Risveglio del sangue draconico - Himra

Parte terza: resistenza draconica

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    Nel profondo della notte, quando il regno di Westeros era immerso nel sonno, un destino straordinario si preparava a svelarsi. Nelle segrete dell'anima di Himra Celtigar, cavaliere di sangue Valyriano, risvegliava un potere ancestrale, il cui richiamo si faceva sempre più forte. Le antiche memorie dei draghi scorrevano nel suo sangue, sussurrandogli segreti e conoscenze millenarie.

    Era stato un incontro casuale, o forse era stato predestinato, ma Himra aveva incrociato il cammino di un'entità misteriosa. Un'essenza primordiale, una memoria collettiva che custodiva la saggezza e il potere dei draghi. Era come se le fiamme che un tempo avevano illuminato il mondo ancora bruciassero all'interno di quel misterioso essere.

    Quando il giovane cavaliere di sangue Valyriano si svegliò, sapeva che nulla sarebbe stato più come prima. La sua mente era piena di immagini sconcertanti e sensazioni contrastanti. Ogni battito del suo cuore sembrava richiamare una forza selvaggia e antica, pronta a riversarsi nel mondo.

    Himra si trovava ora di fronte all'enigma di ciò che era e di ciò che avrebbe potuto diventare. Nell'ombra del suo passato si celavano poteri dormienti, capaci di proteggerlo dalla magia e di spazzare via ogni ostacolo. Ma doveva imparare a dominarli, a risvegliarli e a piegarli alla sua volontà.

    Era giunto il momento di abbracciare il destino e di seguire il richiamo del sangue dei draghi. L'entità misteriosa si era offerta di insegnargli, di guidarlo attraverso prove e sfide che solo un discendente dei draghi poteva affrontare. Era un'opportunità unica, ma anche un compito arduo che lo avrebbe messo alla prova in ogni aspetto della sua vita.

    Himra si ritrovò nel mezzo di un sogno, dove la realtà e l'illusione si intrecciavano in un intricato labirinto di prove. Ogni passo che avrebbe fatto, ogni decisione che avrebbe preso, avrebbe definito il suo cammino e il suo legame con il potere dei draghi.

    Il risveglio del sangue dei draghi era imminente, e la resistenza draconica si preparava a lottare contro le forze oscure che minacciavano il regno. Himra doveva trovare la forza di abbracciare il suo destino, per sé stesso e per coloro che dipendevano da lui.
    Il suo viaggio iniziava ora, nella nebbia dell'incertezza e del potenziale. L'entità misteriosa sarebbe stata la sua guida, il suo mentore in questo mondo di segreti e poteri nascosti.

    L'entità misteriosa si manifestò davanti a Himra come una figura sfocata, le cui fattezze si andavano delineando poco a poco. Aveva occhi intensi, come due braci ardenti, e una voce profonda che risuonava nell'aria circostante.

    "Himra Celtigar, discendente dei draghi", ruggì la creatura con tono solenne. "Il sangue dei tuoi antenati scorre nelle tue vene, portando con sé un potere che va oltre la comprensione umana. Io sono la memoria collettiva dei draghi, l'essenza delle fiamme che un tempo dominavano i cieli. Sono qui per guidarti, per insegnarti a padroneggiare il potere che ti appartiene."

    Si avvicinò a Himra con passi lenti ma decisi, emanando un'aura di grandezza e mistero. "Ciò che devi imparare, Himra, è la vera natura del tuo sangue di drago. Devi conoscere le tue origini, immergerti nella storia e nella saggezza dei draghi che ti hanno preceduto. Solo così potrai risvegliare il potere che dorme in te e diventare il protettore di questa dinastia."
    Di nuovo, sembrava quasi che la creatura stesse sogghignando.
    "Ed il modo migliore per imparare il potere del proprio sangue..."

    Sun_Wukong Iniziamo!
     
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    Himra Celtigar • Un sogno?


    Essere il prescelto di un'entita antica come il tempo era cosa invidiabile solo finchè non la si provava sulla propria pelle:
    si è soli in quel viaggio e nessuno di esterno può comprendere ne capire fino in fondo quanto il corpo e la mente affrontano un cambiamento spossante che lascia scompensi da arginare.
    Ciò che si sente e si vede nei sogni elargiti dall'entità collettiva portava di volta in volta ad un coacervo d'esaltazione e sconforto, vigore ed inedia, saggezza e cinismo.
    Stava diventando qualcosa di nuovo.
    Stava diventando qualcosa di antico.

