Misericordia della Madre

Cammino mistico Josephine

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    Josephine Mallister• gennaio 286 • Boschi del Nord • Notte

    I profumi di Seagard che aveva odorato presero la forma di due bambine che giocavano a rincorrersi in un prato; l'erba verde e soffice si stendeva sotto i piedi, invitando al passeggio lento e contemplativo. I fiori si ergeano con eleganza dai loro letti di terra, dipingendo il paesaggio con una tavolozza di colori vibranti ed ecco che di fronte agli occhi di Josephine le rose rosse e bianche si intrecciavano con l'azzurro dei lilla e il giallo acceso delle calendule, creando un contrasto armonioso che incantava gli occhi.
    Ai margini del giardino, alberi frondosi si ergevano come guardiani silenziosi, offrendo riparo e ombra nelle giornate calde. Banchi di pietra e sedie di ferro battuto erano stati disseminati strategicamente, invitando i visitatori a sostare e ad immergersi nella bellezza che li circondava. Quel posto sapeva di casa e sapeva di mamma, in qualche modo.
    Se lo sguardo della Mallister si fosse posato sul suo ciondolo, avrebbe notato che una seconda punta della stella era stata sollevata; quello era il percorso della Madre, e qualunque cosa gli Dei volevano che imparasse ora avrebbe dovuto esercitare l'arte della misericordia.
    E se quella fosse stata un qualche genere di prova?

    CITAZIONE
    Ho coperto Albi_96 per questo turno perché è rimasto intrappolato in Germania.
     
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    Josephine Mallister Nord - Bosco Gennaio 286 Notte - Pioggia


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    O
    blio.

    Faticava a ridestarsi, riprendere il controllo di sé e delle proprie emozioni. Aveva dimenticato la paura, o meglio il terrore per le immonde creature che banchettavano con la carne ed il sangue dei primi andali. Il senso di pienezza e sicurezza della scelta appena compiuta sembrava solo un lontano ricordo, che si perdeva nei meandri della mente. Il freddo, la pioggia o le intemperie all’orizzonte sembravano essere divenute qualcosa d’irrisorio, nonostante mettessero in grave pericolo la già cagionevole salute. Non temeva le febbri o peggio la rigidità alle articolazioni che l’avrebbero resa prigioniera del baldacchino per settimane, se non somministrate le sapienti cure ed infusi del Maestro. Dimenticava perfino di essere esule, o meglio naufraga di una silenziosa radura entro cui la melodia di un carillon riusciva a placare i richiami della civetta o coprire il canto della pioggia. Lacrima amare che solcavano non solo il pallido viso della Mallister, ma cadevano abbondanti e malinconiche ancora dal cielo notturno senza dar respiro alla già flagellata terra. Un territorio irto di pericoli ma anche di gravosi imprevisti. Una terra indomita che mai, nessun uomo o donna, sarebbe riuscito davvero a domare. Era la Madre, incarnata nella gioia della vegetazione e nell’ira dei fenomeni naturali, a governare ogni cosa.

    Inconsapevolmente, mentre la fanciulla di Seagard era ancora priva di sensi, il medaglione al collo s’era attivato stavolta per sottoporla ad una nuova prova. Gli Dei chiedevano così tanto da una giovane donna, così fragile e sopraffatta dagli eventi. Gli Dei sapevano essere crudeli e spietati, solo se non si comprendeva davvero il messaggio che stavano inviando. A giudizio del Dio dai Sette Volti, la cui volontà era onnipresente ed onnipotente sull’intero creato, la figlia di un Lord della Terra dei Fiumi possedeva la chiave di lettura per interpretare le visioni ed i ricordi che stava inviando. Eventi al limite della follia, che la Mallister non avrebbe dovuto rivelare ad anima viva per non rischiare di essere trascinata a colloquio da un Maestro dedito alla cura della mente. Gli Dei a volte si dilettavano nel giocare con la mente dei mortali e solo pochi riuscivano a sfuggire al dolce richiamo della follia, perché il messaggio era troppo gravoso per assimilarlo o anche solo per custodirlo. Stavolta fu la Madre, la Misericordiosa, a palesarsi. Il Secondo Volto del Dio, incarnato nell’amorevole culla che risultava sollevata sulla Sette Punte del Medaglione. Una luce l’avvolgeva, fino ad abbagliare l’anima assopita della Mallister.

    L’olfatto, il primo senso a destarsi dal torpore, fu risvegliato dall’intenso profumo di primavera. Sensazioni che mai e poi mai avrebbe mai rivissuto nel profondo Nord, lì dove la terra era eternamente coperta da strati di ghiaccio ed i campi troppo aridi per fiorire e veder sbocciare la vita. Il sensuale sussurro delle rose, il vivace richiamo delle calendule, la gioia vibratile delle margherite e l’effimera eleganza della lavanda. Erano solo uno dei tanti profumi che riuscì a percepire in principio, ancor prima di aprire gli occhi e rendersi conto di non esser più prigioniera di un massacro ma esule in un prato in fiore. Era un po' come essere stata catapultata dai Sette Inferi, dove terribili ed ingiuriosi demoni flagellavano le anime dei peccatori in eterno, ai Sette Cieli, dove le anime correvano beate in gloria al Dio dai Sette Volti. Da un estremo all’altro. La delicata, seppur raffinata e tenace, anima di Lady Josephine ne venne profondamente scossa. Fu un po' come risvegliarsi da un incubo. Dopo l’olfatto, fu il tatto a rendersi conto di non essere più supina su un letto di fango e sangue ma avvertiva già le carezze di una melodiosa brezza e il gioco sotto ai nudi piedi dell’erba fresca. L’udito catturava le risa di due bambine, che correvano felici sul prato proprio di fronte a lei. Non era più distesa ma in piedi, quando riaprì gli occhi per essere abbagliata dalla luce.

