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  1. .
    Eldridge osservò Arthur uscire dalla stanza senza replicare alle sue parole.
    Rimase in silenzio, le sue braccia erano incrociate e il suo sguardo ora puntava ciò che era fuori dalla vetrata.
    Nel frattempo il Gran Maestro, ormai furibondo, iniziò a borbottare cose su cose.
    Il Langward rimase ad ascoltare, alzando il sopracciglio. Improvvisamente le parole dell'anziano divennero una richiesta d'aiuto. In pochi secondi si ritrovò accasciato per terra.
    Isabel aveva gli occhi sbarrati, era terrorizzata.
    Eldridge rimase senza parole. Osservò la scena per qualche secondo, incredulo.
    << Gran Maestro? Gran Maestro? Lo abbiamo ammazzato... >> Disse Isabel con voce tremolante.
    << Noi... noi non abbiamo ucciso proprio nessuno... non... non dire certe cose!... >>
    L'atteggiamento del giovane studioso era cambiato.
    Entrambi i ragazzi erano ormai vittime del grande panico, di fronte a quella scena rimasero paralizzati. Non sapevano cosa fare, anche perché non erano in grado di poter fare qualcosa.
    Non restava che chiamare aiuto.
    << Eldridge andate a chiamare aiuto, presto! Andate! >>
    Non se lo fece ripetere due volte.
    Uscì dalla stanza ritrovandosi nel lungo corridoio e iniziò a percorrerlo a passo svelto, chiedendo a gran voce aiuto.
    Quella situazione gli sembrò così surreale. Si sentì intrappolato in un incubo... un incubo che lui stesso aveva creato, ne aveva la minima consapevolezza.
    Scosse la testa al solo pensiero. No, Eldridge non era responsabile di tutto ciò che era appena accaduto, non poteva... non voleva... eppure... qualcosa in lui stava combattendo con questi sentimenti.
    "Guarda cosa hai fatto...?... Un mostro... un mostro... Picchio...il Gran Maestro di Corte... e quanti altri?...Li hai uccisi tu... e non puoi negarlo..."
    Preso dalla confusione interruppe il passo e portò entrambe le mani sulla testa. I suoi occhi erano sbarrati, colmi di lacrime. "C'è... c'è speranza brutto bastardo... lasciami stare!... Non sono un mostro!... Non volevo.. io... io non volevo..."
    << A-Aiuto!! >> Esclamò singhiozzando, rimanendo piegato con la visuale sul pavimento.

    Parole: 318


    *Chiamo aiuto. Hehe, questo turno c'è una piccola apparizione ;)
  2. .
    Benvenuta! ^_^
    Non c'è fretta, leggi pure con calma e se hai qualche domanda i nostri cari Uccelletti sapranno darti le risposte :]
    Buona permanenza! ;)
  3. .
    La discesa dalla Torre del Primo Cavaliere fu un vero e proprio inferno visto che ad ogni passo Eldridge rischiò di cadere più e più volte per via dei giramenti, senza parlare del vecchio Gran Maestro che, borbottando, non si limitò solo a qualche commento sull'accaduto. Era chiaro: l'atteggiamento di Eldridge aveva infastidito l'anziano uomo. Non se ne dispiacque. Anzi, si sentì soddisfatto e alleggerito dopo aver risposto all'uomo con le cattive maniere.
    Non sapeva il perché... non era da lui comportarsi in quel modo, chiunque a Corte avrebbe affermato la stessa cosa.
    Continuò a scendere le scale dando involontariamente qualche spallata alla parete di pietra, mentre nei suoi pensieri le parole del Gran Maestro erano ancora al centro della scena.
    Isabel era tornata, e quindi di conseguenza anche Arthur doveva trovarsi a Corte in quel momento. "Che bella notizia" Pensò mentre usciva dalla Torre.

    << Molto bene... >> Disse guardandosi attorno.
    "Lo scrigno... è qui da qualche parte... devo sbrigarmi... lo devo trovare..." Le ricerche iniziarono immediatamente e la zona venne perlustrata dal ragazzo più e più volte... ma lo scrigno non si trovava più lì.
    "Maledizione! Lo scrigno!!... Dov'è ?... DOV'E'?!" I suoi occhi erano spalancati e l'ira era ora impressa sul volto del giovane. "COM'E' POSSIBILE CHE QUALCUNO ABBIA PRESO LO SCRIGNO IN COSI' POCO TEMPO?! Devo... devo calmarmi... devo riflettere... con calma..."

    << Aiuto!! Aiuto!! >> Una voce familiare si intromise improvvisamente nelle riflessioni del giovane.
    Lo sguardo di Eldridge si mosse.
    << HEY! Qualcuno sta chiedendo aiuto!... Là dentro... verso... verso... non lo so... Le... le Stanze del Gran Maestro?! Oddio.... ODDIO! QUALCUNO MI SENTE?! GUARDIE!! GUARDIE!!!!!! Le stanze del Gran Maestro! Le stanze del Gran Maestro!! Si... è da lì che proveniva quella voce o forse in quella zona.... era Isabel... si... era per forza lei... QUALCUNO MI HA SENTITO?! DOBBIAMO MUOVERCI! >>
    Urlò a squarciagola Eldridge cercando di correre più che poteva.
    Cosa poteva aver spinto Isabel ad urlare così forte? Doveva trovarsi in serio pericolo e chissà cosa le stava succedendo. In quel momento Eldridge si ritrovò nuovamente contro il tempo.