    Stava diventa "qualcosa", una metamorfosi in tutto e per tutto che già gli aveva dato delle ali, ma a cui mancava ancora tutto il resto.

    E quella notte Himra capì che non sarebbe stato solo, ne avrebbe avuto tregua.
    "Himra Celtigar, discendente dei draghi ... Il sangue dei tuoi antenati scorre nelle tue vene, portando con sé un potere che va oltre la comprensione umana. Io sono la memoria collettiva dei draghi, l'essenza delle fiamme che un tempo dominavano i cieli. Sono qui per guidarti, per insegnarti a padroneggiare il potere che ti appartiene."
    Discendente dei draghi in che senso?
    E perchè la voce del suo patrono sembrava diversa ancora una volta?
    Quasi simile alla sua
    Al giovanissimo cavaliere non rimase che annuire stoicamente all'informe quanto caotico patrono, accettando l'ennesimo confronto.

    "Ciò che devi imparare, Himra, è la vera natura del tuo sangue di drago. Devi conoscere le tue origini, immergerti nella storia e nella saggezza dei draghi che ti hanno preceduto. Solo così potrai risvegliare il potere che dorme in te e diventare il protettore di questa dinastia. ... Ed il modo migliore per imparare il potere del proprio sangue..."
    Conoscere finalmente la propria natura e le proprie origini ... conoscere la storia e la cultura di chi l'aveva preceduto.
    "Dinastia"!?
    Se da una parte ciò che sentiva gli donava la speranza d'attingere a qualcosa che nemmeno all'interno della Cittadella si sarebbe mai sognato, dall'altra aveva imparato a stemperare le proprie aspettative quando percepiva nel misterioso patrono quel beffardo modo di parlare ed agire:
    innegabile il divertimento che ne traeva, contraddittorio il mostrarsi a quel modo e chiedere moderazione ed equilibrio ad Himra.
    Faceva forse parte della prova finale?
    O sarebbe stata proprio quella la notte in cui avrebbe capito il filo conduttore di tutto questo?
    Sono pronto!
    Strinse i pugni con forza risvegliando il corpo ed ispirò forte preparando la mente al meglio di quanto poteva, memore di quanto fossero state spossanti le notti precedenti.


    300+ parole (non contando le tue)


    Edited by Sun_Wukong - 6/7/2023, 21:48
     
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    Mentre Himra rispondeva con determinazione, un brivido di eccitazione attraversò il suo corpo. Poteva sentire il potere dei draghi rispondere al suo richiamo interiore, vibrando nelle sue vene come un fuoco ardente. Con uno sguardo risoluto, si preparò ad affrontare le sfide che l'attendevano.

    L'entità misteriosa osservò Himra con occhi fieri e orgogliosi. "Hai dimostrato la tua volontà e la tua prontezza, Himra Celtigar. Ora, immergiti nella tua mente e lascia che la mia guida ti conduca attraverso l'abisso dell'illusione."

    Il paesaggio intorno a loro si trasformò, mutando da una nebbia densa a un ambiente selvaggio e suggestivo. Himra si ritrovò immerso in un bosco magico e misterioso, un luogo dove il tempo sembrava scorrere diversamente. Ogni albero, alto e possente, emanava un'aura di potere antico. Le foglie degli alberi brillavano di una luce propria, creando un'atmosfera incantata. Ogni raggio di sole che filtrava tra le fronde sembrava danzare con le foglie, generando scintillanti riverberi dorati.

    Mentre Himra si muoveva attraverso il fitto sottobosco, notò qualcosa di straordinario. Le foglie, quando venivano sfiorate dalle sue mani, emanavano una leggera fiamma. Non si trattava di un fuoco che bruciava, ma di una sensazione di calore intenso, come se fossero un cibo estremamente piccante. Era come se il potere dei draghi, simboleggiato da queste foglie, fosse pronto a bruciare dentro di lui, aspettando solo di essere risvegliato.

