Votes taken by Brule

  1. .
    Penso che Osmund abbia intenzione di raggiungere Willow Wood e togliersi di torno tutti i Frey il prima possibile :D
    Credo che una sua partenza sia più coerente con la piega che hanno preso gli eventi.
  2. .
    Il Vance indietreggiò di un paio di passi, ma questo fu tutto ciò che concesse ad Osmund. Non sembrava troppo intimorito dalla sua reazione, anche se aveva preferito non rimanergli troppo vicino. Evidentemente l'amicizia di Ryman lo faceva sentire tanto al sicuro da non sentirsi in dovere di tenere a freno la lingua.
    L'Hornwood restò in piedi, immobile, incassando le repliche prima del Vance e poi del Frey.
    -Ser Ryman…- stava per rispondere, ma Eve lo interruppe con la sua scenata. Si limitò a seguirla con lo sguardo. A lei avrebbe pensato in un altro momento, forse. Quando la ragazza ebbe lasciato la stanza, tornò a fissare l'uomo che l'aveva accusato, seppur in modo velato, di essere un traditore. Scosse lievemente il capo in segno di disprezzo. Avrebbe voluto dire qualcosa, anche se non aveva bene in mente cosa, ma per sua fortuna Edwin intervenne per riportare ordine ed evitare che quella che doveva essere una serata di festa si trasformasse in un'occasione di nuovi conflitti.
    Osmund lo ascoltò in silenzio, rimanendo fisso nella stessa posizione. Alla fine annuì in segno di assenso, ma soprattutto per ringraziarlo per aver tentato di toglierlo da una situazione che stava diventando per lui sempre più scomoda.
    -Certo, lord Roote- rispose. -Come dici, abbiamo tutti bisogno di ragionare con una mente lucida.-
    Sapeva che le parole di Edwin non sarebbero bastate, ma gli stavano concedendo un momento di tregua.
    Con misurata lentezza, perché tutti potessero vederlo, tornò a sedere e si riempì di nuovo il calice di vino. Alla luce delle torce ne ammirò il colore, fece ruotare la coppa, apprezzò il profumo e ne bevve un sorso, tutto cercando di mostrare una calma che in realtà non provava. In realtà aveva solo bisogno di qualche istante per trovare le parole giuste.
    Alla fine si voltò verso il futuro erede delle Torri Gemelle.
    -Ser Ryman- disse -Willow Wood appartiene al Nord. La mia fedeltà va solo agli Stark…- Girò appena la testa verso lo Snow al suo fianco e, fingendosi sinceramente interessato, gli chiese: -Ser Ygon, dimmi, sono arrivati corvi da Grande Inverno?-
    Scrollò le spalle come se fosse chiaro che la risposta sarebbe stata negativa, poi tornò a rivolgersi al Frey.
    -Mi dispiace, ser Ryman, nessun ordine dal mio signore.-