    Vita. Non c’era altra parola per descrivere ciò che si plasmava davanti alle iridi incredule e quiete della fedele. Quei stessi occhi, bagnati da lacrime di terrore, ora erano percorse da lacrime di gioia. Una lieta ricompensa, forse, dopo aver attraversato in terra le pene dei Sette Inferi. Ripose in un recesso dell’anima ogni briciolo di razionalità, che fin dal principio stava provando a riordinare nella mente tutto ciò che le stava accadendo. Stremata, ma soprattutto incapace di evocare ragione e fondamento aveva rinunciato ad ogni tentativo. L’atto di Fede risiedeva proprio nel credere con fiducia. In molte occasioni i Septon durante la celebrazione dei sacramenti elogiavano con gaudio e speranza chi “Credeva in nome della Fede”. La fanciulla di Seagard desiderava abbandonarsi alle forti emozioni che stava provando, anzi che stava vivendo. C’era della verità, un'unica e sola verità: Il Dio dai Sette Volti. Colori vibranti, danza di profumi e urla fanciullesche. Sembrava di aver appena messo piede nell’Eden, il paradiso terrestre promesso dal Dio nei passi della Genesi dei Sette. Un luogo mai esistito per molti studiosi, frutto della fantasia dei devoti. Eppure Lady Josephine stava camminando tra l’eleganza delle rose, la gioia delle calendule e la vitalità della lavanda. Una luce che quasi l’abbagliava, che la costringeva a socchiudere appena le palpebre senza riuscire a distinguere nitidamente i visi delle bambine che stava seguendo. Ben presto si rese conto che era il medaglione a sprigionare così tanta luce, accogliente e benevola. Non poteva che non essere la Misericordiosa Madre.

    Il Giardino dell’Eden, così l’aveva nominato la timorata e fedele Mallister, era delimitato da frondosi alberi e panche in granito invitavano gli stanchi pellegrini a riposare. Nulla di diverso dai parchi di un meraviglioso castello o dal chiosco di una maggiore del Sud, lì dove la beltà e l’eleganza era un requisito minimo per ogni buona corte. La prosperità di una famiglia eguagliava le beltà che il castello o la corte stessa aveva da offrire. Nulla a che vedere con la vita essenziale e le stanze spartane del Nord. Era un po' come la cieca manifestazione del potere, la luce che accecava i nemici e faceva tramare i traditori. In quel meraviglioso giardino Lady Josephine percepiva profumo di maternità. Un forte sentimento di affiliazione, anzi di appartenenza. Le bastò chiudere le palpebre per rievocare i bei capelli dorati, il viso pallido e gli occhi chiari della Banefort. Lady Seagard amministrava il bel castello da anni ormai, portando prosperità e ricchezza presso la corte del potente ed austero Lord Jason Mallister. Con moderazione e parsimonia riusciva a placare gli animi dei cortigiani, rammentando ad ognuno la fortuna di poter servire la nobile Aquila argentea. - … - Percepiva il caldo abbraccio di una madre. Profumo d’infanzia, gli anni più belli quando giovialità e spensieratezza dominavano le giornate dell’infanta. La “Perla di Seagard” così con orgoglio paterno era presentata presso le sontuose e luminose sale di Seagard. La “Pia Infanta” così riconosciuta con affetto dai devoti genitori, ammirandone la beltà dell’aspetto e la fedeltà verso i Sette anche così piccola. Una vita donata al Dio dai Sette Volti, quasi un destino scritto. Non esisteva creatura più devota e timorata dell’Onnipotente nella Terra dei Fiumi se non Lady Josephine Mallister.

    Abbassò lo sguardo verso il medaglione. Mentre avanzava quieta verso le dolci creature, strinse nel palmo il medaglione dei Sette Dei. Un Cimelio che le era stato donato per glorificare la propria Fede e come dimostrazione di somma obbedienza e devozione. Non nutriva alcun dubbio in merito. Il secondo cammino era appena iniziato. E la Mallister era già pronta a cantarne le glorie. - O’ Madre, riscalda i nostri cuori. -

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    Josephine Mallister• gennaio 286 • Boschi del Nord • Notte


    Nel silenzio del giardino, la preghiera di Lady Josephine si disperse nell'aria come il seme di un dente di leone portato via dal vento. Le parole pronunciate con tale devozione parvero vibrare, dando vita a un eco che si propagò oltre i confini visibili del giardino, raggiungendo l'oscurità che si celava tra gli alberi e illuminandola con un barlume di speranza. Era come se attorno a quel luogo armonico dimorasse la tenebra, eppure...eppure lì la giovane sapeva di non dover avere paura, perché la luce era tanto calda e forte che nessuno avrebbe potuto fare del male a lei o alle giovani ragazzine che giocavano.
    In più, sembrava che ogni parola pronunciata dalla Mallister avesse il potere di dissolvere le ombre, di rendere il mondo un po' più luminoso, un po' più mite.
    Ma cosa sarebbe successo se ella avesse deciso di smettere di parlare...di pregare?

