il fermaglio in oro a forma di orso che aveva in mano e lo usò per bloccarle il mantello sotto al collo.

    È l'orso della tua casata. Nelle tue vene scorre sangue Mormont e devi andare fiera. Ora avrai qualcosa che te lo ricorderà sempre. Custodiscilo e sappi che in esso è racchiuso parte dell'amore che nutro per te.

    A quel punto le scoccò un rapido bacio sulle labbra e, indirizzando un cenno di ringraziamento al Cavaliere ed un sorriso dolce e amichevole ad Eldridge, prese la sua donna in braccio e si allontanò dall'Albero-Diga spezzato e bruciato sperando che non fosse un presagio funesto per il loro matrimonio.

    472 parole
    Non io che avevo fabbricato il fermaglio per l'evento di San Valentino, ma poi in libera non ero riuscito a farlo ad Isabel. XD.
    Ad ogni modo... L'oggetto è presente nella scheda di Arthur, insieme alla libera di fabbricazione. Ho ricevuto l'ok da Marco per fabbricato a forma di orso, le statistiche sono le stesse di un comune fermaglio in oro. Passa poi nella scheda di Isabel. È suo ora.
     
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    + fermaglio di Arthur in regalo.

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