    Parole: 377
  3. .
    Osmund lasciò che fossero gli altri a scegliere dove sedere. Ciò che davvero gli interessava era saperne di più su quello che era successo con il Karstark e, visto il modesto numero di partecipanti al banchetto, non sarebbe stato così difficile ascoltare quanto veniva detto anche all'altro capo del tavolo.
    Spostò la pesante sedia di legno e prese posto accanto a ser Ygon, guardando con la coda dell'occhio Eve Frey. Avrebbe potuto chiedere al cavaliere di Porto Bianco di cedergli il posto accanto alla ragazza, ma preferì lasciar perdere per evitare che gli altri si ponessero troppe domande. Ser Jared in particolare, che non vedeva l'ora di appioppargli una delle vedove di casa Frey.
    "E poi le donne richiedono attenzioni, soprattutto in occasioni come queste."
    Non gli sarebbe certo dispiaciuto intrattenersi con Eve, ma quella sera ci sarebbero stati discorsi da seguire, informazioni da raccogliere e sguardi da intercettare. Forse avrebbe avuto altre occasioni. Forse...
    La cena procedette in un clima piuttosto teso, tuttavia Osmund rimase al suo posto senza mai intervenire. Sorrise quando c'era da sorridere, sollevò il calice quando c'era da brindare, anche quando ser Ryman pronunciò parole che suscitarono la perplessità di molti. Frasi che a lui non parvero così scandalose, ben poca cosa rispetto a quelle che si potevano udire sotto una qualsiasi tenda di un accampamento militare.
    Ad un certo punto, però, il Vance decise di agitare le acque.
    Osmund s'irrigidì quando sentì le mani di ser Dafyn posarsi sulle sue spalle, ma lo lasciò parlare senza mai voltarsi. Restò seduto, stringendo i denti fino a sentirli scricchiolare per evitare di rispondere alle insinuazioni di quell'uomo. Si limitò a riempirsi il calice di vino e a trangugiarne un sorso ogni volta che sentiva la situazione sul punto di sfuggirgli di mano.
    Alla fine il Vance smise di sputare il suo veleno e dopo la domanda del Frey nella sala calò il silenzio.
    -Lord Karstark è stato mio compagno d'armi...- disse Osmund senza troppa enfasi. Sentiva addosso gli sguardi di tutti. Tutti aspettavano una sua reazione, ne era sicuro, non gli serviva neanche sollevare gli occhi dal bicchiere per rendersene conto.
    -Abbiamo combattuto insieme più di una volta...-
    Sollevò il calice e sorseggiò un po' di vino facendolo ruotare ritmicamente in bocca per poi lasciarlo scendere lentamente in gola.
    -Abbiamo riconquistato insieme Isola della Chela...-
    Ricordò la freccia che lo aveva quasi ammazzato all'inizio della battaglia, la sentì mentre lacerava la sua carne. Istintivamente portò la mano alla gamba sinistra e si toccò la cicatrice.
    "Non eravamo neanche sbarcati... cane di un arciere..."
    Un altro sorso.
    -Vance- sussurrò, la voce così bassa che nessuno avrebbe potuto sentirlo.
    Cosa diavolo voleva da lui quel tizio? Membro di un'infima casata, che non aveva neanche mai sentito nominare prima di arrivare alle Cascate, e si permetteva di mettere in dubbio la sua lealtà?
    "Vogliono mettermi alla prova? Vogliono davvero solo i miei uomini?"
    Ne dubitava. Ma, soprattutto, non aveva la più pallida idea di cosa avrebbe trovato una volta giunto a Willow Wood. Come avrebbe potuto promettere qualcosa?
    E poi sapeva che la gente lì avrebbe visto in lui un nemico, un occupante, mandato dal re che li aveva sconfitti e che aveva fatto a pezzi la famiglia che reggeva quel seggio da generazioni. Non poteva arrivare e mandare subito la gente a morire.
    Le tempie presero a pulsargli furiosamente al pensiero di quello che avrebbe dovuto affrontare a Willow Wood.
    Scosse la testa e ingollò un altro po' di vino.
    D'un tratto avvertì di nuovo la presenza ingombrante e malevola di ser Dafyn alle sue spalle e sentì una vampata di calore salire fino alla testa, carica di rabbia, paura e inquietudine.
    Scattò in piedi spingendo con forza la sedia con la schiena, nel tentativo di colpire il Vance.
    -Mi date del traditore?- sibilò, fronteggiando l'uomo e avvicinandoglisi pericolosamente. Con un gesto istintivo portò la mano al fianco, ma non trovò nessuna arma.
    -Mi date del traditore?- ripetè, alzando la voce.
    Sputò a terra e rimase immobile, gli occhi piantati in quelli di ser Dafyn e il petto che si gonfiava e sgonfiava come un mantice.