    Le due bambine, fino a quel momento assorte nei loro giochi, si fermarono all'improvviso, come colpite da una forza invisibile. Si girarono verso di lei, i loro occhi brillavano di una luce non umana, pieni di saggezza e di un amore incondizionato che solo gli Dei possono concedere. Erano l'innocenza e la speranza incarnate, messe lì per guidare la Mallister nel suo cammino verso la comprensione.
    Una di loro si avvicinò, con un sorriso che sembrava illuminare l'intero giardino, proprio come avevano fatto le poche parole della Lady. Qualcosa era diverso però, non poteva spiegarselo ma se le parole della Mallister riuscivano a tenere lontana l'oscurità, quelle della bimba sembravano creare dal nulla la luce.
    Sorrise e disse: "Josephine, figlia della Terra dei Fiumi, il tuo cuore puro ha commosso la Madre. Ma la via che devi percorrere è ancora lunga e irta. Ogni passo che farai sarà una lezione, ogni incontro una prova. Ricorda, la misericordia è la chiave per comprendere la vera essenza della vita e del dolore altrui."
    Dette queste parole, la bambina porse a Josephine un piccolo ramo di ulivo, non una pianta comunissima in quelle zone, anzi, erano rari i commercianti che le portavano da Essos o dal sud di Westeros, ma era rinomata per essere simbolo di pace e riconciliazione. Era un dono semplice, ma carico di significato. "Questo ti proteggerà nei momenti di dubbio e ti ricorderà il tuo scopo" aggiunse l'altra bambina, con un tono di voce che sembrava un dolce canto. Questa seconda, non pareva trasmettere alcuna luce ma la voce non era meno soave della prima. Poi, però, improvvisamente, dal tessuto del suo abito, proprio al centro del petto, iniziò a diffondersi una macchia rossa, vivida e inaspettata. Il sangue, in netto contrasto con la luminosità dell'ambiente circostante, sembra fuori luogo, quasi un errore in un dipinto vicino alla perfezione. La bambina abbassò lo sguardo verso il proprio petto, i suoi occhi si allargano per lo shock e lo stupore ma non per il dolore. La macchia si allargava lentamente e le prime gocce di sangue cominciavano a colare sul verde smeraldo del prato, trasformando un momento di gioia pura in una scena di confusione.

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    Josephine Mallister Nord - Bosco Gennaio 286 Notte - Pioggia


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    L
    a voce di Lady Josephine riecheggiava non solo nel suo devoto cuore ma si diffondeva come dolce melodia tra i confini visibili dell’eden. Portatrice di speranza ed incarnazione della vera devozione, la Mallister aveva già dimenticato l’orrore di cui era stata vittima e come una sprovveduta naufraga si lasciava trascinare dalle visioni che il Dio dai Sette Volti le stava inviando. Prove, sacrifici e scelte. Era ciò che le era richiesto per mettere alla prova la propria Fede. Un momento dell’esistenza di un morale che sopraggiungeva con la fine della vita terrena e l’arrivo ai cancelli dei Sette Cieli. Aveva relegato in un anfratto dell’anima la razionalità, in balia degli eventi non le era mai stato così dolce quel naufragare. Esule e mai spaventata si ritrovava a vivere esperienze che nessuno aveva mai vissuto, se non i santi martiri o coloro che affermavano d’essere ispirati dalla divina provvidenza. Aveva relegato in una parte di sé la ragion nella speranza di non seminare la follia e perdere il contatto con la realtà. Dolci immagini e rassicuranti risa cullavano l’animo della Mallister, rievocando melodiose sensazioni che solo la Misericordia della Madre poteva infondere in ogni devoto. Un nido dove trovar conforto anche nei momenti più difficili del cammino mortale, in attesa di una ricompensa ben superiore a tutto l’oro del mondo o al potere nell’Oltre. Trovava pieno compimento di una vita costernata da rinunce e all’insegna dell’abnegazione. Un’esistenza quasi vissuta a metà per via dei propri natali ed in quanto donna. Una meravigliosa donna nel fiore degli anni pronta ad accogliere la vera essenza della vita. Compire il proprio dovere e non deludere le aspettative della famiglia. Eppure nella Fede trovava il pieno compimento della propria esistenza.

    La luce abbagliava, riscaldava e proteggeva. Le preghiere facevano da veicolo, anzi vettore di una Fede autentica e di un’assoluta devozione. Maturava la consapevolezza che ogni pericolo, sottoforma di buio ed ombre ai limiti dell’Eden, non potesse raggiungerla o toccarla fino a quando dalle sue sottili e nobili labbra avesse continuato ad evocare preghiere con sincera devozione. Ogni paura o dubbio sembrava essere svanito, dissolto come neve al sole. Il grande disgelo dell’anima, a volte prigioniera di superstizioni o paure che emergevano di fronte ai pericoli del transitorio cammino mortale. In quei momenti si rendeva conto di quanto fosse fallace, una mera peccatrice. Si fustigava con tirannici digiuni ed intense sessioni di preghiera per purificare non solo il corpo ma anche l’anima. Un candore che sembrava manifestarsi in quel momento come luce, la più potente e cristallina luce che i suoi occhi avevano mai visto. Era accogliente e non violenta fino ad accecarla. Illuminava il cammino con placido candore, dove l’anima trovava pace e serenità. Lì dove le fatiche del corpo si dissolvevano e l’anima ristorava.