    L'entità misteriosa osservava Himra con occhi attenti, notando la sua reazione alle foglie. "Guarda attentamente, Himra", disse con voce profonda. "Queste foglie portano con sé il fuoco del mio potere. Sono l'essenza stessa del mio potere."

    Mentre Himra si muoveva tra gli alberi, poteva sentire una sottile energia pulsare nell'aria. Il bosco sembrava rispondere alla sua presenza, accogliendolo come un alleato di sangue antico. Creature a lui ignote, come farfalle dalle ali scintillanti e piccoli animali luminescenti, gli si avvicinavano curiose, come se riconoscessero la sua connessione con il potere dei draghi.

    "Himra Celtigar",
    proseguì l'entità misteriosa, "questo bosco è un portale per la tua conoscenza interiore. Ogni foglia, ogni sussurro del vento, ti insegnerà a resistere alle magie che minacciano il tuo mondo. Immergiti nella loro essenza, permetti che il calore che emanano si diffonda attraverso le tue vene. Solo allora potrai padroneggiare il talento innato della resistenza draconica."
     
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    Himra Celtigar • Un sogno?



    "Hai dimostrato la tua volontà e la tua prontezza, Himra Celtigar. Ora, immergiti nella tua mente e lascia che la mia guida ti conduca attraverso l'abisso dell'illusione."
    nella mia mente, attraverso l'abisso dell'illusione
    Ripetè piano ed attento:
    il dono dell'entità non sembrava essere il potere in sè, ma lo sblocco di un potere che giá gli apparteneva?
    Pareva di sì.
    Che fosse o no corretta quell'interpretazione, la vibrazione potente ed intensa che il ragazzo avvertiva dentro di se, non faceva che spingere in tal direzione, nutrirsi e crescere.
    Ma se il potere è dentro di me, come fà ad esserci anche la storia di chi mi ha preceduto?
    Una memoria collettiva? Un legame? Cos'era?

    Diventava difficile apprendere dall'entità senza cedere al desiderio di una domanda diretta, senza allusioni di forza ... ed il potere percepito in sè non aiutava, anzi!

    E così chiuse per un attimo gli occhi e simbolicamente prese un profondo respiro attendendo che la propria mente prendesse forma attorno a lui.

    Espirò

    E attorno a lui una foresta.
    Ne fù sorpreso.
    Non era la natura mistica del luogo, ma proprio la sua forma: un bosco
    Curioso ...
    Ad Himra però non bastava sfiorare quel luogo,le sue foglie, quella luce ... appena percepito l'effetto che faceva l'esporsi ad esso, non si limitò a sfiorare o intravedere, ma a toccare e fissare:

    E già che c'era decise di abbandonare a terra il cinturone dov'era solito tenere le armi:
    l'aveva sempre avuto oppure l'aveva ottenuto e abbandonato sul momento?
    Fatto stà che il significato del gesto e le sue implicazioni era ovvie.
    "Queste foglie portano con sé il fuoco del mio potere. Sono l'essenza stessa del mio potere."
    Una replica Himra stavolta la diede all'entità, figlia di una certa sicurezza e rapporto fra i due che andava svilippandosi.
    Queste ... "foglie" o quel che erano queste creature ... erano farfalle? E le altre cos'erano?
    Non serviva chiedere maggiore attenzione al ragazzo visto che di più così non ne avrebbe potuta ragionevolmente ottenere.
    Sono simboli? Le percepisco così ma sono altro in realtà? Cosa sono esattamente?
    Chiedeva di saperne di più visto che s'era parlato anche d'illusioni ... il tutto mentre con il palmo delle mani aperte accoglieva benevolmente l'arrivo di quelle creature.

    "Himra Celtigar"
    Anche io vorrei conoscere i tuoi nomi
    Ecco un'altra replica diversa dalle precedenti, il potere che percepiva cominciava a pretendere qualcosa:
    il rispetto!
    Anche Himra voleva rivolgersi al suo patrono dandogli un nome.