    Parole: 688
  4. .
    E quindi quel tizio grasso e rumoroso era Ryman Frey. Decisamente diverso dall'idea che s'era fatto. Non glielo avevano mai descritto, ma dopo tutte le storie e i discorsi ascoltati sul suo conto Osmund se l'era immaginato come un individuo con lineamenti affilati e uno sguardo inquisitore, e invece…
    Sorrise nel vederlo scendere da cavallo atteggiandosi a uomo di guerra, con quell'aspetto che invece indicava una persona quantomeno poco avvezza all'uso delle armi. L'esperienza, tuttavia, gli suggeriva di non lasciarsi andare a giudizi affrettati: i campi di battaglia erano pieni sorprese e ne aveva visti di uomini come quello spogliare i cadaveri di soldati con corpi scolpiti dall'esercizio e dalla fatica.
    Si tenne un paio di passi più indietro mentre Edwin accoglieva il nuovo arrivato. Come tutti avevano previsto, e più volte insinuato, Ryman era venuto per ricordare al nuovo Signore delle Cascate chi comandasse davvero in quelle terre e lo stava facendo senza tanti giri di parole.
    Osmund osservò con curiosità la reazione del Roote. "Non avrà vita facile" pensò, continuando a tenere lo sguardo fisso su di lui per cogliere eventuali segni di nervosismo. Ma più che Edwin furono gli altri Frey a mostrarsi insofferenti nei confronti del parente e del suo sarcasmo. Solo lady Eve pareva più interessata ad altro. Osmund si accorse che la ragazza sembrava cercare la sua attenzione, ma le concesse solo uno sguardo fugace.
    Quando ebbe terminato con Edwin, Ryman si rivolse a lui e Corinna. Osmund allora gli si avvicinò e chinò leggermente la testa.
    -Ser Ryman- lo salutò, poi restò ad ascoltare quanto il Frey aveva da dirgli.
    Abbozzò un sorriso infastidito sentendolo parlare degli uomini che avrebbe dovuto cedere, ma quando sentì nominare Elmo d'Argento cambiò improvvisamente espressione. "Infame" ripeté tra sé e sé, gli occhi sbarrati. Aveva quasi dimenticato le voci che avevano accompagnato la loro partenza dalla capitale. Il tradimento era dunque confermato! Il Karstark aveva combattuto con lui a Isola della Chela, era un eroe di guerra e adesso veniva chiamato infame.
    Una strana sensazione lo assalì, uno strano formicolio alla bocca dello stomaco. Non gli piacque per niente.
    Scosse la testa per scacciare i terribili pensieri che avevano fatto irruzione nella sua mente. Avrebbe raccolto altre informazioni più tardi e il banchetto sarebbe stato un'ottima occasione per farlo.
    -Grazie per l'offerta, ma non ce ne sarà sicuramente bisogno- rispose infine, forzandosi a sorridere. Avrebbe voluto sottolineare che Willow Wood rispondeva solo agli Stark, ma preferì lasciar perdere per il momento. -Avrai sicuramente cose più importanti da fare. Noi sapremo trovare la strada di casa.-

    Parole: 428

    Osmund se ne torna in disparte, per avviarsi verso il luogo del banchetto non appena ser Ryman se ne sarà andato.
  5. .
    CITAZIONE (Freene @ 30/6/2023, 08:22) 
    Fine macroperiodo
    CITAZIONE
    Calcolo affinità Osmund vs Ryger
    Affinità casata/2 + Affinità casata maggiore/8 + Affinità vassalli/8 + Affinità cultura/2 + Affinità culto/100*pietà controparte + Affinità tratto specifico/5 + Affinità pg= -10/2 -1/8 +0 + 5/2 -10/100+50 + 9/5= -5 -0,12 + 2,5 -5 + 1,8= -5,8
    Inferiore a 20 -secondo macroperiodo -introti dimezzati

    Introiti: 3.000 ori dalle tasse base + 0 dagli edifici produttivi + 0 dalle rotte commerciali + 100 da Amministrazione (10) -tutto dimezzato= 1.550 ori aggiunti al tesoretto
    Punti milizia da spendere entro il 31 luglio: 500 base + nessuna modifica
    Azioni per il prossimo macroperiodo (entro il 31 dicembre):3 edifici costruibili + 3 rotte commerciali da stabilire

    MALUS: sei al secondo macroperiodo lontano dal seggio con un'Affinità inferiore a 20, gli introiti sono stati dimezzati.
    +
    Avendo Amministrazione inferiore a 20, ogni edificio ti costerà 500 ori extra.

    Aggiornamento milizie:
    500 punti milizia
    - 190 fanti (190)
    - 50 arcieri (100)
    - 50 picchieri (150)
    - 15 cavalieri (60)