    Rinvigorita dalle preghiere e dalla luce dell’Eden riuscì a mantenere il passo per seguire le due bambine, graziosi angeli che incarnavano l’innocenza e la speranza. Quando si voltarono quasi per concederle quel cammino in loro compagnia, le iridi angeliche trasudavano bontà e beltà come solo un ospite dei Sette Cieli poteva fare. Poche erano gli scritti sui Sette Cieli, anche perché nessun’anima viva aveva testimonianza di ciò che li attendeva al momento del trapasso terreno e l’ascesa al cielo. Eppure Lady Josephine non ebbe alcun dubbio, si trovava di fronte a due emissari del Dio dai Sette Volti pronti ad indicarle la strada verso il perdono e la misericordia. La Madre, il Secondo Volto dei Dio, personificava simili virtù di cui spesso la Mallister s’era resa portavoce e devota adepta. Come un’umile servitrice era disposta a lavare i piedi ai poveri o offrire elemosina a chi aveva perso tutto, ogni speranza oltre che bene terreno. Erano i doni celesti a suscitare l’interesse della nobildonna. Nonostante il mistico cammino che aveva intrapreso mai dubitò della propria sanità. Era tutto troppo reale per dubitare.

    L’innocenza si avvicinò alla nobildonna dei fiumi. La bambina degli occhi angelici e dalla potente voce tanto da creare luce aveva un messaggio da affidarle. Nonostante la sacra potenza che traspariva da quell’esile corpo, una Forza Gentile, la Mallister non si retrasse o dubitò nemmeno per un secondo delle parole che le furono rivolte. Era il dono della Madre, di questo non aveva alcun dubbio. - O’ dolce innocenza, O’ potente speranza… in questo cammino possa io mai soffrire la vostra assenza. Arriveranno momenti di profonda oscurità nel mio cammino mortale e verserò sincere lacrime su questo ulivo per rievocare la massima letizia e lo spirito di riconciliazione che mi pervade in questo momento. - La bambina che incarnava la speranza le stava offrendo un ramo d’ulivo, una pianta così rara da ritrovare a quelle latitudini e con un clima tanto rigido. Eppure da infanta aveva sentito parlare l’erudito Edmund delle proprietà miracolose dell’ulivo, oltre che ad essere di buon auspicio per una serena riconciliazione. I due angeli le stavano offrendo gli strumenti per comprendere e poi perdonare. Le distanze tra i mortali s’accrescevano giorno dopo giorno per via dell’incomprensione e del profondo egoismo dell’uomo. Un essere imperfetto che nella maratona della vita, irta di pericoli e difficoltà, mirava alla perfezione divina. Un percorso non sempre equo, ma alcuni dovevano faticare di più di altri. Di fronte ai Sette Divini ogni uomo o donna veniva spogliato degli averi effimeri e l’unica cosa che gli era concessa era l’anima. Il peso dell’anima: leggera per sincera devozione o appesantita dai peccati e dal rimorso. - Così sia. - Sugellò la promessa abbassando il capo ed unendo i palmi davanti al viso. In attesa della Divina Benedizione.

    Improvvisamente lo smeraldo del prato fu macchiato da gocce rubino. Negli antichi scritti esistevano terribili narrazioni su come l’Onnipotente ed Onnipresente aveva punito i nemici della Vera Fede con pioggia di sangue e dipinto i fiumi di rosso. L’ira del Dio s’era abbattuta su chi aveva tradito la Vera Fede con orgoglio e superbia. Passi che facevano tremare l’animo della Mallister quando Septon Mychael si ostinava a rievocarli, per ammonire la condotta della nobildonna o della piccola corte. Il viso commosso di Lady Josephine si sollevò per riportare l’attenzione sulle due infanti. Una macchia scarlatta si allargava sul candore dell’abito della Speranza. Qualcosa aveva ferito irrimediabilmente l’essere angelico, tanto da farlo sanguinare. - … - Impossibile per la nobildonna dei Fiumi non rievocare i conflitti che ancora agitavano l’intera Westeros. Villaggi messi a ferro e fuoco per via di conflitti ideologici e devoti costretti a nascondere la propria fede per non rischiare di venir linciati dal popolo in pubblica piazza. Dov’era finita la libertà o il libero arbitrio? Più volte s’era interrogata su ciò, biasimando l’animo umano per la capacità di autodeterminarsi e spesso autodistruggersi. Era terribile. L’uomo l’unica creatura del creato capace di distruggere se stesso. Senza più una morale, senza più un’etica o senza più una fede si ritrovava a brancolare nel buio della perdizione. Privo di speranza, senza l’opportunità di redimersi. Anime perdute, che però andavano comprese e riportare sulla retta via. Era ciò che aveva compiuto, sotto lo stupore generale, la stessa Lady Josephine nelle segrete di Piazza di Torrhen. Aldric era stato salvato dalle tenebre dell’eresia riportando speranza e luce nella sua esistenza. - Seppur ferita la Speranza mai morirà. - Nonostante l’orrore che potesse provare nel costatare che una innocente bambina rischiava di morire davanti ai suoi occhi, raccolse tutto il coraggio che custodiva dentro di sé per accogliere la Speranza tra le sue braccia.