    "questo bosco è un portale per la tua conoscenza interiore. Ogni foglia, ogni sussurro del vento, ti insegnerà a resistere alle magie che minacciano il tuo mondo. Immergiti nella loro essenza, permetti che il calore che emanano si diffonda attraverso le tue vene. Solo allora potrai padroneggiare il talento innato della resistenza draconica."
    Ecco solo una parte delle risposte che cercava, tuttavia da sola non bastava.
    "magie che minacciano il tuo mondo..."
    Però stavolta non replicò con altre domande:
    socchiuse gli occhi, allargò le braccia ed incentivò senza forzare il contatto con tutte quelle creature che gli si avvicinavano.


    350+ parole (non contate quelle del Master)
     
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    /// problemi col wifi, invio il post da telefono, scusa l'assenza di colori

    "Nomi.. i nomi sono qualcosa di pericoloso."
    La voce della creatura rimbombò tutto attorno a lui. "Qualcosa che abbiamo lasciato dietro di noi centinaia di anni fa..."

    Simboli, verità, allegorie... Cos'era quello che circondava Himra? In quel suo momento da Biancaneve di intenso legame con quella realtà alternativa, i confini tra quei concetti così diversi sembravano sfumare in un colore unico e vitreo...

    Poi... Arrivò la frattura.
    Dapprima Himra avrebbe potuto vedere delle nubi temporalesche addensarsi, poi un singolo fulmine nero squarciò la realtà che lo circondava.
    Gli alberi vennero avvolti da fiamme nere, malgrado avesse iniziato a piovere tanto da appesantire notevolmente gli abiti del cavaliere.
    Il drago sembrò sbuffare, come se fosse infastidito all'interruzione. "Ecco, ecco cosa abbiamo dovuto imparare a combattere."
    Una ventina di metri più in là, nella direzione in cui il drago stava guardando, una figura sconosciuta stava agitando le mani e scagliando fasci di luce nera contro quegli alberi.
     
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    Himra Celtigar • Un sogno?


    "Nomi.. i nomi sono qualcosa di pericoloso ... "Qualcosa che abbiamo lasciato dietro di noi centinaia di anni fa..."
    Il patrono affermava d'esistere da sempre, da millenni ... quello smettere con "i nomi" centinaia d'anni fà aveva piu a che fare con il non dar potere ad Himra o chichessia su di lui oppure evitare di parlare dello "scomodo" evento che sicuramente aveva influito sul destino dei draghi nel mondo?
    Perchè per quanto poco ne sapeva a Valyria c'era un pantheon draconico ...
    Decise di non insistere sul perchè ogni tanto si riferisse a se stesso al plurale o il motivo di questo o quello ... se non poteva nemmeno sapere un nome immaginava che non avrebbe risposto a nessun' altra domanda:
    era troppo difficile capire se il vero motivo davanti al focalizzarsi su quel che il mentore voleva, fosse dovuto ad una mancanza di tempo o energie che lo portava a volersi focalizzare su quanto riteneva i portante o una delle decine di altre ipotesi.
    Come sempre una marea di domande ipotesi e dubbi assalì la mente di Himra come un'onda altissima e possente, ma Himra la lasciò passare oltre come aveva imparato a fare per concentrarsi sul momento, su quel "calore", "quell'energia" che la selva fatata gli stava trasmettendo.

    Ma prima o poi Himra certe risposte intendeva averle ...

    Il tuono gli fece riaprire gli occhi, il tuono allontanò alcune di quelle creature da lui mentre altre forse alla ricerca di protezione o impaurite gli rimasero attaccate.
    Un fulmine e delle fiamme nere?
    Singolare ...
    Prese a piovere e non poco, rendendo chiaro che quelle non erano fiamme oscure, ma qualcosa di ancor più complesso.
    "Ecco, ecco cosa abbiamo dovuto imparare a combattere."
    Ancora il plurale ...
    Però qualcosa stava vedendo, qualcosa stava saltando fuori:
    il "racconto" degli eventi suggeriva una sorta di pace ed equilibrio da parte di entità tutto sommato pacifiche e legate al mondo naturale che venivano trascinate in guerra da un invasore oscuro.
    Cosa o chi stò vedendo?
    Cercò di definire l'arcana figura oscura che sembrava alimentare la distruzione in quel luogo, ma non cercò di recuperare le armi abbandonate poco prima:
    quella era una visione, il passato ... esso non poteva essere cambiato, ne poteva nuocergli piu di quanto avesse fatto finora.
    Doveva solo capire e conoscere.