    *Parole: 348


    *Okay allora... faccio le mie solite sceneggiate, corro e chiamo aiuto allo stesso tempo. Mentre chiamo aiuto mi muovo.... quindi sicuramente lungo il tragitto attirerò l'attenzione di qualcuno. Il colore del dialogo di Isabel lo cambio in un secondo momento perché non mi ricordo il codice ahahaha
  4. .
    << Nghh... >> Eldridge si rialzò con molta fatica utilizzando la sola mano che aveva a disposizione in quel momento. << M-Molto bene... >> Pensò ad alta voce il ragazzo, ancora barcollante, dirigendosi verso la porta che, una volta aperta, avrebbe mostrato la stanza destinata ai Primi Cavalieri del Re. Il fazzoletto copriva ancora la mano sanguinante del nobile, che fece di tutto pur di non lasciare tracce. Strinse con il fazzoletto, nonostante il dolore, la mano sinistra. "Devo sbrigarmi... il Diario, dov'è?" Ragionò Eldridge guardandosi attorno.
    Gli occhi del nobile caddero sulla tenda di lino, che in quel momento sostituiva l'imponente baldacchino del letto. Il ragazzo perlustrò la stanza in tutta fretta. "La guardia... non posso farmi trovare con le mani in pasta... il Diario... " Continuò a pensare muovendo velocemente gli occhi, puntando rapidamente, uno dopo l'altro, gli oggetti che si trovavano in quella stanza.
    "Non è qui fuori... dev'essere nascosto... magari in qualche cassetto..." Lo sguardo del nobile si mosse sulla scrivania, e successivamente sul piccolo scrigno che però era posto sopra ad un tavolo, il tavolo più vicino al camino in pietra.
    Senza riflettere ulteriormente il ragazzo si fiondò sullo scrigno che però era chiuso a chiave.
    "Dannazione... serve una chiave... " Maneggiò qualche secondo la piccola scatola tentando di trovare la chiave semplicemente guardando qua e là, ma niente. La chiave doveva trovarsi in qualche posto nascosto, ovviamente, se non con il Primo Cavaliere. L'unica cosa da fare era manomettere la serratura dello scrigno ed il Langward tentò di farlo fin da subito battendola sullo spigolo del tavolo che, inevitabilmente, finì per rovinarsi. << Che nervi!! Apriti maledetta scatola >> Il tempo stringeva e serviva trovare una soluzione il prima possibile.
    Portarsi dietro lo scrigno non era cosa semplice, Eldridge poteva contare su una delle due mani e non aveva modo di nasconderla per bene, magari sotto al vestiario. Ragionò su come portarsi via la scatola senza farsi vedere... e puntualmente un'altra idea balenò nella mente del giovane.
    Si avvicinò rapidamente alla finestra e guardò bene la zona sottostante assicurandosi che non vi fosse nessuno e nell'attimo successivo gettò lo scrigno.
    Ora non restava altro che recuperarlo e svelare il suo contenuto. Ma una cosa preoccupava ancora Eldridge: qualcuno avrebbe potuto trovare la piccola scatola prima di lui, per questo motivo non poteva perdere altro tempo.
    Con espressione pensierosa il ragazzo si incamminò ripercorrendo la lunga scalinata.

    *Parole: 400


    *Eldridge getta la scatola fuori dalla finestra e si incammina subito. Sicuramente ritroverò la guardia e il Gran Maestro lungo la strada...e non solo loro, credo.
    Non so precisamente dov'è precipitato lo scrigno ma On game Eldridge dovrebbe saperlo, in ogni caso penso che verranno messe delle indicazioni nella moderazione *^^*


    Edited by Azama__ - 20/2/2024, 19:13
  5. .
    Passarono alcuni secondi. Eldridge rimase immobile, cercando di nascondersi dalla Guardia che, fortunatamente, sembrava essere da un'altra parte. Un colpo di fortuna che il ragazzo avrebbe dovuto utilizzare a suo vantaggio. Si abbassò un altro po', inginocchiandosi su i gradini finali delle scale e, cercando di fare meno rumore possibile, iniziò a gattonare lentamente. Puntò la Guardia e nella testa gli balenò la consapevolezza dell'assurdità di ciò che stava facendo. Un'assurdità necessaria, rispose a se stessa la sua coscienza. Sembrava un dialogo, quello che si stava svolgendo dentro ai suoi pensieri.
    "Che diamine sto facendo...? Che dolore alle ginocchia... maledizione..." - "Quel Diario... devi prenderlo... a tutti i costi"
    Il Langward fece per sospirare quando all'improvviso una delle sue idee si intromise. Si, ora sapeva cosa fare, doveva solo agire.
    "Devo... devo..." - "Con calma... al mio tre... lo faccio. Uno... due... " Il ragazzo deglutì "Tre!"
    Con tutta la forza che aveva nel braccio sinistro tirò un forte colpo sull'angolo dell'ultimo gradino. Un'agonizzante urlo di dolore riecheggiò tra le mura del torrione. La mandibola del nobile stava tremando e i suoi occhi non tardarono a riempirsi di lacrime.
    << Svegliati!... C-Cosa fai lì impalato?! Che- Che dolore! La mia mano!... Sanguina...! Vieni a controllare... un... un Maestro! Dov'è?! Andate... andate! La mia mano sanguina!.. Sanguina!!.. Mi... mi gira la testa... non... non... mi sento le gambe... >>
    Tremolante, il ragazzo cercò di alzarsi, ma senza successo. Proprio come voleva lui. Finse di cadere nuovamente. << Non... non riesco ad alzarmi... a camminare... chiama aiuto, ti prego... >>
    Aggiunse il nobile cercando di tirar fuori il fazzoletto di stoffa che sempre portava con sé.
    Tamponò la mano sanguinante e cercò il più possibile di fasciare la ferita con quest'ultimo. Non poteva permettersi di lasciare traccia di sé nelle stanze del Primo Cavaliere.
    "Eddai... allontanati... "
    Fissò la porta che divideva la scalinata dall'alloggio; il diario sarebbe presto stato tra le sue mani insanguinate, era solo questione di tempo.

