Risveglio del sangue draconico - Himra

Sano come un drago

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    In qualche luogo, in qualche momento...



    Himra giaceva immobile, il corpo contorto dal dolore insopportabile che lo avvolgeva come un'oscura nebbia. Il suolo intorno a lui era intriso del suo sangue, una macabra testimonianza della feroce battaglia che aveva affrontato. La sua armatura, una volta scintillante, era ormai ridotta a un ammasso di rottami, e la luce nei suoi occhi era offuscata dal peso dell'agonia.

    Il cielo sopra di lui si tingeva di sfumature violacee mentre il sole lentamente scompariva all'orizzonte, gettando un'ombra sempre più cupa su Himra e la sua sofferenza. Gli uccelli notturni cominciarono il loro canto, creando una melodia triste che sembrava risuonare con il dolore del guerriero.

    Le ferite di Himra erano più profonde di quanto potesse esprimere il linguaggio delle cicatrici. Il suo respiro era affannoso, come se ogni inspirazione fosse una lotta, una sfida contro il destino che aveva deciso di incrociare il suo cammino in quel modo crudele.

    In lontananza, una figura si stagliava nell'oscurità. Un amico, forse un alleato, si avvicinava lentamente, consapevole della sofferenza di Himra. Il suono dei passi era un eco sommesso nella notte, eppure appariva così familiare...
    Ecco che la figura, mentre si avvicinava, diventava sempre meno nitida, i suoi contorni sempre più offuscati.
    Era impossibile distinguere chi fosse, ma il Celtigar avrebbe certamente capito che si trattava della stessa creatura che aveva dato inizio a quella lunga serie di visioni.

    "Nonostante il tuo corpo sia spezzato, la tua volontà è ancora intatta," disse la creatura, abbassandosi accanto a Himra. "La battaglia può essere persa, ma la guerra non è ancora finita. C'è ancora una possibilità di redenzione, di trovare pace."

    Sun_Wukong
     
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    Non ricordava com'era finito in quella situazione, non si era nemmeno posto il dilemma se fosse un nuovo sogno o la realtà:
    quando il dolore canta la propria lirica, la mente può solo aggrapparsi al corpo sofferente strappando singoli e sporadici pensieri slegati fra loro.

    Non era preoccupato per l'armatura a pezzi, ne per l'assenza di un'arma in mano, tantomeno la triste canzone degli uccelli sopra di lui che lo consolavano e si scusavano prima di farne l'imminente pasto.
    Purtroppo non lo preoccupava nemmeno il dolore che seppur presente si presentava un briciolo meno forte, perchè quando soffri così tanto qualsiasi cosa assomigli ad un minimo sollievo è valutata in modo benevolo ... qualsiasi cosa significhi, anche la peggiore.

    Poi tossì e la testa esplose, ogni muscolo ebbe una dolorosissima contrazione e sentì varie parti del corpo bruciare.
    Sangue in gola, altra tosse e altro dolore.
    Basta basta basta
    Dovette sforzarsi con tutto se stesso per neutralizzare l'istinto a tossire ancora e ancora
    Basta o muoio basta
    I colpi di tosse divennero sommessi, puro vetro in gola ma più "gestibile".

    Dicono che se fà male vuol dire che sei vivo ed è maledettamente vero:
    ora si sentiva leggermente più consapevole, nel mezzo di un fragilissimo equilibrio che poteva sgretolarsi al minimo eccesso che fosse spasmo, un movimento sbagliato o altro di simile era solo questione di tempo.

    Passò il polso sulla fronte e sugli occhi tremante riuscendo a vedere il mondo attorno con irregolari macchie porpora in mezzo all'oscurità che avanzava sia in modo figurato che in quello letterale.
    C'era qualcuno che si stava avvicinando, non aveva capito bene chi fosse ma gli sembrava qualcuno di amico?
    Non ostile diciamo e tanto bastava.

    Alzò il braccio ed indicò un punto li vicino
    La borsa ... presto
    Biascicò più che altrò, nemmeno sapeva se era realmente in quel punto la sua borsa medica, ma almeno l'informazione doveva darla per sperare di rimettersi insieme pezzo a pezzo ... anche se obiettivamente nemmeno sapeva da dove iniziare.

