Basso Valyriano - Ser Radoulf

Tra le Rapide Nere e la Baia delle Acque Nere

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    Le onde facevano ondeggiare la barca mercantile battente bandiera braavosiana un po' a destra, un po' a sinistra. Iconica la scelta del cavaliere al servizio di Philipp Waynwood, si era unito a lui per servirlo e ora si trovava - solo - in mezzo al mare con degli sconosciuti. Il suo gesto d'eroismo, ovvero proporsi come ostaggio al fine che quel braavosiano rientrasse in porto per Lord Philipp si era tradotto in un'arma a doppio taglio! Nessuno su quella barca commerciale parlava la vulgata comune, tutti aimè boffonchiavano parole e paroline in Basso Valyriano! La lingua di Essos, la lingua del commercio nel Mare Stretto, la lingua delle Città Libere.

    Era tornato sul ponte, guardava i gabbiani ronzare sopra la nave, ma erano gabbiani o avvoltoi? Pareva che quegli uccelli si fossero invertiti i ruoli con quelle altre bestie tipiche dorniane o delle steppe solitarie. Il capitano della nave - detto Il Piparolo - lo raggiunse sul ponte, ecco chi lo stava tenendo in 'ostaggio', eppure non poteva voler male a quell'uomo che nulla gli aveva fatto, anzi ne avrebbe dovuto cogliere i lati positivi, poteva essere l'occasione per imparare qualcosa di nuovo. Trovare qualcuno che fosse disposto ad introdurlo al complicato mondo del Basso Valyriano non sarebbe stata impresa facile, di certo non si sarebbe ripetuta. Dal canto suo però lo aveva intuito, il Piparolo qualcosa della lingua comune la capiva eccome seppure non lo avrebbe per questo riportato a riva o meglio in porto! Il servizio che quel lupo di mare gli avrebbe potuto fornire sarebbe stato sufficiente a fargli trascorrere più serenamente il tempo su quell'imbarcazione? Sì! Ovviamente i suoi servigi non sarebbero stati gratuiti, una volta a terra - prima di mai - gli sarebbe costata più di una bevuta ma Radoulf tentò l'approccio diretto al fine di divenire un mite allievo di un maestro non propriamente tradizionale in quella prima lezione base. Si fece intendere a gesti, poi gli venne fatto gesto di seguirlo in cabina, l'uomo estrasse alcune lettere - frutto di conversazioni private probabilmente - e le mise sulla tavola dove fino a prima avevano cercato di decidere la rotta insieme. L'uomo gli mostrava quegli scritti come fosse per il cavaliere tutto normale, Radoulf non era un uomo studioso, era un impetuoso cavaliere e difficilmente sarebbe mutato nella sua vita ma qualcosa colse: lo studio delle scritture valyriane provenienti dai quattro angoli di Essos facevano figurare il Basso Valyriano come una sorta di lingua popolare, barbara, diretta erede del Valyriano antico priva di una codificata in ogni singolo aspetto e di un vocabolario vero e proprio. Quel fare gli permise quindi una prima lettura sgrammaticata e priva di senso logico, ascoltarlo doveva essere una morte per chi udiva, il Piparolo rideva, soffiava la sua pipa riempiendo la stanza della cabina di fumo speziato e si godeva la scena. Era un pessimo maestro! Eppure, parola dopo parola, passo dopo passo, almeno i termini nautici e commerciali Radoulf li avrebbe appresi e saputi pronunciare. Quella lingua era la versione popolare dell'Alto Valyriano, per questo a conseguenza di ciò, era chiaro che fossero molte le numerose influenze esterne di altre lingue e di termini di uso comune e non. Qualcosa quindi era di più facile apprendimento, altro meno, taluni termini apparivano scontati mentre altri assumevano connotati totalmente differenti poiché la cultura di Essos era diametralmente opposta a quella dei Sette Regni sotto molti aspetti. Quel Basso Valyriano gli pareva un vero e proprio crogiuolo di termini lessicali, modi di dire e varianti di parole. Apprese in fretta quindi che uno stesso termine potesse essere identificato da più di una parola. Tutti hanno il medesimo valore e sono mutualmente comprensibili. Il suo mentore, essendo di Braavos, suscitava fini e modalità diverse di quelle che gli avrebbe potuto insegnare il Magistro tyroshi, quel che stava apprendendo era quindi un insieme di gerghi lessicali che nel loro insieme formavano una parlata comune così come era per le differenze tra il Nord e Dorne piuttosto che la Valle di Arryn e le Terre dei Fiumi.

    Alla parte teorica sarebbe seguita una parte pratica, di marinai con i quali provare a dialogare ve ne erano eccome, sul ponte i primi scambi lessicali non sortirono l'effetto voluto. Uno sputo, qualche imprecazione e probabilmente una o due maledizioni ma nel complesso il suo progredire Radoulf lo percepiva dialogo dopo dialogo. Nei giorni successivi avrebbe saputo come intrattenere un discorso circa il tempo meteorologico, avrebbe potuto ringraziare per i pasti ricevuti sottocoperta ed avrebbe potuto persino chiedere di essere portato a riva - in quest'ultimo caso fallimentarmente poiché gli ordini del capitano erano perentori - una serie di progressi notevoli. Quando e se fosse mai tornato ad Approdo del Re avrebbe potuto raccontare al proprio signore delle disavventure vissute su quella nave, diversamente una volta giunti nella Città del Titano avrebbe avuto meno problematiche di quelle con cui si sarebbe dovuto scontrare in caso di mancata conoscenza di quella lingua.

    CITAZIONE
    Ser Radoulf
    parole: /826
    conoscenze: 12/10

    Appiglio narrativo qui.
    Apprendimento Basso Valyriano,prima lingua appresa. Occorrono 600 parole e 10 di Conoscenze.

     
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    Lingua: Basso Valyriano
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