    *Parole: 319


    *Okay... non so se serve un tiro inganno perché comunque Eldridge si è fatto male. Ovviamente sta ingigantendo la cosa e vuole far credere alla Guardia di non riuscir neanche a camminare. E' per metà una messa in scena.


    Edited by Azama__ - 2/2/2024, 14:24
  6. .
    << Nelle stanze del Primo Cavaliere troverete dei diari. Diari posti all'attenzione di Lord Buckwell, e prima ancora posti tra le mani del precedente primo Cavaliere. Se volete essere di qualche aiuto alla Corona, se volete che Rhaegar torni a casa... dovreste iniziare da quelli. Sono un uomo d'armi io, non di intelletto, sta a voi ora >>
    Eldridge incrociò le braccia. << Quindi mi state dicendo di... insomma... che devo... ho capito. Potevate risparmiarmi questo rischio e recuperare voi il diario... a quanto pare dovrò vedermela per conto mio. Potete andare, cercherò di aggiornarvi sulla faccenda quando saprò qualcosa di importante... o forse non lo farò, vedrò cosa fare >>
    Nessun'altra parola fuoriuscì dalla bocca del nobile. Il ragazzo rimase fermo, immobile, mentre i suoi occhi puntavano le spalle del Dondarrion che lentamente si stava allontanando. Duncan non lasciò nulla di se al Langward, se non l'informazione che avrebbe potuto aiutare la Corona a trovare un punto da cui partire. Secondo l'Uomo d'Arme molti indizi sarebbero custoditi tra le righe di un diario: quello del Primo Cavaliere.
    Eldridge si guardò attorno, distogliendo lo sguardo ne agganciava un altro. Pensò e ripensò. Intrufolarsi nelle stanze del Primo Cavaliere senza dare nell'occhio...
    << Maledizione... >> Sussurrò il ragazzo, prendendo il passo in direzione di uno dei tanti corridoi della Fortezza. Ciò che andava fatto, andava fatto. A costo di rischiare, Eldridge avrebbe messo le mani su quel diario.
    Percorse il corridoio a passo svelto mantenendo un'andatura decisa. Un occhio attento avrebbe potuto notare facilmente la fretta del giovane studioso. Non era da lui "correre", vista anche la sua poca stamina.
    La necessità di fermarsi iniziò a farsi sentire dopo pochi minuti percorsi a passo svelto.
    << Non... non ce la faccio... non ce la faccio... santo cielo >> Eldridge si fermò, affannato com'era, difficilmente avrebbe proseguito a quel ritmo. Il diario lo stava aspettando ancora a qualche minuto di distanza, doveva sbrigarsi e appropriarsene il prima possibile.

    *Parole: 310


    *Cioè... vabbè ahaha


    Edited by Azama__ - 13/1/2024, 19:20
  7. .
    << Che meraviglia... >>
    Commentò il ragazzo osservando i petali di un fiore che da poco era sbocciato.
    La primavera era appena arrivata e aveva così tanto da offrire. Le vaste praterie che circondavano Fortezza Langward si erano dipinte di vari colori donando a viandanti e contadini una meravigliosa vista. Mentre gli sparsi frutteti, generosi com'erano, donavano una grande quantità di frutta. La primavera era in grado di trasformare completamente la tetra e buia Fortezza Langward in un luogo più allegro. Eldridge non aspettava altro che questo. Lui aspettava la primavera solamente per poter ammirare la spettacolare fioritura. Ogni giorno, dopo la colazione, il nobile correva in giardino con l'intenzione di cercare e catalogare sempre nuovi fiori. Spesso annotava un mucchio di cose e ciò lo rendeva estremamente felice. Questa era la sua passione dopotutto, e di amici non ne aveva. I fiori erano i suoi unici veri amici. Con loro si confidava apertamente senza alcun timore. Si fidava ciecamente di quei fiori che, mentre ascoltavano, si occupavano anche di adornare il giardino della Fortezza. Si impegnavano davvero tanto per rendere quel giardino un posto da sogno... e questo Eldridge lo apprezzava molto.

    12 Aprile. Sembrava un giorno come tanti quello. Eldridge si trovava sotto l'ombra protettiva di un albero non troppo distante dalla stalla. Lì vicino vi era anche l'entrata che conduceva allo studio di Maestro Nicholas. Un uomo che Eldridge ammirava molto per la sua grande saggezza e per la sua calma.
    Qualche giorno prima lo aveva visto scrivere qualcosa su un foglio che successivamente venne arrotolato. Spinto dalla curiosità, il ragazzo volle intromettersi chiedendo di che cosa si trattava, ma preferì evitare. L'ora era tarda e non gli sembrava il caso di ficcanasare... avrebbe chiesto successivamente al Maestro riguardo quella lettera arrotolata... cosa che alla fine si dimenticò di fare.
    *Cra-Cra!... Cra!* Il verso di un'animale che, qualche secondo dopo, precipitò sulla chioma dell'albero che stava facendo ombra al ragazzino.
    Eldridge si alzò senza pensarci due volte. Cercò in tutti i modi di intravedere la creatura che era appena caduta ma non riuscì a trovarla. Restava solo una cosa da fare: Chiamare Maestro Nicholas, e al più presto.