    300+ parole (escludendo le tue ovviamente)
     
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    Il mondo raramente era giusto. C'erano innumerevoli scenari in cui la correttezza del mondo veniva negata, scenari in cui le previsioni più assennate venivano stracciate e rese poco più di una rosea speranza.

    In quel momento, Himra avrebbe vissuto uno scenario simile. La creatura lontana, infatti, sarebbe svanita dal campo visivo del Celtigar, solo per riapparire a poco più di tre metri da lui.

    Sembrava trattarsi di un uomo di media statura, decisamente più basso dell'aitante cavaliere, avvolto in un mantello nero. Nella mano destra teneva un bastone di legno nero che sembrava compatto come un tronco, ma aveva le tinte del carbone di un falò ormai estinto.

    Bastone che puntò contro il Celtigar, mentre iniziava a mormorare parole dal suono estremamente gutturale, un misto di schiocchi e sibili.
    Mentre parlava, le vesti di Himra iniziarono ad emettere fumo, come se venissero corrose da un qualche veleno.
     
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    Himra Celtigar • Un sogno?


    Si girò un attimo pronto a ripetere la domanda all'entita draconica ma ... era già scomparsa!
    ...
    Bhe, almeno scoprì di non rimanerci più male alle mancate risposte da parte dell' incostante patrono, aveva fatto abbasyanza scorza.
    Vabbè ...

    Espirò e torno a guardare in direzione dello sconosciuto "stregone" ... o qualsiasi cosa fosse.
    Ma non era più lì?!
    Che cazzo ...?!
    Lo sguardo si assottigliò decisamente meno sicuro di un secondo prima e cominciò a cercare in ogni direzione alla ricerca di punti di riferimento.

    Lo "stregone" non venne individuato semplicemente in una nuova angolazione, ma gli comparve letteralmente davanti?!
    E vicinissimo?
    È solo il passato, non può vedermi, non può farmi nulla!
    E così perse tempo prezioso, avvicinandosi persino di un passo, lentamente, illudendosi d'essere un osservatore esterno ed incorporeo che poteva approfittare del singolare privilegio di poter osservare con calma ogni cosa.
    Lo "stregone" o qualsiasi cosa fosse era più basso di Himra, fisicamente niente di notevole e per vestiario quanto atteggiamento pareva lo stereotipo del mistico malvagio che aveva visto rappresentato in qualche opera teatrale.
    Cercò di guardare oltre l'onnipresente cappuccio scuro calato tipico del personaggio per vederne i lineamenti umani o non
    Starà puntando qualcosa dietro di me ...
    Pensava convinto mentre l'essere lo mirava con il suo barsom ed inneggiava qualcosa
    Non è comune, non sembra valyriano di nessun genere ...
    Tentava di capire quale fosse la lingua usata tanto per avere elementi in più d'analizzare
    Rhoynar assolutamente no, Ibbenese non mi pare, Antica lingua ... credo di no
    Ma che cazzo stà dicendo?

    Avrebbe tentato di memorizzare quei suoni per metterli su carta in un secondo momento con l'intenzione di chiedere un consulto a Maestro Wardell o forse addirittura all' Arcimaestro Vildar.

    Un prurito strano
    Prurito?
    Un veloce sguardo al braccio mostrò una strana corrosione dei suoi vestiti e la presenza di fumo?!
    Ma allora mi vede?!
    Spalancò gli occhi incredulo tornando a guardare lo "stregone" e
    Devo bloccarlo!!!
    E così Himra fece per scattare e avventarsi contro l'aggressore:
    la sinistra verso la parte media del suo bastone per afferrarlo e deviarne la mira da qualsiasi altra parte che non fosse "se stesso" mentre con la destra tentava di afferrarlo alla gola.
    CHI SEI?!


    350+ parole

    Albero qualità arte: Teatro

    Essendo un sogno non ho idea se devo integrare nell'azione il calcolo di un'azione marziale oppure rimanere sul narrativo.
    Al massimo mi mandi un pm e specifico in questo stesso post
     
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    Sembrava che non solo quello non era un normale ricordo, ma anche che seguiva regole di cui Himra era completamente all'oscuro.
    Tutto quello che lo circondava sembrava appartenere ad un universo così differente da quello in cui si trovava abitualmente...
    Cosa lo circondava?