    Avrebbe dunque accolto la bambina tra le braccia, per invocare la Beata Madre Speranza.

    - Madre, ricca di misericordia, di ogni consolazione e fonte di speranza:
    Donaci la sua confidenza nella Giustizia del Padre e con l’intercessione e la mediazione della Vergine, concedi a noi la grazia che con perseverante fiducia imploriamo.

    Beata Madre Speranza -- prega per noi. -



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    Josephine Mallister• gennaio 286 • Boschi del Nord • Notte


    La preghiera di Lady Josephine, così pura e disperata, sembrava risuonare oltre i confini di quanto si riusciva a vedere, quasi cercando di superare le barriere tra il mondo in cui stava vivendo e quello da cui era arrivata e su cui aveva vissuto per una intera vita. Le sue parole, cariche di fede e speranza, parevano come un faro nel buio, ma era ciò che bastava?
    Mentre la nobildonna dei Fiumi stringeva tra le braccia la bambina ferita, un cambiamento sottile ma evidente iniziò a manifestarsi. Il sangue che aveva macchiato il prato iniziò lentamente a ritirarsi, come se la terra stessa rifiutasse di accettare quel segno di sofferenza. La macchia scarlatta si ridusse fino a scomparire completamente, lasciando il prato in uno stato di purezza, come se il male non avesse mai toccato quella terra o il corpo della bambina.
    La ferita sulla bambina iniziò anch'essa a chiudersi, lentamente ma inesorabilmente, come se le parole di Lady Josephine fossero state ascoltate e accolte da una presenza superiore. Il viso della bambina, anche se già in precedenza non aveva dato grandi segni di sofferenza, si rilassò in un'espressione di serenità, e i suoi occhi, chiari e puri, si riaprirono, riflettendo una luce interna che prima apparteneva solo all'altra bambina.
    Durante il gesto di Misericordia verso la prima bambina, un evento inaspettato si manifestò: la seconda bambina, simbolo di una speranza altrettanto pura e innocente, iniziò a mostrare segni di sofferenza. Una ferita improvvisa e misteriosa si aprì su di lei, come se l'atto di compassione elargito alla prima avesse scatenato una reazione a catena, trasferendo il dolore da una all'altra.
    "Un equilibrio delicato tra sacrificio e salvezza".
    Chi aveva parlato?
    "Quale è la Speranza che rivive? E quale è quella che muore?"
    Nessuna delle bocche delle bambine si muoveva.
    L'atto di Misericordia verso la prima bambina da parte di Josephine era stato spontaneo e senza doppi fini ma cosa aveva scatenato? Possibile che l'amore potesse aver scatenato invidia o risentimento? Beneficiare della Misericordia e della guarigione, poteva aver suscitato la gelosia e il sentimento di ingiustizia nella seconda?
    Potevano essere entità così pure vicine ai sentimenti degli uomini? Poteva Josephine dubitare? O c'era un altro significato dietro tutto ciò?

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    I
    nnocenza e Speranza.

    Un candido dualismo. Incarnato in due dolci e docili bambine che correvano in un prato in fiore. La luce diventava quasi accecante, tanto da riscaldare il cuore. Una pace che ben pochi mortali potevano vantar di aver vissuto, o almeno solo in fasce probabilmente ne avevano sperimentato una parte cancellata dai ricordi con la crescita. All’infanzia si rimandava sempre con nostalgia e tenerezza, una stagione del cammino terreno in cui bastava poco per essere felici. Con la crescita e le quotidiane tentazioni della superstizione e dell’eresia si dimenticava quanto si era stati felici in quell’epoca d’oro. Angustiati dalle quotidiane sventure e dalle fatiche mortali si perdeva di vista l’essenzialità della vita. Non esistevano gioie più grandi, cristalline e pure come acqua di roccia, di quelle vissute nell’infanzia. La stessa Lady Josephine custodiva gelosamente ricordi da Infanta, quando era il centro di un’intera corte nonostante la iniziale delusione per il sesso della bambina. Di certo un secondo maschio avrebbe rafforzato la dinastia Mallister, secondo l’asciutto e pragmatico punto di vista di Lord Seagard, ma giunta con la primavera l’immensa letizia di una gradita nascita. Tutti ne narravano l’eccelsa beltà nonostante la salute piuttosto cagionevole fin dai primi vagiti. Era impossibile per la nobildonna dei Fiumi non specchiarsi in quelle bambine, felici che giocavano tra le luci del mattino ed i profumi del prato.