    << Maestro! Maestro Nicholas!... >> Eldridge bussò sulla porta accostata del Maestro. Strano che non fosse chiusa... di solito il Maestro era molto riservato quando si trovava nel suo studio. Pensò di sfuggita il ragazzo.
    << Eldridge... piccolo. Ditemi... di cosa avete bisogno? >> Il Maestro uscì dallo studio chiudendo la porta dietro di sè.
    << Qualcosa è caduto in giardino... un'animale, un volatile... >> L'espressione del Langward era visibilmente preoccupata.
    << Non ditemi che... dev'essere il Corvo che ho mandato qualche giorno fa. Cosa gli sarà successo? Sarà bene occuparsene subito. Venite con me giovanotto, questa è anche un ottima occasione per imparare qualcosa di nuovo >>
    Il piccolo Eldridge annuì in silenzio afferrando con la sua piccola mano quella del Maestro.
    I due si affrettarono e in poco tempo il corvo venne ritrovato. Le sue condizioni non erano le migliori, ma il Maestro rassicurò subito Eldridge dicendogli che presto il corvo viaggiatore, così lo chiamò, si sarebbe ripreso.
    << Sono sollevato Maestro Nicholas... ma ho notato la parola Viaggiatore. Quello è un Corvo Viaggiatore? >>
    << Proprio così mio adorato Eldridge... questo piccolo è un Corvo Viaggiatore, e si chiama così perché viaggia in lungo e largo per portare messaggi. I Corvi sono dei messaggeri affidabili che portano con se le lettere che consegniamo loro. Spesso può capitare che non riescano ad adempiere al proprio compito... ma è molto raro. Questi Corvi sono addestrati e sono senza ombra di dubbio molto affidabili... >>
    << Comprendo Maestro. Dev'essere molto importante comunicare con persone lontane, non è così? >>
    << Certo che è così, mio caro Eldridge. I Corvi ci aiutano a comunicare in maniera più svelta. Andare di persona a recapitare un messaggio richiede diverso tempo... i Corvi sono la soluzione a questo problema. E' bene che apprendiate, Eldridge... quando sarete abbastanza grande vi servirà sapere come inviare una lettera. Sicuramente saranno diverse le occasioni e questo sapere vi tornerà utile >>
    Eldridge sorrise con incertezza, aveva alcune domande a cui serviva una risposta. << Ne sono sicuro Maestro... ma... non è più sicuro andare di persona? I Corvi, come gli altri volatili, possono cedere alle intemperie... oppure qualche malintenzionato potrebbe scoccare delle frecce pur di ottenere il messaggio... i rischi sono tanti, eppure tutti continuano a comunicare così, perché? >>
    Il Maestro ridacchiò, tossendo l'attimo seguente. << Provate a immaginare questa situazione: Siete un Lord e avete urgente bisogno di comunicare con altri Lord, ma per qualche motivo non potete lasciare la vostra Fortezza... il modo più efficace è inviare un corvo. Potreste rispondermi dicendo: "Beh, perché non mandare dei soldati...?" I soldati non sempre sono così affidabili, l'uomo... l'uomo non è sempre affidabile. Loro sono animali... nessuno li può comprare o aggirare, e sono più difficili da individuare... per questo sono preferibili all'uomo come messaggeri >>
    Eldridge distolse lo sguardo per qualche secondo, immagazzinando tutto ciò che Maestro Nicholas gli aveva appena spiegato.
    << Si, ora capisco Maestro... beh era abbastanza ovvia la risposta... non sono stato molto sveglio, chiedo perdono... >>
    << Ahaha, non dovete assolutamente chiedere perdono. Può capitare, ma io sono qui per fornirvi tutte le risposte che cercate. Io sono il vostro Maestro, caro Eldridge... è la mia missione quella di istruirvi >>
    << Maestro... >> Gli occhi di Eldridge divennero lucidi, prossimi a cedere.
    << Oh susu. Vi ho commosso? Su non piangete... La lezione non è ancora finita. Su venite, guardate come sistemo l'ala di questo povero Corvo >>
    Abilmente il Maestro riuscì a medicare la piccola ferita che si presentava nell'ala destra del volatile. Infine la bendò e la raddrizzò con l'aiuto di un legnetto legato. << Così dovrebbe andare... riposati piccolo mio >>
    << Tenete tanto ai Corvi, non è così Maestro? >> Domandò Eldridge mentre guardava il Maestro intento a sistemare il corvo all'interno della sua gabbietta.
    << Beh... tengo agli animali. I Corvi ci danno una mano... e il minimo che possiamo fare è prenderci cura di loro... ma andiamo avanti... sapete che quello che abbiamo appena medicato era un Corvo speciale? >>
    << Come? Un Corvo speciale? Cos'ha di speciale?... A me sembra un comunissimo Corvo... >>
    << Questo Corvo è... un Corvo intelligente. Con intelligente intendo che la sua capacità di memorizzare luogo di partenza e destinazione è più avanzata. Ha una buona memoria e può arrivare a ricordarsi più luoghi d'arrivo. Incredibile, no? Sono molto rari, quindi è bene trattarli con molta cura >>
    Eldridge rimase incredulo. Come potevano essere così rari Corvi del genere? In fondo ricordarsi più luoghi del solito non era mica una cosa così speciale...
    Il nobile però doveva tenere a mente che di Corvi si trattava e che per un'animale come quello era certamente una cosa sorprendente.
    << Un giorno mi piacerebbe inviare una lettera... ma non so a chi... >> Disse il Langward guardando il volatile appollaiarsi sul fondo della gabbia.
    << Tra qualche giorno scriverò una lettera da spedire, che ne dite di inviarla insieme a me? >>
    Gli occhi del piccolo Eldridge si illuminarono. << Mi sembra una splendida idea Maestro, non vedo l'ora >>