    Non appena lo afferrò, il bastone dello strano uomo trasmutò, sostituendo la consistenza fibrosa del legno ad una più viscida e fremente... E quel maledetto bastone divenne qualcosa di completamente diverso.
    Un serpente, nella fattispecie. Un serpente che sembrava particolarmente interessato al braccio di Himra.

    Una risata diabolica risuonò nell'ambiente circostante, dopodiché l'uomo svanì da davanti Himra, apparendo a qualche metro di distanza.
    Di nuovo, sembrò intonare un canto sconosciuto, fatto di suoni discordanti e parole incomprensibili, e un enorme anello viola comparve sul terreno che circondava Himra. Tutta l'erba all'interno di esso iniziò a sfrigolare e fumare, muovendosi in modo sinuoso e... Assolutamente preoccupante.

    E' uno stregone, ragazzo.
    Una creatura folle e crudele che ha il solo scopo di distruggerci.
     
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    Himra Celtigar • Un sogno?


    Afferrò il bastone ma questo cominciò ad avvivarsi, rendersi viscida e sfuggevole alla presa
    Ma che cazz...
    Due occhi spuntarono dalla testa del bastone e una larga bocca mostrava due grandi denti curvi:
    un serpente nero e vivo come le fiamme che minacciavano il bosco.
    Un serpente che non cercava di scappare da Himra, ma che anzi ne favoriva il contatto avvolgendosi lungo tutto il suo braccio.
    Un incubo!
    "Ih! Ih! Ih!" poi la risata isterica dello "stregone" che svaniva dal nulla sfuggendo dalla sua presa per comparire poco distante.
    Ma come?!
    Si, un fottutissimo INCUBO!

    E' uno stregone, ragazzo.
    Una creatura folle e crudele che ha il solo scopo di distruggerci.

    Perchè? Cos'è? Come?
    Non bastava il dover lottare contro un serpente malefico, ne che il suo nemico principale fosse fatto della stessa materia dell'onore, ci si metteva pure lo sgomento misto alla paura che inondava la mente di pensieri che provavano a spiegare tutto l'orrore che gli stava capitando.
    Provava a capire cosa fare ...
    ... ma intanto non agiva!

    Tutto stava andando in merda, tutto!
    Aver ragione di quel serpente senza farsi mordere era sempre più dura, mentre la stregoneria stava creando u n cerchio di rovina attorno ad Himra.

    Doveva fare qualcosa!

    E visto che non poteva far nulla di fisico contro "lo stregone" decise d'abbandonarsi all'istinto.
    Avanzò di un passo verso lo stregone, lento, senza il reale intento e possibilità di saltargli addosso, ma solo per mostrare il suo gesto di sfida spostandosi dall'area maledetta:
    abbandonando ogni parvenza di difesa, pronto ad offrire la propria un'oncia di carne correndo il rischio di farsi mordere dal serpente piuttosto che arrendersi, si sarebbe adoperato per afferrare con l'altra mano il rettile e portarne una porzione alla bocca.
    MORDERE il srrpente con ogni goccia di ferocia e magari anche sputarne un pezzo ai piedi dello stregone se si fosse potuto.

    Un serpente poteva uccidere un drago?
    No, la domanda giusta era:
    Chi poteva permettersi di sfidare un drago?!


    300+ parole (escluse le 16 del narratore)
    Essendo un sogno non ho idea se devo integrare nell'azione il calcolo di un'azione marziale oppure rimanere sul narrativo.
    Al massimo mi mandi un pm e specifico in questo stesso post
     
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    ...E Himra morse il serpente.
    La creatura sembrò genuinamente sorpresa: sebbene non esistesse da più di qualche istante, era difficile immaginare che fosse il serpente ad essere azzannato da qualcuno o qualcosa.
    Non sarebbe stato prioritario non...

    Zac.

    Non essere azzannati, per l'appunto.
    La creatura, così vicina al Celtigar, non si era fatta sfuggire l'occasione per saltargli al collo a sua volta.
    Era velenoso? Forse letale? Perché quella creatura era in grado di attaccarlo?
    Difficile a dirsi immediatamente, perché in quel momento l'anello viola che aleggiava sul tessero si dissolse, e la stessa erba che prima fremeva e sibilava, ora iniziò a muoversi come una creatura animata.

