È Pericoloso Uscire dalla Porta

Quest Betyu

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      Betyu· Forte Occidentale sul Ponte, Oltre la Barriera· 29 febbraio 286
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    l Corvo su cui riposi la mia fiducia quando parlai si dimostrò essere il più sanguirario dei tre “Ma guardate: questo maiale pensa di essere una persona!” Lui che disse quelle parole era il più anziano dei tre. Si vedeva che mi odiava genuinamente. Ma io non gli avevo mai fatto niente, non avevo memoria di averlo mai incontrato. L’unico motivo realistico che mi veniva in mente per cui poteva odiarmi era semplicemente pregiudizio contro noi Popolo Libero. Grosso Falco mi aveva cercato di raccomandare contro questi casi, le lotte continue delle generazioni prima di me e di loro erano un lascito che non si poteva ignorare. Ma io ero giovane, e non pensavo che avrebbero inciso così a fondo sulla possibilità di parlare. Evidentemente le generazioni precedenti ancora vive, quelle che tali battaglie le avevano davvero vissute, per loro il peso di quei ricordi doveva avere molto più effetto che su di me.
    Quantomeno le mie parole nella lingua degli Inginocchiati avevano avuto l’effetto di evitarmi una decapitazione immediata. Doveva essersi trattato di una visione alquanto singolare. Uno dei tre, quello che avrei detto essere il più giovane per il volto sbarbato e il suo agire irruento durante il primo incontro, mi stava osservando confuso come se fossi stato un mucchio di ghiaccio che non si scioglieva sopra un fuoco. Il corvo giovane, forse della mia età o anche più un bambino, si rivolse poi al terzo, un castano che più che interessato a me sembrava ancora preoccupato per la possibilità quella fosse una trappola. Gli avevo già assicurati del fatto che io ero arrivato da solo, ma non sembravano ancora credermi. Non potevo offendermi per quello, ai loro occhi apparivo comunque un potenziale nemico, nonostante avessi imparato il loro linguaggio.
    Alla fine decise però di darmi una possibilità. Da quello che capì decise che mi avrebbero portato alla Torre delle Ombre. Sapevo grazie a quanto insegnatomi da Selymunda e Grosso Falco che era un’altra delle loro strutture, pure più grande di questa dove ero arrivato per primo. Ed a differenza di questo fortino, la Torre mi era stato detto essere abitata costantemente. Dunque mi stavano portando al loro accampamento. Dalle parole di questo Jorek sembrava che mi sarebbe stata lasciata una possibilità di parlare e difendere la mia causa. Speravo solo di non essere lasciato nelle mani del vecchio, quello stava continuando a parlare di scuoiarmi e di appendermi come un cinghiale sulle mura. Non si stava proprio frenando nel dichiarare il suo odio per me, quello era certo.
    Non venni trattato nei migliore dei modi quando decisero di partire, ricevetti un calcio nel costato tanto forte da farmi finire a rantolare per terra. “Groan...” Ma prima che riuscissi a rialzarmi da solo venni strattonato in piedi dall’anziano. Nonostante l’età era capace evidentemente ancora di dimostrazioni di forza belle toste.