    *Parole: 1210
    *Tratto: Studioso
    *Bonus di Benvenuto [20-1=19 Utilizzi rimanenti]
    *Ricompense Add Base Corvo Viaggiatore: +5 PE Base + Ottieni la Competenza Corvo Viaggiatore [Ti permette di inviare e ricevere Corvi da altri PG]


    Edited by Azama__ - 26/8/2023, 18:34
  8. .
    Offro il mio aiuto. Anziché prestare 500 ori, ne presto ben 1500. Per la Corona! <3

    Concilio ristretto

    Sono al Vostro servizio e Vi offro il mio pieno appoggio. La Corona, ormai già da tempo, si trova in una condizione di estrema difficoltà. Il dovere di un leale membro della corte di Sua Maestà è collaborare per un futuro più radioso.
    Avete chiesto 500 Ori, ma il mio cuore mi spinge ad offrirne molti di più. Per questo motivo ho deciso di mettere a disposizione 1500 Ori che potranno essere restituiti senza alcuna fretta. Servire Voi e Sua Maestà il Re è un grandissimo onore che vale più di tutto l'Oro che vi sto offrendo.
    Per qualsiasi altro bisogno rimango a Vostra disposizione.

    I miei più cari saluti.

    Lord Eldridge Langward.
  9. .
    Vedere Isabel e Arthur nuovamente insieme dopo diverso tempo scaldò il cuore ferito di Eldridge. Erano successe tante cose, fin troppe cose dalla partenza dello scudiero... per non parlare di ciò che era successo proprio nella giornata di ieri.
    Il ragazzo fece una smorfia. Se solo Arthur fosse stato lì con loro... sicuramente Isabel avrebbe avuto più forza nell'affrontare tutto quel dolore... ed Eldridge pure.
    Le facce dei due ragazzi, ora traumatizzati parlavano chiaro. Nessuno dei due era veramente felice, nonostante la gioia del Matrimonio. Eldridge non avrebbe mai mentito a se stesso, mai e poi mai... eppure sentiva di dover fingere in quel momento. Sentiva di dover mettere da parte tutti i brutti pensieri, di far finta di nulla, come se nulla fosse successo... non tanto per sé, ma per i due amanti che presto sarebbero diventati Marito e Moglie.
    Il Langward sospirò guardando da lontano l'Albero Cuore. Isabel e Arthur erano girati di spalle e non avevano avuto ancora modo di notarlo.
    << Che crudeltà... ciò che hanno fatto a quel povero albero... ciò che hanno fatto a tutti noi... >> Così Eldridge ruppe il silenzio.
    << Mi fa male il cuore... mi fa così male vedere casa nostra in queste condizioni... >> Aggiunse avvicinandosi ancor di più al trio. << Ma voi siete tornato, Arthur. Isabel non ha fatto altro che parlar di voi... anche nei momenti più tristi voi eravate sempre al centro dei suoi pensieri... Ed è triste dover celebrare un Matrimonio in tutta fretta, circondati dalla distruzione... dal dolore... ma sono qui per voi e sono onorato di poter essere vostro testimone Isabel >> Unì le mani a quelle della ragazza. << Ieri abbiamo conosciuto gli orrori, abbiamo pianto, abbiamo gridato... abbiamo sofferto come mai prima... era la nostra prima volta, e l'abbiamo affrontata, impavidi... siamo ancora vivi, feriti ma vivi... e questo Matrimonio è la vostra occasione per ripartire più forte di prima. Ritrovate la felicità nell'amore, rifugiatevi nel caldo abbraccio della passione. Meraviglioso è il suo abbraccio... indescrivibile il suo bacio... >> Proseguì posando la mano destra sulla spalla della ragazza. << Io sono qui per voi, per vedervi fuggire via dal dolore... sono qui come tuo testimone, come tuo amico... e sono onorato di potervi vedere ad un passo dalla felicità... cara mia Isabel... caro mio Arthur... ci siamo >>
    Successivamente intervenne un uomo, Ser Ygon. Senza perdere ulteriore tempo si rivolse al giovane Langward spiegando brevemente in cosa consisteva il suo compito e ciò che avrebbe dovuto dire una volta accompagnata la Sposa alle radici dell'Albero.


    << Grazie Eldridge >> Disse Isabel appoggiando la mano sul braccio del nobile che replicò con un sorriso fraterno. << Non dovete ringraziarmi. Non dovete... >>

    Così i due, passo dopo passo si incamminarono verso le radici dell'Albero, lì dove lo Sposo e Ser Ygon attendevano.
    Eldridge non avrebbe mai potuto immaginare di ritrovarsi come testimone da un giorno all'altro... soprattutto subito dopo la catastrofe... eppure sentiva in sé una certa sicurezza, spinto da qualcosa che neanche sapeva spiegarsi. Era forse l'affetto che provava per i due?


    << Isabel Snow, figlia di Maege Mormont e Fanciulla del Nord, viene per essere presa in sposa con la benedizione degli Dei. Chi viene a reclamarla? >>

    *Parole: 540


    *Se ho sbagliato qualcosa fatemelo presente <3
  10. .
    "Lenta Agonia" è una cosa che hai tirato fuori tu e solo tu. Nessuno ha mai parlato di Lenta Agonia prima di te.
    Io non ho tutta sta esperienza del mondo GDR ma posso dire di essermi trovato bene. Forse perché non sono fissato quanto te e il tuo gruppetto di nuovi utenti.
  11. .
    Ciao, benvenuto/a ^^
    E' un piacere averti qui.
    Uno tra i membri dello staff passerà per darti alcune indicazioni su come iniziare, resta in attesa ^_^
    Ti auguro una piacevole permanenza qui nel nostro GdR ;)
  12. .