    Trattenne un colpo di tosse e attese, la figura fù più vicina e finalmente capì chi fosse
    "Nonostante il tuo corpo sia spezzato, la tua volontà è ancora intatta, ... La battaglia può essere persa, ma la guerra non è ancora finita. C'è ancora una possibilità di redenzione, di trovare pace."
    Spirito ... per chè?
    Redenzione? Pace? Perchè mi fai questo?


    300+ parole (già escluse le 33 del master)
     
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    La creatura avrebbe sorriso comprensiva.
    Anche da ferito... Anche quando il dolore ti avvolge come un manto, Himra, devi ricordare il potere del tuo sangue.

    Si sarebbe seduta accanto al Celtigar, senza accennare a prendere la borsa medica. Sembrava affascinata da una ferita in particolare, una che squarciava il torace di Himra..
    Non dimenticare... Il tuo sangue è ciò che ti curerà. Il male che ti affligge può svanire, se tu accedi al tuo grande potere.

    Avrebbe poggiato il dito sulla coscia sinistra del cavaliere, dove una freccia si era conficcata. Le sue dita erano calde, ma calde in modo diverso da come potevano essere quelle di un umano: era lo stesso calore che emanava da un allegro falò.

    Estrarrò la freccia per te... Ma sarai tu a dover guarire. Non posso guarire la tua ferita al posto tuo. Lo avrebbe ammonito. Poi, senza dire altro, avrebbe afferrato la freccia nel pugno.

    Uno...

    Due...

    Tre!


    Con uno strattone, la freccia venne liberata dalla coscia del Celtigar, da cui iniziò a sprizzare sangue.
     
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    Anche da ferito... Anche quando il dolore ti avvolge come un manto, Himra, devi ricordare il potere del tuo sangue.
    Il patrono poteva mostrarsi sorridete, sembrare coprensivo o persino esserlo genuinamente ... ma Himra faceva già parecchia fatica a prestare orecchio alle sue parole, figuriamoci alla difficoltà del pensare.
    Non dimenticare... Il tuo sangue è ciò che ti curerà. Il male che ti affligge può svanire, se tu accedi al tuo grande potere.
    Il mio sangue ...
    La mente cominciava a lottare contro il dolore, a vincere la prima battaglia!
    Peccato che anche la mente poteva giocare brutti scherzi
    Ma ne ho ancora?
    Scoppiò a ridere, ma proprio il sangue fece sentire la propria scomoda presenza in gola e la sua sinergia con il patimento generale arrivò più in fretta di un battito di ciglia obbligandolo ad un faticoso contenimento dei danni.

    Si calmò, almeno per quanto fosse possibile farlo e osservò il tocco del patrono sulla gamba offesa, vivendo con preoccupazione le parole successive
    Estrarrò la freccia per te... Ma sarai tu a dover guarire. Non posso guarire la tua ferita al posto tuo.
    Aveva intuito cosa sarebbe successo da li a poco:
    prima che le cose potessero migliorare, dovevano peggiorare!
    Peggiorare tanto!


    Annuì, con la paura nel cuore, ma annuì!
    Ce la faccio
    Ce la faccio, ce la faccio, ce a faccio!
    Serrò le labbra, ritrasse la lingua e afferrò con le mani qualsiasi cosa ci fosse per terra.
    Uno...

    Due...

    Tre!


    MHHHHHHH ... MHHHhhh


    La mente del giovane cavaliere si riempì di urli, bestemmie ed imprecazioni come mai prima d'ora, il petto si animò ritmicamente attraverso un vistoso respiro che istigò non poco il vistoso squarcio ... eppure riuscì a contenere quel primo impatto.

    mfhhh ... mfhh mfhh


    Chiuse gli occhi e memore degli insegnamenti ricevuti, come prima cosa tentò d'indurre una sorta di catarsi per librarsi oltre al dolore, immaginandosi al di sopra di ogni stimolo esterno
    Il sangue, devo "bruciare"
    Di seguito, aggrappato al momento, evocò il secondo insegnamento ricevuto nella mente, la sensazione di un calore liquido che scorreva nelle vene, un potere antico capace di farsi strada attraverso le ferite.
    Ecco
    Ed alla fine di tutto riaprì gli occhi alla ricerca di conferme sul proprio corpo e negli occhi del patrono