    Edited by Brule - 24/7/2023, 10:20
  6. .
    Quella mattina si svegliò che il sole era già alto.
    Districandosi dalle coperte, si mise a sedere sul bordo del letto e si stiracchiò, lasciandosi poi andare a uno sbadiglio che gli fece scricchiolare la mandibola. Si alzò e, ancora intontito, si avvicinò alla finestra.
    -È tardi…- biascicò, la bocca impastata dal vino della sera prima. Per alcuni istanti quello fu l'unico pensiero che la sua mente intorpidita riuscì a partorire.
    Provò una strana sensazione, quasi un senso di colpa. Eppure quella vita, un tempo, era stata la normalità per lui, quando si trovava a Hornwood e i Bruti non avevano ancora deciso di invadere il Nord. Non era trascorso troppo tempo da allora, eppure quella gli sembrava un'altra vita.
    Si grattò la nuca, seguendo con gli occhi la gente presa dalle proprie faccende oltre la sua finestra. Da quando erano arrivati alle Cascate le giornate si erano susseguite tranquille e oziose, ma adesso questa nuova quotidianità stava cominciando ad annoiarlo.
    Si stiracchiò di nuovo, voltandosi, e mentre il suo sguardo lentamente percorreva la stanza un particolare attirò la sua attenzione, qualcosa sotto la fessura della porta. La sera prima non c'era, ne era sicuro. Nonostante una certa curiosità Osmund attraversò la camera con calma, chinandosi infine per raccogliere un pezzo di carta che, piegato più volte su sé stesso, sporgeva per metà da sotto il battente di legno.

    "Mio Lord, non sopporto più il roborare delle cascate ed i visi dei parenti, vi prego, rapitemi e fatemi vostra. Dopo il banchetto troviamoci alle stalle."


    Nessuna firma.
    Osmund aggrottò le sopracciglia e sulla sua faccia si allargò un sorriso divertito. Chi diavolo poteva aver scritto quelle parole? Aveva incontrato molte donne nel castello, alcune di nobili natali, altre no… ma ce n'era davvero una tanto ardita da lasciare un biglietto del genere nella camera di un lord? E poi, per quanto ne sapeva lui, nessuno aveva parlato di un banchetto per quella sera.
    Aprì la porta e si affacciò all'esterno della stanza, facendo guizzare lo sguardo in tutte le direzioni.
    Nessuno.
    Continuò a guardarsi intorno per alcuni istanti, poi rientrò chiudendosi il pesante battente alle spalle.

    Osmund giunse alla Sala Grande in tarda mattinata. Si fermò sulla soglia e, prima di entrare, si mise ad armeggiare con la cintura. Sicuro di non avere nessuno intorno, estrasse il biglietto, lo scorse rapidamente con gli occhi per poi infilarlo di nuovo lì dove l'aveva preso.
    Chiunque avesse scritto quelle parole probabilmente si trovava nella sala. Doveva saperne di più, poi avrebbe deciso cosa fare.
    Si massaggiò una guancia, dove la barba cresceva ormai folta, poi scosse la testa e, con un sorriso abbozzato sul viso, entrò. Edwin era già lì e Osmund lo salutò con un mezzo inchino.
    -Buongiorno lord Roote- disse, poi chinò il capo verso gli altri nobili presenti, facendo molta attenzione alle loro reazioni. In particolare a quelle delle fanciulle.
    "Che sia una di loro?"