    Perché uno e non cento?
    La domanda proveniva da quello che, a quanto pareva, era uno stregone.
    Un'altra voce, altrettanto tenebrosa, si unì alla sua. Proveniva da dietro il Celtigar?
    Perché cento e non mille?

    Ragazzo!
    Per la prima volta, la voce del drago appariva allarmata.
     
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    Himra Celtigar • Nella merda piu totale!


    Aveva afferrato il serpente con entrambe le mani per poi morderlo al tronco con ogni goccia di ferocia ...ma non era servito!
    Zac.
    L'innaturale essere poteva anche esser era rimasto sorpreso dal gesto di Himra, ma questo non bastò ad ucciderlo ne a distrarlo dai suoi intenti:
    il lurido approfittò della situazione per mordere a sua volta il valyriano e non in un posto qualunque, ma al collo!
    Tantissime e fantasiose bestemmie assortite
    C'era frustrazione nell'essere stato buttato dal proprio patrono in quella situazione disperata:
    impreparato ad affrontare un nemico fatto di fumo assieme al suo servitore mutaforma.
    Una sensazione che poteva trasformare solo in dolore e rabbia ... e queste reclamavano il controllo della sua mente a gran voce!
    O forse era uno strisciante veleno alieno ad alienarlo mentre il tempo a sua disposizione volgeva definitivamente al termine?

    Fatto stà che di tutto quel caos che gli stava accadendo nel corpo, nella mente, sotto i piedi e davanti agli occhi poco spazio rimaneva per riflettere.
    Perché uno e non cento?
    Lo stregone ha parlato?!
    Perché cento e non mille?
    Sono DUE?!
    Il giovanissimo cavaliere valyriano sentiva fin troppo vicino il fetido alito della morte, ma se proprio doveva morire di violenza, lo avrebbe fatto a testa alta!
    Serrò ancor di più i denti e con entrambe le braccia diede un potente strappo per togliersi di dosso quel cazzo di serpente!
    Avrebbe sputato quanto rimastogli in bocca assieme ad un generoso fiotto di sangue, fissando lo stregone davanti a se con occhi assassini
    Ragazzo!
    Dove cazzo sei stato finora?!
    Si girò appena e celermenteper intravedere la provenienza del "presunto" secondo stregone
    Se devi dire qualcosa, dilla o falla ora!
    Ma a meno di una rivelazione o intervento divino, Himra si sarebbe subito lanciato con tutta forza sul primo stregone, con il vano intento di spaccargli il cranio e trascinare almeno lui nella tomba con se.


    [SPOILER]300+ parole (escluse le 12 del narratore)

    Non ho idea se devo integrare nell'azione il calcolo di un'azione marziale oppure rimanere sul narrativo essendo il contesto decisamente particolare.
    Io scrivo come viene e al massimo mi mandi un pm su come correggere il post
     
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    Due stregoni? O forse tre, quattro, cinque... Dieci?
    E perché non cento? Perché non ancora di più?

    Himra avrebbe fatto in tempo a colmare la distanza dal suo avversario, correndo veloce come non mai e trafiggendolo con la sua spada.
    La creatura avrebbe urlato di dolore, come se non credesse di essere veramente stata colpita... E svanì in una nuvola di fumo nero.

    Improvvisamente, però, un tremendo dolore si sarebbe propagato per il torace di Himra, diramandosi verso gli arti.
    Tutto attorno a lui assunse tinte rossastre, il mondo sembrava collassare su se stesso.
    Stava... Morendo?

    Non



    E tutto si fermò.

    Himra si ritrovò immerso in un bosco magico e misterioso, un luogo dove il tempo sembrava scorrere diversamente. Ogni albero, alto e possente, emanava un'aura di potere antico. Le foglie degli alberi brillavano di una luce propria, creando un'atmosfera incantata. Ogni raggio di sole che filtrava tra le fronde sembrava danzare con le foglie, generando scintillanti riverberi dorati.
    Le foglie, quando venivano sfiorate dalle sue mani, emanavano una leggera fiamma. Non si trattava di un fuoco che bruciava, ma di una sensazione di calore intenso, come se fossero un cibo estremamente piccante. Era come se il potere dei draghi, simboleggiato da queste foglie, fosse pronto a bruciare dentro di lui, aspettando solo di essere risvegliato...