    300+ parole (tolte le 67 del narratore)
     
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    Come un torrente di fiamme parve pervadergli il corpo, cancellando ogni sensazione al di fuori del dolore, gli stessi colori abbandonarono la sua vista, come i suoni che lo circondavano, sostituiti da un fischio pulsante. Cieco e capace solo di sentir bruciare, Himra avrebbe avuto la parvenza di essersi tramutato in fuoco stesso, essenza bruciante senza corpo o carne. Si sentiva muoversi nell’etere trascinato dalle correnti, come l’alito fumoso di tizzone ardente, come pura fiamma sballottata in giro dal vento. Sarebbe finito allo stesso modo? Si sarebbe raffreddato una volta abbastanza in alto? Raffreddato e spento per sempre? Era una prospettiva in qualche modo più terrificante della tortura che stava vivendo o sarebbe tutto sommato stata un’augurabile fine a quello strazio?
    Per un momento la fine sembrò vicina, il freddo improvvisamente lo avvolse e vide come il suo corpo giacere al di sotto di lui, come una montagna morta reduce di un’eruzione.
    Chi lo diceva che la morte non potesse essere allegra? Meglio essere morti che morire.
    E invece di nuovo fuoco e magma gli uscirono dalle carni, ed Himra si scosse come riportato a forza nel suo corpo mentre sangue bollente continuava a fuoriuscire dalla sua ferita. Ma stavolta, come lava precipitata nell’oceano, come lapilli sputati dal fuoco, il sangue si raffreddò ed indurì, trasformandosi in strato basaltico sul suo arto.
    La ferita era stata colmata, la fornace poteva continuare ad ardere, era al sicuro dal gelo, non sarebbe morto, non sarebbe morto, non sarebbe morto.
    Non sei morto - era un sorriso o un ghigno? Derideva o si preoccupava quella figura?
    Alzati e cammina - ordine o incoraggiamento?
    L’osso gli era stato spezzato dalla freccia, il sangue gli era ribollito in corpo e coperto la gamba di pietra lavica, come poteva alzarsi? Come poteva vivere sperando di controlalre un sangue del genere?
    La tua volontà è intatta? - risuonò di nuovo quella frase, stavolta posta come domanda. Era forse il gelo l’unica alternativa al tenere salda la sua volontà?
     
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    Non il dolore di una nascita, ma quello di uno spirito che lottava per riprendere tanto il possesso quanto la padronanza delle propria vestigia terrene attraverso nervosi affanni:
    narici che bramano aria alimentando l'invisibile fuoco interno, il petto che si sollevava con ansiosa urgenza come il mantice di un fabbro nel più delicato dei momenti, gli spasmi del corpo che crepavano le nere croste fumanti mostrando nuovi superfici sotto di esse.

    Il suo involucro si stava riforgiando.


    Non sei morto
    Dolore si eppure anche l'euforia della vita che voleva poteva e doveva vincere su tutto ciò che l'aveva offesa ad ogni costo.
    AAAHHHH!
    Urlò e poi strinse i denti facendo proprie tutte le sensazioni che si contraddicevano e complementavano fra loro.
    Alzati e cammina
    SADICO BASTARDO!
    Inveì persino contro il proprio patrono tanta era la sofferenza
    Mi alzo, MI ALZOOOO!
    Non sapeva come realmente fare, sapeva solo che poteva e doveva farlo in qualche modo:
    le mani afferrarono quanto di più vicino da entrambe le parti, spingendo per ergersi in piedi, usando solo l'altra gamba come poggio mentre quella ferita veniva mossa quanto un fragile oggetto inanimato.
    La tua volontà è intatta?
    Non bastava alzarsi, bisognava CAMMINARE ora, bisognava credere ed usare la gamba che era stata spezzata
    Sii, SIIII!
    Urlò in risposta al patrono con toni non più tanto razionali, ma che si prestavano all'autoincitamento.

