Josephine Mallister

Conoscenze Religiose 7

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    I
    l Guerriero.

    Non esisteva effigie del Dio dai Sette Volti più simile ai mortali se non nella statua marmorea del Guerriero. Un Dio divenuto uomo, la perfezione incarnata nell’essere più imperfetto mai esistito. Brandire una lama e coprirsi di metallo, quando in realtà gli angeli dei Sette Cieli impugnavano il fuoco e si cospargevano di luce per scacciare le forze del Male. Esistevano così tanti scritti riguardo all’eterna lotta tra Angeli e Demoni, con la formazione dei Sette Inferi ed il destino degli Angeli caduti. Coloro che osarono sfidare il volere del Dio, furono scaraventati fuori dai Sette Regni Celesti per ricadere nelle viscere più profonde della terra. Ma gli influssi mefitici, sebbene non potessero raggiungere il Cielo, potevano invece influenzare la vita dei mortali. Per questo i miseri uomini erano condannati a guerre, carestie e malattie. Ostacoli che distruggevano quell’equilibrio e deviavano il percorso dei mortali dalla Luce. I Demoni sussurravano alle orecchie dei più deboli, architettando tranelli, organizzando rivolte e mal consigliando i sovrani. Unica finalità? Il Caos. Affinché l’ordine stabilito dall’Esercito Celeste potesse decadere e permettere alle forze del Male di avanzare di nuovo verso i Sette Regni Celesti. A tal proposito il Dio Onnipotente ed Onnipresente non poteva lasciare le creature del creato privi di difesa, quindi una parte di sé era ascesa nell’indomito animo del Guerriero. Raffigurato come un possente e coraggioso guerriero, impugnava una spada per offendere ed una coriacea armatura per difendere. Difendere i giusti dalle ingiustizie, gli innocenti dal peccato ed i deboli dai prepotenti. Infondere nei mortali la forza di lottare, per un futuro migliore.

    Forza e Coraggio. La forza di esser coraggiosi ed il coraggio di esser forti. L’uno non poteva sussistere senza l’altro. Perché senza le buone intenzioni non esistevano le azioni. E le azioni non potevano nascere senza nobili intenti. Il Guerriero ispirava gli animi dei mortali, per lo più uomini pronti ad affrontare il nemico sul campo di battaglia. Invocava la forza di rialzarsi anche quando si cadeva. Incitava le masse a sollevarsi di fronte alle ingiustizie. Sussurrava ai deboli la ribellione contro gli oppressori. Non si trattava solo di un mero esercizio fisico, una tempra d’animo per incitare le truppe prima di una battaglia. In ogni situazione, anche quella più quotidiana, era richiesto coraggio. Lo spirito del Guerriero discendeva sullo schiavo che puniva il proprio padrone dopo anni di schiavitù, o per la moglie che trovava il coraggio di abbandonare il tetto coniugale dopo anni di soprusi, o ancora per un figlio che era pronto a muovere i propri passi da solo abbandonando le terre natie. Il coraggio era come un salto di fede. C’era bisogno di forza, di tanta forza. La forza di mettere in pericolo la propria integrità, non solo fisica ma anche sociale e morale. Invocare il guerriero permetteva al cuore di non provar timore o paura, ed affrontare con cuor di leone ogni difficoltà. L’assenza di paura, il miglior meccanismo di auto-preservazione dei mortali, non era contemplata. Superare la paura, era ciò che il Guerriero faceva una volta chiesto il suo aiuto.

    In tempi di guerra, come quelli appena passati con la rivolta del Leone e la riconquista del Drago, i soldati chiedevano coraggio per affrontar il nemico sul campo di battaglia mentre i parenti supplicavano per la salvezza dell’anima degli armigeri. Era troppo, a volte, chiedere la salvezza del corpo. Le guerre portavano perdite, vittime e dolori. Non esisteva guerra priva di vittime. Ma onorarle fino alla fine, permettendo una degna sepoltura ai defunti e festeggiare le vittorie sul campo di battaglia erano alla base del culto del Guerriero. Non si trattava di un mero “strumento” per ottener coraggio nei momenti di debolezza, ma la capacità di affrontare con disarmante freddezza il pericolo e non perder di vista l’obbiettivo. Lo Sconosciuto avrebbe comunque reclamato le anime da portare con sé, sarebbe stato il Guerriero fiero e glorioso ad accoglierle tra i cancelli. Riuniti nel piano celestiale avrebbero continuato a brindare e banchettare insieme, in un’eterna festa. Senza dover più spargere sangue e godendosi la pace eterna. “Possa il Guerriero difenderti” oppure “Che il Guerriero doni forza alla mano con cui impugni la spada” erano frasi comuni che chiunque augurava al proprio padre o al proprio fratello in partenza per il fronte. La stessa Lady Josephine Mallister aveva recitato quella liturgia dopo aver baciato i loro elmi ed avvolto un rosario intorno all’elsa delle spade.

    Gare di giostra, duelli di spada, tiro con l'arco o di balestra erano all’ordine del giorno durante la cerimonia in onore del Guerriero, dopo una lunga sessione di preghiere e liturgie in onore del Dio dai Sette Volti. Era il Septon a benedire armi ed armature dei cavalieri, o di aspiranti tali, prima di poter dare il via alla giostra. Spiritualità e divertimento in un solo giorno, quello dedicato al Guerriero. L’eterna lotta tra il piano spirituale e materiale, l’avvento degli esseri celesti ed i guerrieri mortali. Luce ed Ombre, Bene e Male, Coraggio e Viltà. Su ogni campo e disciplina i cavalieri si fronteggiavano per stabilire il migliore. A volte era anche solo importante partecipare, per render onore alla Casata o cercare una rivalsa personale. Di certo alcun atto d’egoismo era ammesso e la spiritualità dell’evento veniva rinnovata ad ogni fase della giostra per preghiere ed inni sacri. Solo a fine giornata, il vincitore avrebbe incoronato la “Regina di Amore e di Bellezza” e chiesto qualsiasi premio al Lord. Spesso si trattava di denaro, favori, oggetti preziosi e nei casi più romantici la mano di una nobile fanciulla. Richieste lecite ma non sempre legittimate, in quanto toccava al Lord ispirato dal buon giudizio del Padre vagliare la richiesta.

    In onore del Guerriero era possibile udire:

    - ‘O Guerriero, tu che giustamente sei chiamato forza di Dio, poiché sei stato scelto per annunciare il regno dell'Onnipotente, facci conoscere i tesori racchiusi in noi e sii nostro protettore.
    ‘O Guerriero con tutte le tue legioni celesti, accompagnateci, guidateci, proteggeteci e preservateci da tutte le insidie dei nostri nemici visibili e invisibili. -



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    Competenza: Conoscenze religiose 7 - Sette Dei
     
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