    Poi l’infante veniva messo da parte, relegato in una parte di sé. Prigioniero di responsabilità, doveri ed etichetta veniva soffocato dall’epoca della maturità. Alcuni commettevano dei veri e propri crimini contro quell’infante, ripudiandolo dal proprio passato. I più devoti cercavano la connessione con esso nelle preghiere per guardare con occhi privi di malizia e senza filtri la verità del Dio dai Sette Volti. Era questo ciò che richiedeva il Divino, attraverso la culla della Madre. La possibilità di comprendere l’altrui sofferenza, farsene carico ed alleggerire il fardello votandosi al sacrificio. Una richiesta che ogni fedele era chiamato ad accettare, nella muta rassegnazione alle disgrazie sul cammino terreno e la possibilità di espiare le proprie colpe con la sofferenza. Un cammino di epurazione che si continuava nell’Oltre, quando l’anima veniva convocata al cospetto del giudizioso e tirannico Padre. Era chiaro che il Dio dai Sette Volti le stesse inviando visioni vivide aspettandosi una scelta.

    - … - Serenità era ciò che riscontrò nel viso della Speranza. Ricambiato con altrettanta serenità ma soprattutto sollievo per esser riuscita a custodire con forza e devozione la speranza nel proprio cuore. Le preghiere di Lady Josephine si diffusero come un melodioso canto dal salvifico messaggio. La luce negli occhi della bambina si ravvivò come mai era stata. Una nuova Speranza, alimentata dalla umile e sincera devozione della Mallister. Perfino il sangue che profanava gli abiti e lo smeraldo prato si ritirò per prender possesso dell’etereo corpo della bambina e ridestarla dallo stato catatonico in cui era caduta. La ferita sembrava rimarginata, dopo che la Mallister ebbe compiuto i ringraziamenti alla Madre Misericordiosa. Seppur per poco, aveva sperimentato il dolore della perdita. Un dolore che nessuna madre doveva mai provare, eppure in tempi di guerra spesso i figli non sopravvivevano ai genitori. Contro natura, contro ogni logica. Eppure il Dio dai Sette Volti accoglieva tramite il nero manto dello Sconosciuto ogni anima. Ingiusto? Probabile. Soprattutto per le bianche morti in culla, ma ognuno veniva accolto nell’eterea culla della Madre lì dove ogni vita trovava pieno compimento. - Bentrovata Speranza. - Mormorò a fior di labbra all’orecchio dell’Infanta che si destava con vigore e nuova vita dall’eterno sonno. Un sorriso illuminò il viso della fanciulla, inconsapevole del sacrificio che era chiamata a compiere.

    L’incarnazione dell’Innocenza iniziò ad avvertire una fitta al petto e manifestare malessere. Vide il viso pallido dell’infanta contrirsi e poi emettere alcun verso dalle labbra spalancate. Non un urlo, ma solo sofferenza prima di cadere a terra e profanare il prato con altrettanto sangue. La medesima ferita s’era aperta sulla bambina, che vedeva scivolar via la vita dai suoi puri ed ingenui occhi. Era stato appena commesso un omicidio, anzi un sacrificio. Una voce, forse il Dio stesso, l’avvertì sul terribile sacrificio da compiere. L’una non poteva vivere se l’altra ancor respirava. Un destino crudele, uno scherzo che nessuna madre poteva tollerare. Un sacrificio necessario, purtroppo. Forse qualcuno si stava prendendo gioco dei sentimenti di una fedele devota. Nemmeno per un secondo attraversò simile idea nella mente di Lady Josephine Mallister. Era chiaro il disegno davanti ai suoi occhi, seppur tra le braccia c’era una bambina viva e vitale ed ai piedi una gemella agonizzante. Il divieto di salvarle entrambe. La muta esortazione a compiere un sacrificio. Ebbe quasi l’impressione di poter salvare l’Innocenza in cambio della Speranza. Eppure erano gli stessi sacramenti a richiederlo. I Sette Sacramenti, come i Sette Volti del Dio ed i Sette olii per la consacrazione di un sovrano, che avrebbe governato per Legge Divina. Alla nascita i Septon immergevano i nascituri nelle Sette Acque sacre dei Fiumi. Si chiedeva al fedele di confermare la propria Fede di fronte alle Sette Statue del sacro tempio. Si reclamavano almeno Sette preghiere nell’arco della giornata per render grazie ai Sette Volti del Divino. Si rinunciava ai Sette Piaceri terreni per infliggere sofferenza e penitenza ai peccatori in attesa dell’espiazione dei propri peccati. Si ungevano i sovrani con i Sette Oli per conferire loro poter divino in vita terrena. L’unica occasione in cui la fronte del mortale veniva unta con i Sette Oli sacri era l’infermità, per recar sollievo al supplizio ed augurare un dolce trapasso verso l’Oltre. Ed infine, dolce condanna per ogni donna, il sacro Vincolo del matrimonio che legava per l’eternità ciò che nessun mortale avrebbe mai potuto scindere.

    - Lavo nell'innocenza le mie mani
    e giro attorno al tuo altare, O' Signore,
    per far risuonare voci di lode
    e per narrare tutte le tue sette meraviglie. -



    Recitò a memoria i salmi riguardo all'innocenza per poi avvicinarsi alla bambina agonizzante e sostenerla con parole di conforto e misericordia nel doloroso trapasso.

    L’innocenza perdura si concretizzava nell’eterna speranza.
    Un sacrificio necessario, richiesto.

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    Perdona ancora il ritardo, ti lascio ultimo post poi chiudiamo questa e apriamo la prossima!