    Non era presente in lui la fede di un fanatico verso un dio silenzioso distante ma perfetto.
    Nemmeno la convinzione di chi aveva visto prodigi da parte propria e del mutevole patrono che lo accompagnava nel calvario.
    Era la sua volontà primordiale a guidarlo, propria di chi agisce senza concepire una resa, cercando un modo per vincere l'ostacolo.

    E così Himra procedette, poggiandi il piede della gamba offesa e di seguito caricandolo di tutto il proprio peso per muovere il primo passo, lasciando alla carne alle ossa e al sangue diventato veste d'ossidiana il compito di sostenerlo.


    300+ parole (al netto delle 11 del narratore)
     
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    Quale che fosse il destino di Himra, quale che fosse la sua risposta... Sarebbe toccato a lui uscir fuori da quella situazione. Ad ogni urlo, lentamente, le sue ferite sembrarono rimarginarsi un po' di più, lasciando la pelle intorpidita e violacea. Ogni urlo avrebbe mozzato di più il fiato di Himra. Ogni urlo lo avrebbe privato di altre energie... Ma le sue ferite sembravano veramente guarire. Sentiva che le sue condizioni stavano migliorando. Era come se stesse vivendo mesi di convalescenza in una manciata di secondi.

    Con ogni lamentela straziante che sfuggiva dalle sue labbra, una sensazione di rinascita si diffondeva dentro di lui. Ogni graffio, ogni bruciatura, ogni frattura, sembrava dissolversi sotto il fuoco dell'agonia. Il suo corpo, maltrattato e stremato, sembrava rispondere a una forza sconosciuta, un'energia curativa che si manifestava solo nel momento del suo tormento più profondo.

    In quegli istanti di dolore lancinante, Himra avvertiva una strana serenità, come se la sofferenza stessa fosse diventata la chiave della sua guarigione. I suoi sensi si acutizzavano mentre il dolore lo avvolgeva, eppure una strana calma lo pervadeva, come se fosse avvolto da un manto protettivo invisibile.

    Il tempo sembrava rallentare, le sue percezioni si confondevano tra il reale e l'illusorio. Era come se il mondo intorno a lui si fosse fermato, lasciandolo solo con il suo dolore e la sua resilienza. Ogni respiro diventava un passo verso la guarigione, ogni gemito una preghiera per la sua salvezza.
     
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    Assuefatto ad un mondo consumato e corrotto, che permetteva a turpi oscurità di danzare sul poco che di buono esisteva, il fin troppo giovane cavaliere affrontava passo dopo passo quella guarigione, esattamente come la propria vita:
    praticamente da solo, senza alcun vero sostegno familiare e senza il diretto supporto del proprio patrono, forte di quel poco era riuscito ad ottenere faticosamente da questo o quello.
    Una determinazione simile all'acciaio e una solitudine che si trasformava in forza interiore gli avevano permesso di superare prove ed ostacoli unici.
    Prezzo da pagare o risultato che fosse, il tutto aveva forzato il giovane Himra ad una fioritura precoce:
    vivere o morire era una domanda priva di senso per chi era come lui.

    Destino beffardo che gli aveva rivelato il futuro giudando la sua mano nella scelta dello stemma!

    Immerso nella propria agonia fatale e avvolto da calore ingestibile, il suo spirito ancestrale rimasto finora celato come una gemma nascosta nelle viscere della terra si rivelava diventando artefice di un miracolo:
    come una fenice delle terre dell' est Himra moriva e nasceva nello stesso momento, con urla di morte che si fondevano ai primi vagiti di una vita.
    Una resurrezione non fatta di piume e fiamme, ma di vene al posto delle ferite, di muscoli che si sostituivano alle cicatrici e di vita che s'innalzava oltre il velo della fredda morte.
    Era diventato come la creatura mitica che l'aveva affascinato agli inizi del suo viaggio!
    Solo come lui, forse unico proprio per ciò che rappresenta!