    Parole: 486
  7. .
    Osmund salutò ser Jared abbassando lievemente il capo. Adesso conosceva il suo nome, lo aveva pronunciato il Roote poco prima, e sapeva che si trattava di un cavaliere. Non era ancora chiaro a quale casata appartenesse, ma non sarebbe stato difficile scoprirlo, del resto tutt'intorno non c'erano altri vessilli se non quelli dei Frey e quelli che, con ogni probabilità, appartenevano ai Vance.
    Pochi istanti più tardi fu il borgomastro a dissipare ogni dubbio: mentre riempiva di nuovo le coppe, infatti, chiamò quell'uomo "ser Jared Frey".
    Ad Osmund fu finalmente chiaro il motivo di tutte quelle domande su mani promesse e legami matrimoniali. I nuovi protettori dei Fiumi stavano tessendo la loro tela, cercavano di assicurarsi la fedeltà dei nuovi lord facendo in modo che a scaldare i loro letti ci fossero ragazze proveniente dalle Torri Gemelle.
    -Hai visto come sembrava soddisfatto Ser Jared nel sapere che l'altra metà dei nostri letti è fredda?-
    La voce di Edwin era così bassa che le sue parole a mala pena si distinguevano sopra il vociare della folla. Osmund si avvicinò di un passo, cercando di apparire il più disinvolto possibile. Avrebbe voluto annuire ad ogni parola perché il ragazzo era giunto alle sue stesse conclusioni, ma si limitò a farlo un'unica volta al termine del discorso.
    -Ti ringrazio, lord Roote- gli disse infine, salutandolo con un mezzo inchino.
    Rimasto solo, l'Hornwood poté finalmente avvicinarsi a uno dei tavoli che la brava gente del luogo aveva allestito per salutare l'arrivo del loro nuovo signore, una lunga tavola appoggiata su cavalletti di legno sulla quale un gran numero di vassoi erano ricolmi di cibi che, seppur di aspetto modesto, emanavano un profumo decisamente invitante. Osmund estrasse la daga e tagliò una fetta di pane ancora caldo, poi afferrò un piccolo spiedo, senza farsi troppe domande sul tipo di carne che vi era infilata.
    "Non è male" pensò mentre masticava rumorosamente.
    Guardandosi intorno vide che Edwin e Corinna erano impegnati in una conversazione con quel ser Dafyn. Ser Jared li aveva messi in guardia da quell'uomo, ma neanche il Frey gli ispirava tanta fiducia. Poco più in là, invece, scorse Peter. Si pulì la bocca col dorso della mano e si avviò verso il borgomastro.
    -Avete preparato un bel banchetto- esordì, avvicinandosi, poi fece un ampio gesto e, con lo spiedo ormai vuoto, indicò la gente in festa. -Spero di trovare un'accoglienza come questa quando arriverò a destinazione.- Accennò un sorriso. -Sono arrivate notizie da Willow Wood negli ultimi tempi?-
    Non sapeva neanche se un uomo così semplice avesse mai sentito nominare quel luogo, ma chiedere non gli sarebbe costato nulla. Non sapeva niente del suo nuovo seggio e questo, da qualche giorno, gli provocava una fastidiosa sensazione di irrequietezza.
    Si portò la coppa alla bocca e sorseggiò un altro po' di vino.
    -Forse mi sbaglio, ma ho l'impressione che tra Frey e Vance non scorra buon sangue- disse, indicando ser Dafyn con un cenno del capo. Poi piantò gli occhi in quelli di Peter. -Mi sbaglio?-

    Parole: 501
  8. .
    Osmund mantenne lo sguardo fisso sulla folla mentre il Roote gli parlava, l'attenzione catturata in particolare dalle bandiere che svettavano alte sopra la gente. Erano ancora piuttosto lontani, ma non ebbe difficoltà a riconoscere i vessilli blu e argento di Casa Frey, mentre non aveva la più pallida idea di chi fossero gli altri.
    "Che si tratti dei Vance di Atranta?" si chiese. Del resto, erano gli unici ad essere stati nominati oltre ai signori delle Torri Gemelle.
    -Non voglio gettare panico infondato, ma occhi puntati e orecchie tese in ogni caso, fino a quando non capiamo meglio la situazione- si raccomandò Edwin.
    Osmund replicò con un secco cenno d'assenso.
    -Staremo attenti- disse.
    Non ci misero molto a raggiungere il ponte. L'Hornwood trattenne il fiato quando udì le assi di legno delle barche incurvarsi e rimbombare sotto il peso di uomini e bestie, ma la preoccupazione svanì quando le orecchie si riempirono delle acclamazioni della folla e dei suoni della festa che li attendeva al di là delle Rapide Nere. Sentì rumoreggiare lo stomaco quando furono raggiunti dall'odore di cibo cucinato. Si massaggiò il ventre, pregustando finalmente un pasto degno di questo nome.
    -Ti aspettavano- disse al Roote, accennando alle persone che si accalcavano oltre il fiume.
    Furono accolti dal borgomastro del paese, che si mostrò molto servizievole verso il suo nuovo signore. Osmund passò oltre e si fermò poco più avanti. Mentre smontava da cavallo vide i suoi uomini avvicinarsi famelici ai tavoli di legno e li lasciò fare, controllando solo che non scoppiassero litigi con la gente del luogo. Anzi, li avrebbe seguiti volentieri, ma qualcuno alle sue spalle richiamò la sua attenzione.
    -E voi dovete essere il nuovo signore di Willow Wood.-
    Si voltò. L'uomo che gli aveva rivolto la parola, un individuo alto con un'espressione poco piacevole stampata in faccia, lo stava invitando ad avvicinarsi e intanto continuava a parlare con Edwin.
    -Sono io- rispose seccamente l'Hornwood, raggiungendoli. Non aveva idea di chi avesse di fronte, evidentemente si era perso il momento delle presentazioni, né di chi fosse ser Dafyn, quindi si limitò a storcere la bocca nell'abbozzo di un sorriso quando sentì fare quel nome.
    -Dev'essere un uomo pericoloso- disse, fingendosi divertito. -Questo ser Dafyn, intendo.-