    Josephine Mallister• gennaio 286 • Boschi del Nord • Notte


    Josephine sussurrava, preghiere, speranze, timori, difficile capire per quelle figure ammantate dall'aspetto di bambine. Loro erano lì solo per uno scopo, che probabilmente neanche capivano, che probabilmente neanche era di loro interesse. Il timbro della sua voce tremava mentre quelle parole si intrecciavano con i sospiri del vento, che leggermente spirava ogni tanto. Le erbe piegate dal corpo caduto della bambina si agitavano, quasi a voler offrire un ultimo, triste saluto. Attorno a loro, il mondo continuava a proiettare una luce dalle tenebre, ignaro di quelle vite, o forse proprio sospinto da chi viveva e chi moriva.
    la giovane Lady, con le mani ormai macchiate dall'atroce necessità del sacrificio, era in quel momento pari al pilastro della fede che l'aveva sempre sostenuta, ma poteva resistere davanti al peso di quelle scelte? O sarebbe diventata come una corazza troppo stretta? Domande senza risposta, del perché un tale sacrificio fosse necessario, del perché la Misericordia Divina avesse dovuto scegliere tra due apparizioni.
    Speranze e Innocenza...erano veramente quelle? Era così semplice definire il mondo con i sentimenti umani? O gli Aspetti vivevano in fondo di altro?
    In quel momento, una brezza più forte scompigliò i capelli delle bambine e portò con sé un profumo di pioggia. Era come se la natura stessa cercasse di lavare via il sangue, di purificare il dolore con la promessa di un nuovo inizio.
    Pioveva, sì, ma proprio quando il cielo era stato testimone della tragica scena, sembrò aprirsi una breccia tra le nuvole. Un raggio di luce la colpì, avvolgendo il suo viso in un calore che andava oltre il semplice tocco del sole.
    Una voce, dolce e materna, echeggiò in lei, mescolandosi al profumo della pioggia. "Mia cara figlia" iniziò la voce "nel grande disegno del mondo che vi abbiamo donato, ogni atto di Misericordia è bilanciato da un sacrificio. Hai compiuto una scelta difficile, ma necessaria. Non è solo dando la vita che si manifesta l'amore, ma a volte anche permettendo alla morte di fare il suo corso. Non solo l'atto di salvare, ma anche nel saper accettare il corso degli eventi. Questo è il vero volto della Misericordia. La sofferenza dell'Innocenza, come la definisci, non è stata vana".
    Improvvisamente smise di piovere, ma non perché non cadevano più gocce ma perché quelle che vi erano erano ora sospese a mezzaria.
    "Guarda tua figlia, la Speranza," continuò la voce della Madre, "in lei vive anche l'Innocenza. Non nel respiro che ha lasciato, ma nel ricordo e nell'amore che continuerai a portare. Il tuo dolore non sarà dimenticato, né la tua prova ignorata. Sii forte, mia figlia, perché molte saranno ancora le prove.

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    Josephine Mallister Nord - Bosco Gennaio 286 Notte - Pioggia


    ∼ Above the rest ∼


    S
    acrificio.

    Ancora una volta i Sette Divini le richiedevano un sacrificio. Un amaro dazio da riscuotere per soppesare la propria vocazione, l’amore che provava per il Dio dai Sette Volti. Sebbene la Madre, il Secondo Volto del Dio, fosse così lontana dai presagi oscuri ed ambigui di altri Volti dello stesso Dio, anche dove c’era così tanta luce si allungavano cupe ombre. Dietro quel docile ed amorevole sorriso si celava un prezzo da pagare. Una madre doveva assolutamente sopravvivere ai propri figli. L’ordine naturale del creato si sovvertiva al cospetto di simili tragedie. Eppure erano le vedove a soffrire maggiormente per la prematura dipartita di padri, mariti e figli. Una realtà che aveva toccato il cuore della Terra dei Fiumi. Le precoci perdite in guerra erano giunte anche ai sicuri e quieti lidi di Seagard. Come poteva una madre scegliere con crudeltà e finto cinismo tra due bambini? Lo stesso dazio era richiesto alla nobildonna di Seagard. L’una non poteva sopravvivere all’altra, nonostante la madre fosse disposta a sacrificare la sua stessa vita. Accorciare la propria esistenza, rinunciare al proprio divenire pur di donare vita. Eppure le donne erano privilegiate, nonostante le forti limitazioni della loro condizione, nel poter donare la vita. Non loro grembo, alimentato dall’amore e dalla misericordia, cresceva il germoglio della Luce fino a sbocciare con la nascita. Un evento per molte puerpere traumatico ma ogni sofferenza o fatica svaniva quando il nascituro si attaccava al seno materno per la prima volta. Accudirlo, cullarlo e coccolarlo. Stabilire fin da principio un legame indissolubile, che solo il Dio dai Sette Volti poteva spezzare. L’Onnipotente poteva apparire crudele, nel sottrarre le donne alle gioie della maternità, ma il sacrificio faceva emergere nuove consapevolezze.

