Viviamo in una società

Role:Libera (Evento:Grinch Game)

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    Lord

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      Betyu· Clan delle Ossa, Gola, Oltre la Barriera· 23 febbraio 286
    I
    l Clan in cui ero cresciuto una volta era guidato da un guerriero molto forte. Aveva partecipato a tantissime razzie nelle terre degli Inginocchiati e ucciso molti corvi. Era temuto da loro così tanto che gli avevano affibbiato l’appellativo di Lord delle Ossa. E quel combattente doveva aver avuto una grande superbia, perché pretese di farsi chiamare con quel titolo pure dalla gente del nostro Clan. O almeno la storia doveva essere andata qualcosa del genere. Tutto quello era successo certamente prima che io nascessi, perché da quando ho memoria non ho mai conosciuto altro nome per quel capo. Per quanto ne sapessi io, poteva non avere mai avuto un vero nome al di fuori di quello.
    Comunque fosse chiamato, quello non cambiava il carattere che mostrava e la gentaglia che lo seguiva. Non posso dire di averci mai parlato direttamente, hai tempi il nostro Clan era ancora molto grande ed io ero nessuno figlio di altri nessuno, evitato pure dai miei coetanei perché a loro dire ero strano. Quindi i ricordi che ho del Lord sono solo dalle grandi assemblee, o ancora peggio dalle feste le sere tardi quando tornavano dalle razzie con molte sacche di pelle piene di vino e idromele. Diventavano così turbolenti che alcune delle madri ci ripetevano di entrare presto nelle tende e non uscire per ragione alcuna. Io seguivo quegli ordini con precisione, ma molti altri ragazzini della mia stessa età non lo facevano, andando a mischiarsi in mezzo agli adulti inebriati o direttamente ubriachi fradici dal tanto festeggiare. Non seppi mai veramente cosa facevano in quei festini, ma dai suoni che udivo attraverso le pelli della tenda e potei dedurre crescendo, non erano immagini a cui mi piaceva pensare nella mia testa.
    Anche quando non bevevano, il Lord delle Ossa e tutti i guerrieri del Clan che lo seguivano come una coorte stretta erano maneschi e vergognosi. Trattavano le compagne donne senza rispetto, non ringraziandole per i loro lavori e approfittando anche di mettere le mani addosso a altri donne, già spose di uomini o anche celibi. Perché dovevamo continuare a seguire certe figure? Come Clan non eravamo in grado di pensare in modo migliore, ascoltare le storie del passato dagli anziani per imparare a vivere in pace e stringendo legami con le altre popolazioni in quelle terre libere? Ah già, mi ricordo perché seguimmo loro. Quegli uomini avevano in mano l’ascia più grossa, e quando tornavano dalle razzie spargevano i doni dei loro furti in giro tra i membri del Clan. La gente quindi satolla oppure impaurita non si opponeva. Non so se ai tempi ci fosse un sentimento sussurrato di dissenso tra i membri del Clan, ero troppo piccolo allora e quelle cose non venivano a dirmele. Ma se una simile corrente era presente tra la nostra gente, non agì mai. Il dominio del Lord e dei suoi scagnozzi venne lasciato agire indisturbato per oltre due decadi della mia vita.