    Eldridge rientrò in Fortezza accolto dai vari sguardi di chi in quel momento lo incontrò. Non era stata una giornata semplice, soprattutto per qualcuno che non era solito prendersi dei compiti simili. Tutto era filato (bene o male non si sa) fino a quel momento ed Eldridge non poté che sospirare pensando alla grande sfida che oramai si era lasciato alle spalle. Sentiva dappertutto dolori, soprattutto alle gambe che a stento riuscivano a reggere il corpo gracile del ragazzo. La stanchezza del nobile poteva essere nota a tutti, la sua espressione parlava chiaramente e non lasciava spazio ad ulteriori commenti.
    Arrivò, sfinito, di fronte alla porta che divideva Corridoio e Alloggio. La sua mano sfiorò il pomello e nuovamente i pensieri presero il sopravvento.
    Sentì la forte mancanza di colui che lo aveva sempre sostenuto, fin dalla tenera età. Paul, il suo caro Padre. Ciò che sentiva nel profondo del suo cuore era indescrivibile. Il senso di vuoto. Il sentirsi così perso. Il sentirsi così solo in quel momento. Quell'attimo così fragile.
    Paul, la sua voce e le sue risate. Svanite in poche ore. Per sempre. Ne rimane solo l'amaro ricordo, così amaro da rigare il volto, così amaro...
    Una profumata candela. Consumata. Spenta. Ora una lugubre notte d'Autunno, senza luce.
    La mano del ragazzo strinse ancora di più la presa sul pomello in oro mentre i nostalgici ricordi sembravano paralizzarlo sempre di più.
    Si fece forza, il ragazzo dagli occhi stanchi, dalle labbra ora screpolate, secche.

    La stanza era vuota, silenziosa. Lady Quintilla sembrava essere altrove quando in realtà si trovava proprio lì, fisicamente, seduta su una delle quattro poltrone. Il suo sguardo perso sembrava fissare alcune delle scartoffie appoggiate sul piccolo tavolo di fronte a lei.
    Eldridge non volle parlare, non in quel momento ma la Lady, con voce debole, lo invitò a sedersi, consegnandogli una lettera subito dopo.
    Arthur Waters gli aveva scritto. Era tornato... e... cos'altro era successo?
    La negatività del Langward si presentò, puntuale, nell'attimo seguente. Il ragazzo tentennò. Fissò la lettera immaginando cosa potesse aver scritto lo scudiero appena tornato. Non voleva vedersela con altre questioni. Non aveva alternative. Si lasciò andare e iniziò a leggere le prime righe di quella breve missiva. Matrimonio.
    Isabel e Arthur stavano per sposarsi, proprio quel giorno. Eldridge era stato scelto come testimone. Scelto da colei che gli fu accanto in quei momenti difficili, vissuti mano nella mano poco tempo prima.
    L'Albero Cuore lo aspettava. La coppia che tanto amava era lì, ad attenderlo.

    *Parole: 414


    *Non ho scritto che fisicamente vado nel Giardino ma sto andando. Entro in Semi con un Eldridge molto triste, che questo Matrimonio porti gioia
  13. .
    L’arrivo ad Approdo fu turbolento per il ragazzo che in tutto quel caos non vedeva l’ora di potersi concedere un rilassante bagno, immerso tra i profumi delle erbe e cullato dal silenzio.

    A primo impatto le stanze Langward superarono le aspettative di Eldridge, aspettative che erano di per sé molto alte.
    L’arredamento era armonioso e tutto si trovava in ordine. Restava solamente da sistemare ciò che la famiglia si era portata dietro.
    << Che meraviglia queste stanze… non potevo aspettarmi di certo un trattamento scadente da parte del Re, dopotutto questa è la sua magna dimora… oh… Padre! Guardate!... Da quassù possiamo scorgere un sacco di cose! >> Esclamò Eldridge avvicinandosi alla vetrata, meravigliato dal panorama così vasto.
    << Sono così contento di essere qui anche se... il posto mi è sembrato fin troppo caotico... Ma comunque, ora che siamo finalmente in santa pace… che ne dite di continuare ciò che avete iniziato a spiegarmi durante il viaggio, in compagnia di questo panorama meraviglioso… Possiamo sistemare tutto più tardi. E’ meglio terminare ciò che abbiamo iniziato… Maestro Nicholas era solito ricordarmelo… >>