    Non aveva forse già vissuto quella scena?

    Qualcosa non va
     
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    Himra Celtigar • Si è giovani finchè non scoprire di essere cresciuti


    Aprire gli occhi e sentire l'erba fra le dita non dovrebbe essere una brutta sensazione, eppure quel senso di già vissuto era strano, sforando nella sensazione sorda ed impermeabile di quanto è artefatto.
    Alzò la testa e poi il tronco ritrovandosi seduto in quel bosco dalle caratteristiche decisamente fatate.
    Eppure non ne rimase sorpreso com'era logico aspettarsi, perchè?
    Ispirò ma persino le fragranze indescrivibili con i linguaggi umani non gli diedero appagamento o stupore.

    Messo in piedi si guardò attorno per meglio orientarsi, poi con un gesto inconscio si toccò al petto:
    nessun dolore ne fastidio.
    Il perchè del gesto non lo capì nemmeno lui:
    doveva sentir dolore?
    Che si aspettava di trovare al petto?

    Dove sei?
    Quel luogo non era normale, sicuramente c'era il suo patrono di mezzo.

    Abbassò la mano e toccò inavvertitamente la daga assicurata alla cintola
    Non l'avevo buttata?
    O usata?

    L'aveva buttata o usata?
    Ma quando poi?
    Eppure aveva questa sensazione strana che lentamente si trasformava in pezzi di ricordi:
    in uno si toglieva il cinturone con le armi, in un altro aveva la certezza d'aver brandito l'impugnatura della daga con forza mentre per ultimo la sensazione ...
    ... l'ultima gli sfuggì dalla mente ma sembrava dolorosa!

    Spirito?
    Cosa ...

    Succederà?
    Alzò la testa aspettandosi di trovare la solita grande figura di luce sfocata da qualche parte e avanzò allungando istintivamente la mano verso le foglie di un cespuglio per farsi strada:
    le foglie sembravano calde, caldissime!
    Era normale giusto?
    Come la prima volta
    Quale prima volta?

    Fece per staccare una foglia e portarsela sotto al naso per annusarla, continuando a camminare e ...
    Dove sono le farfalle?
    No aspetta ... che farfalle?


    Immaginò improvvisamente qualcosa di nero, vivo e d'istinto sentì il bisogno di mordere ... e visto che non aveva nient'altro in mano che quella foglia, morse quella.
    No, stavolta era successo qualcosa di diverso, nuovo.

    Lentamente la memoria cominciava a lavorare e mettere assieme i pezzi che uno ad uno tornavano a riva come i resti di un'imbarcazione naufragata dopo la tempesta.

    300+ parole

    Himra prende lentamente coscienza di questa sorta di déjà vu
     
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    Tutto attorno a Himra appariva innaturale...
    Com'era possibile che ogni cosa fosse tornata indietro? Com'era possibile che lui, malgrado tutto, non fosse morto?
    E di nuovo, dove si trovava il drago? Dove si trovava quello che doveva essere il suo mentore?
    Lo aveva forse deluso?

    Uno strano anello...



    Poi... Arrivò la frattura.
    Dapprima Himra avrebbe potuto vedere delle nubi temporalesche addensarsi, poi un singolo fulmine nero squarciò la realtà che lo circondava.

    Tutto si stava ripetendo... Il mondo paradisiaco in cui era immerso stava crollando a pezzi.
    Di nuovo.

    Gli alberi vennero avvolti da fiamme nere, malgrado avesse iniziato a piovere tanto da appesantire notevolmente gli abiti del cavaliere.
    Urla di dolore si levavano dalle piante, come se le stesse foglie stessero esprimendo la loro sofferenza.


    Si può fuggire da uno strano anello?


    Una ventina di metri più in là, nella direzione in cui il cavaliere, memore del passato, stava guardando, una figura sconosciuta (ma lo era davvero?) stava agitando le mani e scagliando fasci di luce violacea contro quegli alberi.

    Vediamo se questo esperimento va a buon fine
     
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