    Parole: 371
  9. .
    Il Primo Cavaliere del Re era scomparso.
    C'era una gran confusione fuori dalle sue stanze e Osmund non aveva potuto fare a meno di uscire per capire cosa stesse succedendo. I soldati, stranamente numerosi rispetto a quelli che di solito montavano la guardia da quelle parti, erano in preda all'agitazione e non c'era voluto molto per capirne il motivo: il Primo Cavaliere del Re era scomparso. E con lui erano dispersi anche lord Celtigar e Maestro Luthor.
    L'Hornwood aveva perso un paio d'ore girovagando per la Fortezza. Aveva estorto alcune informazioni, altre era riuscito a coglierle dalle bocche delle guardie, e quasi tutti parlavano di un legame tra queste sparizioni e lord Karstark.
    -Sono usciti per inseguirlo- gli aveva detto un tizio.
    -Ci sono dei morti- aveva sussurrato un altro.
    Più ne sapeva, più dentro di lui si faceva strada la consapevolezza che qualcosa di molto grave doveva essere accaduto oltre le mura di Approdo.

    -Casa Hornwood non sarà complice di nessun fuggitivo- disse Osmund non appena la Forrester ebbe terminato il suo discorso.
    Il Gran Maestro li aveva avvertiti. Non li stava accusando, non ancora, ma il senso delle sue parole era evidente: a nord dell'Incollatura tutti erano considerati possibili alleati del Karstark. Il Maestro della Guerra era un traditore, questo Osmund ormai lo aveva capito, pur non avendo chiaro l'ordine degli eventi.
    -Non abbiamo niente a che fare con questa storia- aggiunse, ostentando disinvoltura. -Io e i miei uomini, i pochi che sono sopravvissuti alle battaglie combattute per il re e la Corona- disse, alzando la voce nel pronunciare le ultime parole -siamo diretti a Willow Wood. Gli affari di lord Karstark non ci riguardano.-
    Salutò il Gran Maestro con un mezzo inchino e raggiunse i suoi, tutti presi dai preparativi per la partenza.
    Si avvicinò a ser Ygon. -Il vecchio ci tiene gli occhi addosso- sussurrò a denti stretti. -E ho paura che non sia l'unico. Diamoci una mossa; prima ci mettiamo questa città alle spalle, meglio è.-
    Si voltò e prese un lungo respiro per calmarsi. Non sapere con certezza cosa diavolo era successo là fuori lo faceva sentire vulnerabile e in balia degli eventi. Fece vagare lo sguardo tutt'intorno, come per dare un'ultima occhiata alla capitale. Era entrato ad Approdo del Re da semplice cavaliere e ne usciva da lord, signore di un castello tutto suo, e questo lo rendeva orgoglioso, ma non sarebbe rimasto in quella città un momento di più.
    Mentre si sistemava la corazza, poco lontano intravide Corinna Forrester, attorniata dai suoi soldati e con quello strano animale accanto. Anche loro erano rimasti in pochi. Senza distogliere lo sguardo, si rivolse di nuovo al cavaliere di Porto Bianco e indicò con la testa la gente di Ironrath: -Pare che viaggeremo con loro.-