    Il ragazzo si accomodò in una tra le quattro poltrone situate nel salotto.
    << Figliolo… non sei stanco? >> Repilcò Ser Paul accomodandosi sulla poltrona di fronte.
    << Si… lo sono Padre… ma preferisco finire qui e ora la lezione che avete iniziato durante il viaggio… era interessante, lo era molto… e detta con tutta l’onestà di questo mondo, sicuramente questo argomento è più interessante degli addestramenti con Ser Dahelm… Mi ricordo >> Disse ridacchiando << che una volta, durante un allenamento… cercai di sferrare un colpo e… lasciai erroneamente la presa sulla spada in legno… ho rischiato di cavargli un occhio, fortunatamente è andato tutto bene… ma la scena è stata molto buffa… la sua espressione parlava chiaro… sembrava volesse dire: “Non toccare mai più un’arma in vita tua…”...abbiamo riso tanto in quel momento, nonostante il mio imbarazzo… aveva già capito che non sono portato per quel genere di cose… già mi manca… come la Septa… e il Maestro… invieremo qualche lettera di tanto in tanto… non è così? >>
    Lo sguardo di Paul si distolse per qualche secondo da quello del giovane. << Potrai inviare loro tutte le lettere che vorrai… ma devo dirtelo, sono contento che tu abbia instaurato dei buoni rapporti con i membri della nostra corte… un giorno sarai tu a capo di Casa Langward. Avrai delle responsabilità… e chi ti è stato vicino e ti ha visto crescere ti amerà come Signore, ti seguirà in ogni tua decisione… e il Maestro ti consiglierà… Ma a a proposito di Maestro, ora sono io il tuo “Insegnante”. Visto che me lo hai chiesto continuiamo da dove siamo rimasti. Del sistema di valuta abbiamo già parlato, quindi ora ci rimangono le Banche e il loro funzionamento. Allora, le Banche che ci interessano sono tre: Banca della Corona, Banca di Braavos e Banca di Vecchia Città. Ma andiamo più nel dettaglio prendendone una, prendiamo la Banca di Braavos
    La Banca di Braavos è la principale Banca della città libera di Braavos, e senza alcun dubbio è la più potente istituzione finanziaria del mondo conosciuto. Però, non è tutto oro quel che luccica, perchè la Banca di Braavos non ha proprio una buonissima reputazione, per quanto riguarda la riscossione dei debiti. In sostanza cosa fa la banca nel momento che un Re o un Principe non salda i propri debiti? La Banca supporta immediatamente Re o Principe rivale, che però finiscono per avere la stesse sorte dei primi. Mettendo però da parte questa cosa, il simbolo della Banca di Braavos raffigura due triangoli dorati incrociati per formare una clessidra, con due mani ai lati che si estendono da sinistra e destra dal punto in cui si incrociano i triangoli, con il palmo rivolto verso l'alto. Un simbolo particolare. Parliamo adesso di com'è nata questa Banca, da cosa ha preso il nome che ha e della sua storia. La Banca di Ferro è stata fondata quando Braavos era ancora una città segreta da commercianti e artigiani di gran successo. Prende il nome dalla miniera di ferro abbandonata dove i fondatori della banca misero tutti i loro fondi. La miniera aveva un solo ingresso, chiaramente chiuso con pesanti e massicci cancelli di ferro con anche delle guardie. Poi mano a mano la sede fu trasferita nei quartieri nuovi ma la miniera è ancora impiegata come deposito, oltre ad essere un luogo storico della città. Quindi, quel luogo fu il punto di partenza della Banca attuale.
    Le Banche, come già sai, sono dei depositi di denaro. Da lì entrano ed escono grandi quantità di denaro ogni giorno e ti permettono di stringere accordi come prestiti. Prima di stringere degli accordi però, il richiedente deve affrontare una serie di passaggi legati alla burocrazia. Dopotutto si tratta di un accordo che prendi con la Banca, con i loro termini che possono variare e che in ogni caso devono essere rispettati. Loro ti fanno un favore, e tu, in cambio, ti prendi l’impegno e la responsabilità di saldare il debito con il passare del tempo. Presso la Banca puoi anche decidere se depositare una determinata quantità di denaro che, sempre con il tempo, aumenterà. Per farla breve la Banca, grazie a quelli che vengono chiamati interessi, mostrano quella che potrebbe essere definita “gratitudine”. Si tratta proprio di un premio, tu hai scelto la loro banca e loro te ne sono grati.
    La moneta muove qualsiasi cosa, qui a Westeros come nella distante Essos e le Banche sono fondamentali per il flusso economico. Ma dimmi ti piacerebbe andarci una volta? Potresti partire un giorno e andare addirittura a Braavos. Chissà, magari ti sarà utile parlare di accordi economici in futuro… visto che non combatterai, potresti intraprende quest’altra via, dando il tuo contributo al Regno in altro modo
    >>
    A quelle parole il ragazzo reagì sorridendo. L’idea di viaggiare e di giungere in luoghi lontani intrigava da sempre Eldridge. Inoltre la proposta del padre mise il giovane in uno stato di riflessione. Avrebbe potuto veramente intraprendere quel cammino: servire occupandosi dell'economia del regno... e chissà… magari un giorno, seguendo proprio quel cammino, sarebbe diventato qualcuno.

    *Parole: 1030


    *+5 Punti Esperienza
    *Tratto Studioso
  14. .

    Aggiornamento Truppe


    500Punti Spendibili



    *+100 Fanti
    *+60 Arcieri
    *+40 Picchieri
    *+40 Cavalieri



    Calcolo

    Costo Truppe
    *1 Fante
    *2 Arciere
    *3 Picchiere
    *4 Cavaliere



    *129 Fanti +100 punti spesi per ottenere 100 Fanti = 229 Fanti
    *45 Arcieri +120 punti spesi per ottenere 60 Arcieri = 105 Arcieri
    *150 Picchieri +120 punti spesi per ottenere 40 Picchieri = 190 Picchieri
    *55 Cavalieri +160 punti spesi per ottenere 40 Cavalieri = 95 Cavalieri