    Ero abituato ad essere trattato in modo brusco. Non si cresceva come tra i più disprezzati ragazzini del Clan delle Ossa per due decadi senza prendersi la propria buona dose di botte e spinte. Avevo oramai imparato che con bulli come quelli era meglio lasciarli fare e cercare di mostrare la minore reazione possibile. Prima o poi si stancavano. O alla peggio, andavano a morire in qualche incursione stupida. Quello che mi preoccupava davvero era il tempo che ci avremmo messo per arrivare a questo altro accampamento. Solo per giungere lì da solo ci avevo impiegato sei giorni. Poteva pure trovarsi più vicina quella Torre, il Muro dopotutto era visibile all’orizzonte tanto imponente era, ma quanto ci avremmo messo? Avremmo dovuto dormire fuori per una notte o due? Il mio piede per quanto ero riuscito ad impaccarlo era comunque ancora dolorante, e a fargli compagnia si trovava il naso che mi pulsava dalla botta che avevo ricevuto dai Guardiani quando mi avevano assaltato da dietro. Non avevo avuto modo di cercare di disinfettarlo o altro. Non sembrava stare perdendo sangue, ma questo non voleva dire non potesse essersi fratturato all’interno. Con le mani legate come ero però non pensavo proprio mi avrebbero lasciato cercare di sistemarmi. E se il nuovo viaggio fosse durato così tanti giorni la pomata e l’incarto al piede si sarebbe messo a puzzare non lo avessi cambiato. Dovevo sperare loro mi avrebbero slegato almeno durante i bivacchi per lasciarmi cambiarmelo. Non so proprio come potevano anche solo pensare fossi un pericolo. Era evidente io non avessi le capacità per cercare di sovraffarli fisicamente. Addirittura faticavo a tenere il loro passo!
    snowpath
      Betyu· tra Forte Occidentale sul Ponte e Torre delle Ombre, Oltre la Barriera· 29 febbraio 286
    I
    l viaggio non fu tanto lungo quanto immaginavo. Camminare sui percorsi di terra battuta aperti nella neve era una dormita a confronto del viaggio estenuante che avevo dovuto affrontare per arrivare fino alla tenda di pietra. Non ci si doveva preoccupare troppo di inciampare su una radice sporgente o trovare la strada bloccata da una coltre di rovi. Magari avessimo avuto un simile sistema anche nelle zone attorno all’accampamento. Con delle vie del genere muoversi da una parte all’altra sarebbe risultato molto più rapido. Le battute di caccia avrebbero potuto ridurre il tempo delle loro uscite di gran parte.
    Inoltre viaggiando in gruppo i Guardiani della Notte potevano dividersi i compiti. Il vecchio mi stava tirando dalla corda, mentre il più ragionevole Jorek era sull’attenti per eventuali altri incontri, e il ragazzo stava guidando la via. Quando andavo da solo dovevo coprire tutti quei ruoli io, e avevo fatto evidentemente un lavoro non così buono, perché due volte dei pericoli erano riusciti a sorprendermi da dietro.
    Non volevo disturbarlo troppo nel suo lavoro, quindi invece che rivolgermi a Jorek provai a parlare con il primo della fila. Al vecchio neanche ci pensai, avessi tirato fuori la lingua quello me l’avrebbe staccata di netto con la spada. Se poi il castano voleva rispondermi non sarebbe stato un problema, non stavo cercando di sussurrare le mie parole. “Vi dico grazie per non avermi ammazzato. Io non sono un invasore. Io non voglio essere un nemico. Ho studiato la lingua vostra per potere venire a parlare con voi e chiedere l’aiuto di voi. Voi Guardiani che proteggete dalla Notte siete molto forti e il Clan da cui vengo avrebbe molto bisogno del vostro aiuto.” Non avevo motivo di mentire sulla ragione del mio viaggio. Il nostro Clan era in condizioni critiche dopo le enormi perdite subite nelle grandi incursioni dell’anno precedente. Però forse tutte quei corpi potevano aver concimato il terreno per una nuova visione delle nostre relazioni con i corvi e i regni degli Inginocchiati. La maggior parte dei guerrieri del mio Clan erano andati a morire in qualche inutile guerra a sud, chi era rimasto lo aveva fatto per proteggere la propria famiglia. Per quanto si trattassero di individui comunque potenzialmente violenti come il padre di Usignolo, se avevano scelto di rifiutare la chiamata alle armi dal Capo dei Capi di tutti gli Uomini Liberi dovevano avere un motivo, motivo che avrebbero voluto proteggere ora dai cannibali dei Fiumi Gelidi. Se avessi trovato un accordo con i Guardiani, avrei poi potuto cercare di spingere su questo desiderio di protezione con l’appoggio di Grosso Falco per far accettare il concordato anche dalla loro parte.