    I fatti di quell’anno, il 285 A.A. come usavano dire gli Inginocchiati, li ricordo ancora bene. All’inizio pensavo sarebbe stata solo come una delle solite incursioni al di sotto della Barriera che faceva il nostro Clan, ma questa fu diversa. Un uomo da un altro Clan era stato eletto Capo dei Capi tre anni almeno prima, ma quella sua posizione non aveva cambiato molto il fare delle nostre genti. Il Lord e la sua compagnia ancora agivano con impunità, mentre il Grande Capo non si era mai presentato tra le nostre tende. Quell’anno però arrivò qualcosa di lui al nostro accampamento. Parole di radunare tutti i guerrieri abili, ordini di farlo in fretta. L’uomo prometteva che avrebbe portato tutto il Popolo Libero di nuovo dall’altro lato della Barriera, nelle terre che erano state rubate ai nostri antenati. Conobbi a quel tempo per la prima volta il nome di quel Grande Capo di tutti gli Uomini Liberi, si chiamava Theored ed era nato tra la gente che per prima aveva piantato le tende attorno Aspra Dimora, reclamandone i terreni di caccia. Non erano un unico Clan, ma tanti raccoltisi insieme nelle grotte sulla scogliera, in un ambiente pieno di tutte le risorse che una persona poteva pensare di avere bisogno. Forse fu per quelle ragioni che divennero così grandi, tanto da riuscire a espandere la loro influenza anche su gli altri Clans nelle terre dove si trovava la neve perenne.
    Fatto sta che il Lord delle Ossa prese quella occasione come una mamma orsa prendeva i salmoni che risalivano la cascata. Aveva sempre mostrato un gusto per la violenza indiscriminata, quella era solo un modo per incanalarlo verso delle vittime per cui pensava non avrebbe ricevuto ripercussioni.
    Il modo in cui radunò i guerrieri fu più feroce del solito. Per tutti gli anni precedenti alle incursioni era stata lasciata agli uomini stessi la scelta di partecipare o meno. Esserne parte era motivo di grande orgoglio, ma anche un grande rischio. La morte per mano dei corvi o dei cavalieri stellati non era causa di morte rara nel Clan delle Ossa. Dunque non era un caso che tra gli anziani del Clan la più grande parte sopravvissuta era di coloro che avevano saputo soppesare le battaglie a cui partecipare, spesso preferendo rimanere indietro a proteggere la propria famiglia piuttosto che andare a morire. Ma quella volta fu diverso. Il Lord iniziò a pretendere che ogni uomo in grado di tenere in mano un’ascia lo seguisse, andando a reclutare anche ragazzi più giovani di me. Fosse stato per il suo volere, nell’accampamento del Clan sarebbero rimasti solo più le donne e gli infanti.
    Ma qualcuno tra gli anziani del Clan gli si oppose. Forse l’unico che aveva abbastanza autorità tra le nostre genti per poter parlare contro al Lord e non venire tagliato di netto sul posto dalla sua grande ascia. Lo sciamano del Clan disse quanto sarebbe stato irresponsabile lasciare l’accampamento senza difese. Altri Clans avrebbero potuto approfittare della assenza dei nostri uomini e fare razzia di tutti i nostri averi. Grosso Falco era anche preoccupato per le capacità dei rimasti di sopravvivere da soli, avendo timore di una sconfitta netta. Ma quel suo dubbio non lo espresse in pubblica piazza, solo durante una delle lezioni in privato a me.
    Le parole del saggio anziano, anziano già quando il Lord doveva essere stato solo un bambino, riuscirono a convincerlo. Io venni escluso da quella battaglia, e come me molti altri giovani che non avevano mai avuto esperienze di guerra. Anche molti cacciatori vennero risparmiati dalla chiamata, essendo che il maggiore utilizzo che avrebbero potuto avere sarebbe stato quello di essere scout. Mio padre così anche riuscì ad evitare la leva.
    Un uomo invece che partecipò a quella incursione, non forzato ma proponendosi di sua sponte, fu il fratello maggiore di mio papà. Lui era come tutti quelli che seguivano il Lord, o almeno avrebbe voluto essere uno di loro. Derideva mio padre per l’amore che dimostrava nei confronti della mamma, e faceva insinuazioni spregevoli su di me e su di lei. Posso dire che, sapendo la fine che poi gli è capitata, non ne sono rammaricato.
    Il nostro nucleo stretto della famiglia rimase alle tende, mentre il Lord delle Ossa insieme ai suoi generali e tutti i guerrieri reclutati marciarono verso il sud, dove si sarebbero dovuti incontrare con gli altri Clans, e il Capo dei Capi sotto la sua guida.
    I messaggi di quanto accadde dopo sono molto scarni. Forse ricevemmo maggiori informazioni, ma se così fu Grosso Falco prese la decisione di trattenerle. Tutto quello che venimmo a sapere fu che l’intera armata del Popolo Libero, la più grande alleanza di Clans da tempi immemori, venne spazzata via. Dei guerrieri del nostro Clan nessuno era sopravvissuto. Sembra che trovarono la loro fine seguendo il Lord fino a più dentro il terreno degli Inginocchiati, da parte di un discendente degli antichi re del Nord. Morirono in un luogo chiamato Copricapo della Matrona, o un nome simile nella lingua del popolo del sud.