    Parole: 460
  10. .
    Osmund andrà a Fairmarket. È diventato lord di un seggio che non ha mai neanche visto, forse è arrivato il momento di dargli un'occhiata.
    E poi anche lui vuole mettersi Approdo alle spalle.
    Scriverò al Duca al più presto ;)
  11. .
    Osmund può aspettare che vengano riaperti i cancelli. Ne approfitto per sistemare la questione della nomina a lord e altre cose più datate.
  12. .
    L’acqua salata gli bruciava gli occhi, ma non li chiuse per paura di perdere di vista la scialuppa.
    Alle sue spalle si alzò un grido di battaglia. Ser Ygon stava incitando gli uomini, urlando loro di ammazzare e catturare i fanatici che non erano ancora morti in mare e che stavano mano a mano guadagnando la riva.
    Poi l’acqua gli riempì le orecchie e tutti i suoni si fecero ovattati. Poteva udire solo il suo respiro e lo sciabordio dell'acqua intorno a lui.
    Non nuotava da tempo, ma dopo le prime bracciate riuscì a prendere ritmo e velocità.
    “Non è lontano” osservò, sollevando la testa per dare una rapida occhiata davanti a lui.
    Spalancò la bocca e prese una boccata d’ossigeno, poi si rituffò sotto il pelo dell’acqua.
    Chi diavolo era l’uomo che stava inseguendo? “Deve essere uno dei capi dei fanatici” pensò. Era l’unica soluzione… altrimenti perché tutta quella paura che un solo uomo potesse scappare?
    Il fuggiasco l’aveva visto, sapeva di essere inseguito, ma da come manovrava i remi non sembrava un lupo di mare e per Osmund non fu difficile raggiungerlo. Quando fu sotto l’imbarcazione, afferrò il bordo di legno e si issò a bordo, i muscoli tesi e il fiato corto per lo sforzo.
    Osmund vide la testa dell’uomo girarsi di scatto verso di lui.
    -Fottuti abbraccialberi…-
    Il remo fu abbandonato e nelle mani del fuggitivo comparve una spada.
    L’Hornwood si era appena alzato e subito dovette balzare di lato per evitare un potente affondo diretto al suo ventre. La barca oscillò pericolosamente e lui per poco non finì di nuovo in mare. Mentre recuperava l’equilibrio, con la coda dell’occhio si accorse che il suo avversario era sbilanciato e questo gli diede il tempo di sfoderare la daga.
    Non disse una parola, né di sfida né di scherno. Emise solo un grugnito quando, dopo aver sollevato la lama sopra la testa, la fece calare rapidamente verso il collo dell'uomo.

    Parole: 323

    Osmund
    Diplomazia 25
    Marzialità 90 (40 F - 50 D)
    Amministrazione 7
    Intrigo 8
    Conoscenze 13

    Vita: 80/101

    Equipaggiamento
    Daga di ferro (6 att 3 dif 3 peso)
    Stivali di cuoio (1 rid 0 peso)

    MALUS PESO=peso equipaggiamento-forza/10-resistenza*4 = 3-4-4 = -5
    VELOCITA'= Destrezza/3 +liv competenza arma - malus peso = 50/3 + 2 - (-5) = 16,66+2+5 = 23,66
    DIFESA(schivata)= Variabile*DESTREZZA/10 + Corpo a corpo*5 = 5*5+10 = 35

    ATTACCO= VARIABILE*forza/10 + liv competenza arma*3 + (potenza arma in attacco *(numero mani+1)/2) + liv. competenza Arte del Combattimento a Cavallo * 3 (se a cavallo) = 3*40/10+2*3+6*1,5 = 12+6+9 = 27 + 4,05 (bonus 15% arma) = 31,05


    Edited by Brule - 20/10/2022, 21:14
  13. .
    Non c’era modo per smuovere tutti quei nobili e quei cavalieri se non andando a toccare il loro orgoglio. Le parole della ragazza e quelle del Roote, e in modo particolare la sceneggiata messa in piedi da quest’ultimo, avevano toccato la virilità di quegli uomini altezzosi e loro avevano risposto. Anche la paura aveva di certo fatto la sua parte, le minacce urlate in nome del re non lasciano indifferenti.
    I cavalieri del Nord, però, erano stanchi. Stanchi di combattere battaglie che non li riguardavano, stanchi di veder morire i loro compagni, uomini con cui erano cresciuti e con cui per anni avevano giocato sulla terra gelata dei loro villaggi, per un re che non era capace neanche di rendere sicura la capitale del suo regno.
    Osmund alzò gli occhi su ser Ygon. Il cavaliere avrebbe combattuto, ma non i suoi uomini.
    Restò in silenzio. I volti dei soldati di Hornwood massacrati a Vecchie Pietre erano un marchio incandescente nella sua memoria. Inspirò piano, poi spostò lo sguardo su James. Poteva comprendere la sua furia, la donna che amava era appena stata uccisa… ma le parole e le accuse che aveva pronunciato erano gravi.
    “Ratti” ripeté tra sé, nella sua testa.
    Non si era rivolto a lui, certo, ma il veleno era stato sputato su tutti senza distinzioni. Quindi anche su di lui.
    Tirò su col naso e si raschiò rumorosamente la gola per attirare l’attenzione.
    -Questi ratti…- disse con tono sdegnato, alzando la voce. -Questi inetti rischieranno ancora una volta la vita per i Targaryen, se proprio devono. Il re tuttavia dovrà fare a meno anche degli uomini di Hornwood. Dovrà bastargli la mia spada!-
    Mantenne la testa alta, in atteggiamento di sfida, come per dimostrare che nessuna minaccia gli avrebbe fatto cambiare idea. Poi rivolse a ser Ygon un cenno d’intesa.
    -Io sono con voi- disse -Andiamo.-

