Josephine Mallister

Conoscenze Religiose 6

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    L
    a Fanciulla.

    Dall’angelico e pio volto la statua della Fanciulla era una delle più adorate e suscitava maggior devozione, anche tra le giovanissime. L’immacolata figura di un angelo, incarnata in puro marmo, che si vestiva di ben poche beltà. Semplice nella sua naturalezza. Bella nella sua velleità. Meravigliosa nell’assoluta devozione delle proprie adepte. Ragazze e giovanissime, poco più che infante, offrivano i loro doni alla Fanciulla per ottenere grazia e portamento. Un modello da seguire, una luminosa strada già tracciata per loro e per le fanciulle che verranno. Graziose, aggraziate ed ubbidienti. Era tutto ciò che si richiedeva ad una donna. Il viso beato della statua rammentava alle fanciulle di tutta Westeros di accettare con gaudio il proprio destino ed attendere i doni del terzo volto del Dio Onnipotente. Una statua che se colpita dalla luce del meriggio o dal pallore lunare sapeva animarsi e brillare di luce propria, come un’ammaliante danzatrice che volteggiava in una sala da ballo pronta a catturare lo sguardo dei devoti. Impossibile rimaner insensibili di fronte alle virtù della Fanciulla. La massima aspirazione che una giovane nobile o contadina a cui poteva ambire. L’ambizioso destino di una sfortunata nascita, in quanto donna, ma che trovava riscatto negli ideali che la Fanciulla si faceva portavoce. Luogo di pellegrinaggio per così tante giovani donne, in cerca d’ispirazione per l’incerto futuro o di perdono per atti incestuosi. Ognuno, anche l’animo più puro ed innocente, desiderava ricongiungersi prima o poi con l’angelico viso della Fanciulla.

    L’Amor cortese narrato nelle ballate di ogni poema e decantato dai menestrelli delle locande, si concretizzava nell’ideale di donna che la Fanciulla valorizzava. Bella, virtuosa e casta. Ritrosia di fronte ai goffi corteggiamenti di un villano e pronta a cedere alle parole di un cavaliere dall’animo nobile e dalla scintillante livrea. Il bello generava altro bello. La Beltà riempiva di occhi dei fedeli. Non esisteva altra forma d’amore, per scoraggiare l’adulterio, la sodomia e qualsiasi altra pratica incestuosa. Gli istinti primordiali ingabbiati in un ideale angelico e privo di malizia, ma governato dall’ingenuità della Fanciulla e nobilitato dal supremo fine della procreazione e della continuità delle generazioni. Mai l’amore fine a se stesso, per puro diletto. Le succubi tentatrici dei bordelli, provenienti direttamente dai Sette Inferi, erano l’antitesi delle virtuose adepte della Fanciulla. Vestivano di candore, lasciavano i bei capelli sciolti e s’incoronavano di profumati fiori silvestri. Innocenza e castità. Il piacere stesso dell’attesa. Il momento giusto. L’attesa del piacere, finalizzato al percorso degli Dei. Ai piedi della statua candide candele erano accese per sugellare un voto. Le spose in virtù di un’unione felice con il proprio compagno di vita e le giovani per preservare la propria virtù. Non era infrequente supplicare il terzo volto del Dio per reclamare le virtù perdute della figlia, soprattutto da madri così devote ed attente. Chiedevano la protezione della Fanciulla affinchè le figlie non cadessero nei loschi tranelli dei demoni della lussuria e le inducessero in tentazione. Un errore fatale, concedersi ancor prima del sacro sacramento del matrimonio, che le avrebbe condannate ad un’esistenza di perdizione e di peccato. A volte madri in lacrime chiedevano l’intercessione della casta divinità per perdonare le sconsiderate azioni delle fanciulle o peggio punire chi s’era macchiato di un crimine rapendo la loro verginità.

    In nome della Fanciulle erano stati commessi così tanti crimini. L’ultimo, il cui cuore dei fedeli e devoti ancora sanguinava, s’incarnava nell’abominevole Eresia di Illyria Targaryen. La cugina del Re, condotta alla follia dai mefitici geni del Drago, così come narravano diverse leggende su Valyria, aveva condotto la Vera Fede verso il baratro della perdizione. Maestro Luthor nelle "Cronache della rivolta Illyriana" s’era duramente scagliato contro la martire del popolo, che aveva agitato intere masse di plebei contro l’attuale nobiltà. Auspicava forse ad un Colpo di Stato, che poi era culminato nella conquista di Roccia del Drago. Le mefitiche influenze della Targaryen, nonostante fosse ormai trapassata da tempo, si avvertivano ancora. Tanto da gettare ombra sul culto della Fanciulla, creando un sentimento di paura e diffidenza verso il Volto del Divino che aveva ispirato alla follia Lady Illyria. Di tutt’altro avviso era Lady Josephine Mallister, che aveva preso subito le distanze quando s’era accorta della follia che albergava dietro l’angelico viso della Targaryen. Nascondendosi dietro le virtù della Fanciulla e le beltà che essa portava con sé aveva ingannato un intero regno, agitando folle e creando disordini. Non esisteva dogma più lontano dalla Fanciulla, se non la guerra. Lei che professava pace ed amore, non poteva contemplare i precetti dell’Eresia. Un culto in lenta riabilitazione, che la Mallister non aveva mai abbandonato per affetto e devozione.

    Nel giorno della Fanciulla le strade delle città più importanti di Westeros si dipingevano di colori. Profumati petali di primavera cospargevano le strade, per coprire l’olezzo degli scarichi ed i bisogni degli animali. Palme e rami di piante erano adagiate per sollevare il variopinto corteo dalle strade di fortuna. Un corteo silenzioso di giovanissime donne dedite alla Fanciulla. Oltre che indossare semplici tonache dalle diverse sfumature, tinte con i fiori di stagione, lasciavano sciolti i bei capelli sotto la corona floreale. Intonavano canti sacri, insieme alle loro famiglie, affinché invocassero lo spirito della Fanciulla e portasse loro un matrimonio vantaggioso e conveniente. Non si trattava solo di un’unione vantaggiosa sotto il profilo sociale o economico, un salto di status che ogni donna si auspicava per sé e per l’intera famiglia, ma anche di un matrimonio felice all’insegna del rispetto e dell’amore. La Fanciulla, Dea dell’amor romantico, baciava il capo delle adepte per benedirle con un felice matrimonio. Non di rado alcune Fanciulle percepivano la chiamata dei Sette, invitandole a prender i voti e chiudersi nel Convento delle Stelle. Una via ascetica a cui molte fanciulle aspiravano, soprattutto quelle che provenivano dai ceti sociali meno abietti. Un’esistenza vissuta in sicurezza, non solo fisica ma anche economica. Del resto le Septe ricoprivano un certo ruolo sociale, anche tra le corti di nobili Lord e Lady di Westeros. Compito della “Regina di Amore e Bellezza” era quello d’iniziare le danze accanto al fuoco centrale, in modo per dilettare le fanciulle in età pre-matrimoniale e concedere un’ultima notte prima dei doveri da moglie.

    Il riverbero delle preghiere animava ancora l’animo di Lady Josephine Mallister:

    - ‘O nostra Fanciulla, unica speranza, noi ti supplichiamo: illumina le nostre menti con lo splendore della tua grazia, purifica le nostre anime con il candore della tua purezza, riscalda i nostri cuori con il calore della tua visita. La medicina della tua misericordia guarisca le ferite del peccato.
    ‘O Vergine gloriosa, a te onore e gloria per i secoli eterni. -



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    Competenza: Conoscenze religiose 6 - Sette Dei
     
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