    La situazione dopo quei tempi non fu florida per niente. Eravamo giunti alle ossa in quanto a teste capaci di cacciare e difendere il Clan, e ora non vi era più una figura unica a cui fare riferimento. Nel caos dopo quella cocente sconfitta nessun uomo si fece avanti per contendere il titolo di capo del Clan. Le uniche persone a cui ci si poteva ancora affidare, oltre alla più stretta famiglia di sangue, erano gli anziani. Loro divennero de facto il concilio decisionale per il nostro Clan, e di loro Grosso Falco il leader.
    Anche se a prendere le decisioni dure erano saliti alla sfida gli anziani, questo non significava che il Clan intero avesse ottenuto più sale in zucca. La maggior parte dei guerrieri nostri erano morti inutilmente nelle terre sotto la Barriera, ma il Clan quando ero un bambino era immenso. Anche se nove su dieci degli uomini erano morti, ne rimaneva ancora un numero valido abbastanza per far crescere pensieri di violenza. Erano i cacciatori e gli uomini di famiglia rimasti indietro dalla grande incursione, ma non per questo immuni al morbo della violenza.
    Non eravamo l’unico Clan la cui situazione era stata scossa dalle perdite. Tutti i Clans erano in subbuglio, ma ce n’erano alcuni che approfittarono di questa situazione per espandersi al danno di noi altri sofferenti. Vicino alle nostre zone di caccia si era spostato il Clan dei Fiumi Gelidi. Di tutte le persone del Popolo Libero loro avevano preso quel concetto più all’estremo, ritornando ad uno stato quasi animalesco. Non erano in grado di creare niente di utile, solo di rubare e attaccare. Facevano delle altre persone pasti, come degli animali. Entravano impunemente nei nostri territori, cacciando i nostri animali e spaventando i gruppi di prede. Ci avrebbero presi alla fame avessero continuato solo in quel modo. Ma loro facevano anche di peggio. Cacciavano i nostri cacciatori e i nostri scout. Le molte morti avevano messo una scintilla alla miccia di vendetta dei cacciatori del nostro Clan. Oramai ero io diventato un adulto e nel Clan tutto eravamo rimasti così in pochi da sembrarmi ragionevole. Cercai di parlare, portando una voce della calma e della ragione. Ma loro non mi stettero a sentire. Erano uomini che conoscevano solo una cosa, e quella cosa era la supremazia attraverso la forza.
    Parlai di quei problemi con Grosso Falco, e con altri membri capaci ancora di pensiero logico nel Clan. Tutti riconobbero che un dialogo con quelle genti cannibali non era possibile. Mi venne in mente una altra sola idea. Se lo scontro era l’unico modo per terminare quella faida, avrei trovato degli aiuti validi per il nostro Clan. Partii verso est. Avrei raggiunto la prima fortezza, e lì avrei cercato di parlare con loro. Ci credevo, con l’aiuto dei Guardiani avremmo potuto salvare il nostro Clan.


    Parole: 1802

    libera per il Grinch Game.
    CITAZIONE
    -Jaston -il tuo pg pensa tra sé e sé riflettendo sul governo del suo Clan

    Code highly influenced by SlasherShane's and »S«'s

     
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    Affinità: - 2 Affinità Clan delle Ossa
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