    Il viso della nobildonna era pallido, seppur illuminato dalla luce dell’Eden. Anche se la bambina tra le braccia era rinsavita e rinvigorita come se nulla fosse accaduto, ai suoi piedi c’era la gemella agonizzante. Si trattenne nel compiere qualsiasi altra azione, osservando con orrore la sofferenza sul viso dell’Innocenza. Si contorceva dal dolore, supplicando aiuto, ma nessuna mano venne tesa per preservarla dal manto oscuro dello Sconosciuto. La Madre impassibile, pronta a compiere un sacrificio in favore della vita. Un concetto piuttosto ostico da comprendere ma solo con il Mistero della Fede e la piena accettazione delle Sette Virtù del Dio si poteva superare una simile verità. Il Dio appariva crudele o tiranno solo quando non si comprendeva le sue ragioni, a volte incomprensibili per l’umana comprensione. Bisognava solo fidarsi ed affidarsi alla Fede, senza porsi troppe domande per non rischiar di essere schiacciati dal dolore. Una muta accettazione, fiera abnegazione, tipica di chi era vissuta nell’ombra del fratello e sotto la rigida educazione di una Septa. Colpevolizzare la bellezza femminile e le meraviglie del corpo per elevare lo spirito tramite rinunce e punizioni. Non a caso la donna non era stata plasmata ad immagine e somiglianza del Divino, un concetto che le impediva di credere che opinioni e pensieri potessero in qualche modo riflettere le ragion di stato o quelle di religione. Dall’imperfezione però poteva nascere la perfezione, seppur il Dio dai Sette Volti richiedeva sacrifici e sofferenza per elevarne l’animo.

    Faticava a comprendere. Dubitando perfino di se stessa, non appena l’Innocenza smise di contorcersi dal dolore e finalmente spirò. Incapace di guardare negli occhi la Speranza, ancora tra le sue braccia, provava a stringerla con vigore e possesso. Amare lacrime profanarono il viso marmoreo ed etereo di Lady Josephine, ritrovandosi gli occhi arrossati dal pianto ed il corpo scosso da singhiozzi. Cercava una consolazione e ciò che le era rimasta era la Speranza incarnata. Con cuore colmo di speranza chiedeva perdono per l’atrocità che aveva appena commesso, abbandonando la maschera algida e composta che aveva fin dall’inizio indossato. Ferrea nella Fede, si ritrovava a pagarne l’amaro dazio. Un prezzo troppo gravoso per la coscienza. Se solo avesse avuto l’opportunità di sacrificare se stessa in favore dell’Innocenza e della Speranza. Ma la Madre le aveva richiesto un crudele sacrificio, un vincolo per metterla alla prova e soppesare la fede della mortale. Lady Josephine Mallister ne era distrutta, non riuscendo più a guardare negli occhi la Speranza che stringeva al petto con forza. Era ciò che si provava quando si perdeva tutto? Eppure con la speranza nel cuore tutto non sembrava perso.

    - O’ Madre Misericordiosa… - Supplichevole reclamava un segno dai venti di pioggia. L’Eden era come sparito, forse ritornata come per incanto nella radura di cui era prigioniera da chissà quanto tempo. Aveva dimenticato del carillon in sottofondo e di essersi allontanata dal sicuro accampamento. Forse qualcuno la cercava? O forse no? Non le importava. Distrutta dal dolore per il sacrificio appena compiuto mescolava le lacrime di pioggia alle sue. Era difficile distinguere l’una dall’altra. Anzi impossibile. Il cielo piangeva insieme alla nobildonna di Seagard. Il cuore le martellava nel petto, arrivandole perfino in gola e scuotendo il corpo con conati e singhiozzi. Si sentiva persa, almeno fino a quando uno squarcio di luce non l’accolse e la rasserenò con dolci parole. Disperata aveva invocato la Madre Misericordiosa, mai prima di quel momento aveva udito la melodiosa e calda voce della Divinità. Nemmeno nelle sessioni di preghiera più dure o nel giorno dedicato alla Madre. - … - Si ammutolì, quasi accecata dalla luce che proveniva dal cielo. Le nubi s’erano aperte per permettere alla Luce d’illuminare la radura ed il viso affranto e fragile della figlia di Lord Jason Mallister. Rimase in silenzio. Il corpo, riscaldato e beatificato dalla Luce della Madre, trovò finalmente ristoro. Non si sentiva più afflitta dal sacrificio ma rasserenata dalla sua necessità e dal perdono della Madre Misericordiosa. Nel tono caldo ed accogliente della Divinità non c’era parvenza di biasimo ma solo comprensione. Un sacrificio necessario, soprattutto quando si commetteva un atto di misericordia. Un equilibrio da rispettare che solo il Dio dai Sette Volti conosceva e comprendeva. Vita e Morte, un binomio incarnato nel Secondo Volto. Lo Sconosciuto era solo un traghettatore d’anime, nulla di diverso. La pioggia si fermò a mezz’aria. Le iridi chiare della fanciulla ne furono sconvolte e quasi spaventate. Eppure non c’era pericolo. Il dorso della mano, lentamente e cautamente, sfiorò una lacrima dal cielo fino a dissolverla. - E sia. - Promise di essere forte anche di fronte alla sofferenza del sacrificio, e misericordiosa anche al cospetto del dolore.

    Poi pregna d’amozioni, come il dolore, il sollievo, la gioia e la tristezza, perse i sensi.

    Oblio.

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    Sblocchi "Misericordia della Madre": 2 punti parametro extra ad ogni level up;
    (ricordo che i "poteri" possono essere usati solo alla fine del percorso e dopo aver completato gli add richiesti).
     
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