Josephine Mallister

Conoscenze Religiose 10

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    L
    o Sconosciuto.

    Tra i Sette Volti, quello dello Sconosciuto, era senza dubbio quello più enigmatico. Una pesante cappa ed un ampio cappuccio calavano sulle sue fattezze, rendendolo irriconoscibile. Né uomo, né donna. Né anziano, né giovane. Né umano, né bestia. Né buono, né malvagio. Né magnanimo, né pusillanime. Né buono, né cattivo. Nessuno sapeva cosa aspettarsi dallo Sconosciuto, tanto da generar timore anche nel cavalliere più impavido o dal Lord meno credente. Era senza dubbio il settimo volto del Divino a incutere terrore e rammentare i peccatori di ritornare sulla retta via. Perché la falce dello Sconosciuto non preannunciava la calata sull’anima, fino a mietere vittime e reclamare anime pie o meno pie. Indistintamente rapiva anime, senza discriminare tra ricchi o poveri, giovani o vecchi, uomini o donne. Davanti alla morte tutti erano uguali. I poveri smettevano di soffrire, i ricchi abbandonavano alle loro ricchezze terrene, i giovani rinunciavano agli anni ancora da vivere, i vecchi lenivano le loro sofferenze nel corpo, gli uomini espiavano i loro peccati e le donne accoglievano mestamente il loro destino come avevano fatto in vita. Nessuno poteva sottrarsi alla chiamata dello Sconosciuto. Quel sottile ed invisibile filo della vita veniva inesorabilmente reciso in modo da ricongiungere l’anima alla Divinità. Lo Sconosciuto era incaricato a traghettare le anime verso l’Oltre, il grande ed ignoto trapasso. Nessuno mai era tornato per parlarne. Un assassino ammantato senza mai aver testimoni. Mai una vittima sopravvissuta. Eppure sapeva anche stroncare le sofferenze dei malati, cessare la fame agli affamati ed interrompere le umiliazioni delle prostitute. Miseria e nobiltà assumevano le stesse sfumature davanti al suo oscuro e misterioso manto. La statua non aveva forma. Fattezze indecifrabili. Né uomo e né donna, né angelo e né demone. Così tanti avevano provato a dare un volto allo Sconosciuto, nessuno c’era riuscito. Un mistero fino al tramonto dei tempi, tanto quanto quello della Fede.

    Manto oscuro e salvifico della morte. Un manto che avvolgeva ogni cosa. Dalle sventurate vite di fanciulle rapite fino agli steli d’erba di un campo incolto. Per alcuni l’arrivo dello Sconosciuto sopraggiungeva con gaudio. Chi aveva smesso di credere nella vita e pronto a sacrificare se stesso per dogmi e credenze. I Martiri invocavano l’ombra nera dello Sconosciuto affinché potesse in qualche modo ricompensarli del coraggioso atto e condurli al cospetto del Divino. Altri percepivano l’arrivo dello Sconosciuto come un sollievo, in modo da veder finite le umane e terrene sofferenze. Infermi, poveri ed abietti spesso si lasciavano andare o in un gelido lago o contro la lama di una guardia. Il tutto per poter raggiungere il Divino dai Sette Volti, anche perché non reputavano più la loro vita dignitosa. Non abbastanza da essere davvero vissuta. C’era dignità nella morte, se ponderata con saggezza e fervida credenza. Pochi davvero pregavano lo Sconosciuto, soprattutto tra chi reputava la Fede con un mero vezzo o una forma d’etichetta e di buon costume. Solo i veri fedeli dei Sette offrivano anche al settimo volto offerte. Perché l’Onnipotente e l’Onnipresente s’incarnava anche nel concetto di morte, il momento di massima solitudine e miseria dei mortali. Emarginati, sofferenti o prostitute spesso invocavano lo Sconosciuto per chiedere i loro favori. Chiedevano di essere favoriti nella penombra, per poter sopravvivere ad una vita ingiusta e rapire chi era stato ingiusto con loro. Lo Sconosciuto non era un Angelo Vendicativo, ma qualcosa di molto più profondo, Mieteva anime indistintamente per riportare un equilibrio, per rammentare a chiunque la caducità della vita e che di fronte al Divino non importava alcuna ricchezza o conoscenza. Anche il più misero poteva esser ricco, mentre il più ricchi rivelarsi poveri.

    Lady Josephine Mallister era stata affascinata dalle storie che circolavano intorno alle Sorelle del Silenzio. Si trattava di un gruppo di Septe che aveva dedicato la loro vita allo Sconosciuto, diventandone le spose, giurando di non proferir parola e preparare i corpi al gran trapasso. Si trattava di un gruppo di devote che puliva i corpi dalle ferite della battaglia, li ricomponeva per donare un corpo su cui piangere ai familiari ed apponeva due monete sugli occhi per permettere il trapasso nell’Oltre. Un dazio necessario secondo gli antichi, una superstizione secondo la Cittadella. Eppure nessuno osava cremare il corpo senza due monete per l’antico traghettatore d’anime.

    Il Giorno dello Sconosciuto era dunque dedicato ai defunti. Cori funebri e lamenti di dolore si diffondevano su ogni dove ed in ogni città. Era il momento per ricordare chi era caduto in battaglia, chi s’era spento nel donare nuova vita e chi era stato stroncato da terribili epidemie di peste. La morte sembrava tanto frequenta, alquanto vicina nella quotidianità ed ancor di più in quel giorno dedicato al Dio. Lo Sconosciuto si aggirava silenzioso tra i mortali. Ponderava il peso dell’anima, ne osservava lo spessore del filo e solo quando era convinto ne recideva il legame con la vita. Secondo madri addolorate o padri senza più eredi lo Sconosciuto era crudele. Rapiva anime senza una logica, ed a volte sapeva essere ingiusto e crudele. Disegni divini che i mortali non potevano di certo comprendere. Non a casa nelle liturgie del mattino, ma soprattutto in quelle del vespro, si parlava di Mistero della Fede. Durante il giorno dello Sconosciuto i canali comunicativi tra il mondo dei vivi e quello dei morti perdevano ogni ostacolo. I Defunti potevano parlare con i loro parenti, intercedendo per loro stessi affinché avessero salva l’anima. Consigli, rimproveri e profezie provenivano dalle esangui e screpolate labbra dei morti. Sussurri che solo alcuni potevano comprendere. Alcuni riuscivano solo ad udirne il sinistro richiamo, senza mai raggiungere un’elaborazione cosciente e razionale. La rarità, più unica che rara, riusciva a distinguere i sussurri dei defunti. Il saluto dei defunti avveniva con diverse tradizioni a seconda del Feudo: piccole barchette incendiate sul corso di un fiume nelle Terre dei Fiumi, volo di lanterne di cartone nelle Terre della Tempesta o boccioli floreali lasciati sul pelo dell’acqua di un lago per l’Altopiano. Solo dopo le preghiere finali il fuoco veniva spento per porre a termine i festeggiamenti.

    In onore dello Sconosciuto recitava:

    - ‘O Sconosciuto, onnipotente ed eterno, Signore dei vivi e dei morti, concedi il perdono e la pace a tutti i defunti, perché immersi nella tua beatitudine ti lodino senza fine. -



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