    Edited by Azama__ - 31/1/2023, 15:01
  15. .
    La mattinata di Eldridge iniziò nel peggiore dei modi. Come se non aver chiuso occhio per quasi tutta la notte non bastasse…
    Proprio come il giorno precedente, il ragazzo venne svegliato dalla Lady sua madre. La sua odiosa voce, come al solito, non era per niente gradevole, soprattutto di prima mattina.
    Una volta presa coscienza, Eldridge venne pervaso da una strana sensazione…
    Tutto attorno a lui sembrava… diverso. O forse lo era. La mancanza di Paul si sentiva in tutte le stanze dei Langward, stanze che ora sembravano più buie e silenziose che mai, questo era certo ma… vi era qualcosa di più, qualcosa che il nobile non sapeva spiegare. Si trattava forse di ansia? A breve avrebbe avuto luogo l’udienza, madre di tanti pensieri e preoccupazioni.
    Anche la donna sembrava giù di corda, eppure. riusciva a farlo notare molto meno rispetto al giovane nobile. Sicuramente aveva già sperimentato la perdita di qualche suo caro in passato, la Lady aveva già una certa esperienza alle spalle… lo stesso non si poteva dire di Eldridge, ora messo a dura prova dalla morte del suo caro Padre. Dov’era ora, Paul? In un luogo migliore, oltre gli alti monti, lassù, sopra le nuvole… o negli abissi ove la più abbagliante luce fatiacava a farsi strada. Un mistero.
    La donna non indugiò oltre e iniziò a borbottare qualcosa riguardo l’udienza organizzata dal Primo Cavaliere, udienza a cui lei non avrebbe partecipato per ovvie ragioni. Inoltre, farla venire avrebbe solamente peggiorato la situazione. Solo gli Dei sanno cos’avrebbe potuto tirar fuori da quella bocca chiassosa. Il Langward la conosceva bene, sapeva con certezza com’era fatta sua Madre e per questo invitò la donna a rimanere nelle stanze in attesa del suo ritorno.
    In qualche modo se la sarebbe cavata anche da solo, il giovane Eldridge, ora a capo di Casa Langward. Non sentendo alcuna colpa su di sé, il ragazzo poteva considerarsi salvo da ogni tipo di accusa. “Cos’avrei potuto fare in quella situazione?” Si chiese il Langward lungo il cammino, cercando di formulare un buon discorso da utilizzare all’udienza, di fronte a tutti.



    Eldridge arrivò di fronte ai grandi portoni in quercia, ora aperti per permettere l’accesso a coloro che erano stati chiamati a testimoniare. Lì ritrovò Vicare, il Braavosiano e il nauseante Longwaters, vicino a lui quello che doveva essere sicuramente il figlio. Tra loro vi era anche una ragazza, già vista in passato al Matrimonio della Rosa e del Lupo. Infine a presentarsi fu un altro uomo, Lord Bracken.
    Le porte si chiusero dietro ai sei invitati e le cappe finirono per disporsi in zone definite della sala per dar inizio a quella che sarebbe stata una dura discussione faccia a faccia.
    Il Lord Comandate delle Cappe prese subito parola senza indugiare oltre, molte erano le domande senza risposta e bisognava fare chiarezza il prima possibile.
    In molti erano morti, e a rischiare la vita fu anche la Regina Madre. Grazie al cielo ella era ormai salva.
    I primi ad esser nominati dal Lord Comandante furono Laenor e Lord Bracken. Ciò che gli venne chiesto riguardava alcune complicazioni avvenute nella zona sud-ovest della Capitale. Un certo Neemia, uno dei pastori dei Fanatci, era riscito a fuggire. “Tale padre, tale figlio” Pensò Eldridge scuotendo il capo e lanciando una rapida occhiataccia ai due Longwaters.
    Successivamente ad esser chiamata in causa fu la fanciulla, ripescata in una delle navi possedute dai Fanatici. Cosa si è disposti a fare per aver salva la vita?... Chiamare in causa la lealtà verso la corona era cosa inutile. Solo uno sciocco avrebbe rifiutato di fare doppio gioco pur di salvarsi, molto probabilmente la stessa Cappa. Inutile mentire a se stessi.
    Per finire, l’attenzione del Lord Comandante venne posta completamente su coloro che il giorno precedente furono mandati nelle Prigioni di Maegor a perlustrare l’area.
    Il tono di voce dell’uomo d’arme era molto più duro con i tre, come se, in quella complicata situazione d’emergenza, potesse aspettarsi qualcosa di più dall’ancora acerbo Langward.
    << Io e Vicare siamo qui per discutere tranquillamente di quanto è accaduto ieri nelle prigioni e trovo doveroso da parte vostra mantenere una certa calma, affinché questa discussione possa essere piacevole, per quanto poco possa esserlo, viste le circostanze… evitiamo di appesantirla >> Disse portando la mano destra sul fianco. << Come ha detto Vicare, ieri io e lui siamo stati mandati nelle prigioni dal Primo Cavaliere. Tra il caos e il panico dev'essere sfuggito questo importante dettaglio…le nostre più sentite scuse. Ma io, come Vicare, abbiamo comunque tentato di fare qualcosa là dentro. Abbiamo trovato alcuni indizi utili… ho tentato di informare Lord Lionel tramite le guardie… Nella vostra posizione come potete farvi avanti con tali pretese? La Fortezza del Re è stata violata, diversi nobili sono stati violentemente torturati e uccisi, non sapete minimamente cosa significa trovare il proprio padre appeso a testa in giù, con in pancia un arnese della tortura in ferro… la nostra Regina è salva per miracolo… e voi state cercando di farci passare come gli sciocchi della banda? E’ stata la scarsa sicurezza di questa Fortezza a permettere l’accesso ai Fanatici… per quale ragione sono riusciti ad entrare in quasi tutte le aree del Castello nel cuore della notte? Dov’erano le guardie incaricate in quel momento? E i prigionieri evasi? Ser Longwaters… è ora che voi condividiate quel che è successo nelle prigioni… la parola è tutta vostra >>

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