    Parole: 309
  14. .
    Le mura erano cadute, la strada per la fortezza era aperta.
    Osmund fece scorrere lo sguardo sulla distesa di corpi ai suoi piedi, il petto che si gonfiava e sgonfiava come un mantice.
    Cosa diavolo pensavano di fare? Armati solo di bastoni e roncole, credevano davvero di poter avere la meglio su un esercito ben equipaggiato?
    “Dovevano restarsene lontani… maledizione…”
    Osservò a lungo quei cadaveri.
    Quella era una macchia che non avrebbero cancellato facilmente.
    Sputò un grumo rossastro di saliva poco lontano dai suoi piedi, poi con il dorso della mano si asciugò il sudore che gli colava dalla fronte ed impregnava le sopracciglia.
    Sollevò gli occhi.
    -Quanti ce ne saranno ancora?- chiese all’uomo che aveva accanto, indicando con la mazza ferrata gli arcieri nemici assiepati tra i merli.
    Senza aspettare una risposta si avvicinò a Red.
    -Diamogli una maledetta barca!- grugnì, tenendo gli occhi fissi sulle mura. -Disarmiamoli e facciamoli scortare al porto. Lasciamo che se ne vadano... Per ognuno di quei bastardi che ci togliamo davanti uno dei nostri sopravvive.-
  15. .
    La situazione si ripeteva.
    Era diverso il luogo, erano diverse le circostanze, ma quelle dannate frecce si rivelavano un’altra volta il suo peggiore incubo. Se qualunque combattente armato di spada, ascia, lancia o di qualsiasi altra diavoleria adatta a un uomo che possa definirsi tale, doveva faticare non poco per lasciare un segno sulla sua corazza, quei maledetti arcieri, quei codardi… bastardi figli di un cane, riuscivano a farlo con troppa facilità.
    Ed era successo di nuovo.
    Tra le migliaia di dardi che laceravano il cielo e piovevano sulla flotta, uno trovò il modo per infilarsi appena al di sotto del bordo inferiore del suo scudo.
    Non l’aveva neanche visto arrivare. A malapena era riuscito a udirne il sibilo… troppo tardi anche solo per poter pensare di abbassare il braccio sinistro in un tentativo di parata.
    Osmund fu sbalzato all’indietro dalla violenza del colpo e aprì istintivamente la guardia, esponendosi ad altre frecce che per sua fortuna non arrivarono. Un paio di istanti dopo, proprio mentre stava rendendosi conto di quanto era appena accaduto, una fitta tremenda esplose nel suo fianco sinistro e l’Hornwood sentì che le forze lo stavano abbandonando. Perse l’equilibrio, ma riuscì ad aggrapparsi alla murata e a rimanere in piedi.
    -Merda!- ringhiò, i denti serrati che scricchiolavano fin quasi a spezzarsi.
    Abbassò lo sguardo e, attraverso un velo di lacrime, vide l’asta scura che gli usciva dal fianco e una macchia rossastra che andava allargandosi intorno ad essa.
    Strinse ancora più forte. -B… bastardi…- biascicò. “Devo tirarla fuori!”
    Prese un breve respiro, ma fu sopraffatto dal dolore e subito s’interruppe.
    -CERUSICO!- urlò con tutto il fiato che aveva in corpo. Non era neanche sicuro che ce ne fosse uno in quella nave.
    Rialzò gli occhi e si guardò brevemente intorno: erano tutti troppo impegnati a salvare la pelle per accorgersi che era stato ferito.
    -CERUSICO!-
    Nessuno rispose e Osmund lentamente si accasciò sulle assi di legno viscide di sangue.
    “Merda… Tiratemi via questa cosa dal fianco…”

    Parole: 330

    Prima di procedere voglio vedere se c'è qualcuno che può rimuovere la freccia. Niente cure ovviamente... solo per evitare di combattere con quell'affare che sporge dal fianco.


    Edited by Brule - 1/8/2021, 09:32
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