    Il canto della morte e della vita si fusero e raggiunsero il proprio picco, lasciandolo stremato eppure via via più consapevole, un'illuminazione da quella mistica esperienza che ne alleviava il patimento che minò la barriera fra sogno e consapevolezza.
    A lui però non interessava:
    perchè camminare se aveva le ali?
    Meglio volare

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    Nel turbine di sensazioni contrastanti, Himra trovò una strana pace interiore, un'incrollabile convinzione che la sua volontà avrebbe prevalso sul destino avverso. Ogni palpito del cuore era un richiamo alla sua determinazione, ogni goccia di sudore una testimonianza della sua resistenza. Mentre il dolore continuava a martellarlo, egli si aggrappava con fermezza alla speranza, consapevole che solo attraverso la sua tenacia avrebbe potuto ribaltare le sorti del suo destino.

    Le sue ferite, una volta profonde e sanguinanti, ora emanavano un debole bagliore di guarigione. L'aria intorno a lui sembrava carica di un'energia ancestrale, una forza primordiale che si insinuava nelle pieghe del suo essere, nutrendo la sua resistenza. Ogni istante trascorso in quella dimensione sospesa era un passo verso la sua trasformazione, un'opportunità per rinascere dalle ceneri del suo dolore.

    E così, immerso nel tumulto della sua lotta interiore, Himra si abbandonò al flusso dell'energia vitale che lo circondava. Ogni fibra del suo essere vibrava in sintonia con l'universo, accogliendo il potere curativo che scorreva dentro di lui. Nell'oscurità della sua angoscia, intravide una luce tremolante di speranza, una fiamma che ardeva con la promessa di una nuova alba.

    Con ogni respiro, Himra si sentiva sempre più vicino alla sua meta, sempre più vicino alla trasformazione che avrebbe definito il suo destino. Le catene del dolore cominciavano a sciogliersi, lasciandolo libero di librarsi oltre le limitazioni del suo corpo ferito. Ogni battito del suo cuore era un inno alla sua resilienza, un tributo alla sua forza interiore che non conosceva confini.
     
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    Avvolto e sballottato in quella caotica lotta di emozioni tonanti che gli creavano attorno una sinfonia unica, il giovane valyriano si destreggiava come il più testardo degli uccelli o il capitano di una nave che attraversava la più terribile delle tempeste, ignorando con ogni briciolo di determinazione le distrazioni che potevano allontanarlo da un segnale benevolo come uno squarcio nelle nuvole che lasciasse intravedere e preannunciare il volgere del sereno.
    Scevrò da dubbi e alternative, rimasto con solo la convinzione che prima o poi tutto cambia, divenne momento dopo momento lui stesso ciò che cercava: speranza!

    L'energia vitale che lo circondava gli trasmetteva una sensazione di pace interiore capace di estraniarlo sempre di più dalla terribile illusione in cui tutto era comincianto.
    La luce tremolante dentro di lui e che aveva intravisto nel proprio patire si faceva sempre più luminosa, guidandolo verso una nuova consapevolezza:
    quel mondo era lui e lui era quel mondo.
    Le sue ferite non erano più solo dolore e sofferenza, ma simboli e maestri:
    ogni passo, ogni battito d'ali e ogni respito che compiva, lo rendeva sempre più sicuro forte e sano, alimentando in luil la convinzione di poter superare qualsiasi ostacolo.

    Nel mentre, il tumulto della sua lotta interiore si armonizzava in un fluire di energie che lo facevano sentire parte di qualcosa di più grande, una forza che lo guidava verso il futuro con fiducia e determinazione:
    I respiri gli trasmettevano sempre più vita, i movimenti i scioglievano sempre di più le ingiurie sul corpo, mentre la mente si liberava dal proprio fardello permettendogli di librarsi verso nuove altitudini di pensiero.

    Himra accolse con naturalezza quel graduale cambiamento con la stessa serenità di un fuoco minacciato dagli altri elementi ma che veniva alimentato dal vento: prima debole ed indifeso, rischiando di spegnersi e poi via via piu forte!
     
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    Gli ultimi due post mi risultano con poco meno di 300 parole


    Guadagni 10 pe +2 mod - 10% ritardi + (10+20)% pe dai ritardi = 14 pe
    1 punto conoscenze
    Affinità Valyriani +5

    Cammino completato, congratulazioni
     
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10 replies since 21/1/2024, 15:18   161 views
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