    “Il Clan di Libere Persone da cui vengo è stato in passato in guerra con i popoli In Ginocchio. Ma ora possiamo cambiare. I guerrieri che più volevano la guerra e il sangue sono tutti morti nelle battaglie nelle terre basse da qui. Il guerriero capo che vantava il nome di Lord Osso e i suoi guerrieri generali sono tutti deceduti senza sepoltura tra le radici degli Alberi Cuore. Il Capo dei Capi che aveva convinto con sé tutti gli altri capi anche lui è stato ucciso ho sentito. Senza più quelle mele marce il nostro albero può crescere ora pacifico.” Era faticoso parlare, sia normalmente per il naso ancora pulsante, che in quella nuova lingua. Dovevo fermarmi per pensare alle parole da usare e nonostante ciò temevo lo stesso di aver usato l’espressione sbagliata. Se solo quei Guardiani avessero saputo capire la parlata libera sarebbe stato molto più facile. Ma loro non la conoscevano, ed in quel momento ero io che ero venuto da loro, il peso dell’adattarsi doveva dunque ricadere su di me. Ma quanto avrei sognato un giorno in cui noi Gente Libera e gli Inginocchiati saremmo riusciti a riavvicinarci, ritrovandoci magari di fronte alla stessa tavola a condividere cibi e risate. Erano speranze ancora lontane però. Tutto quello su cui potevo contare in quella condizione era al più di non venire ucciso ma invece ascoltato. “Il Clan che veste le Ossa da cui vengo ora non ha le forze oppure il desiderio di combattervi. Noi vogliamo vivere come tutti possono volerlo. Un lupo nella foresta non attacca per passione ma solo per fame e proteggere la sua famiglia. La famiglia di tutti noi è il nostro Clan. Vogliamo difenderci ma siamo sotto attacco da una mandria terribile. Il Clan che vive a fianco dei Fiumi Congelati è formato da tanti guerrieri ognuno di questo pazzo e incapace di rispetto. Loro sono tra i pochi a rimanere in numero maggiore perché non hanno partecipato alle incursioni della stagione passata. Neppure il Capo di tutti i Capi ha voluto il loro aiuto tanto sono violenti e odiati. Ora sono i più sopravvissuti e vogliono controllare tutto il territorio della Gola. Una zona tale da permettere loro di scendere nelle valli dentro i Regni di voi e fare razzie senza ritegno. Loro non prenderebbero solo greggi e otri ma anche cittadini perché sono cannibali. Sarebbe terribile sapere di tutte quelle morti. Dovrebbero molti più Guardiani come voi venire disposti da questa zona delle Torri per proteggere con effetto il confine. Il vostro accampamento rischierebbe di diventare troppo affollato per colpa di questi invasori.” Mi mancava solo un ultimo sforzo, e poi potevo fermarmi. Le ragioni che gli avevo detto mi sembravano abbastanza robuste da giustificare un qualche genere di azione, ora dovevo solo direzionarli verso l’idea che io ero venuto a propor loro. Certo non la stavo presentando al capo dei corvi, quindi anche se gli avessi convinti loro avrebbero avuto poco peso nel prendere una decisione. Ma di certo venire trasportato alla Torre delle Ombre come prigioniero per aver sconfinato oppure come visitatore per proporre una opzione di dialogo tra il mio Clan e i Guardiani avrebbe fatto una grossa differenza. Ed al momento coloro che avevano il potere di fare questa scelta erano i tre corvi che mi avevano in custodia. “Con il vostro aiuto per difendersi dal Clan vivente lungo i Fiumi Gelati insieme noi potremo cacciarli e aiutarvi a difendere la Gola da altre incursioni. Non vogliamo più noi del Clan che veste le Ossa combattere con voi. I Guardiani che difendono dalla Notte sono la più grande forza militare che conosciamo e sarebbe un suicidio tentare di ribellarci rispetto a voi. Una decisione di accordo reciproco ci permette invece di vivere con più pace e meno fatica.”


    Parole: 1821 (di cui 1812 mie)

    Per la struttura corrente del Clan mi sono basato su quello che mi avevano detto su WhatsApp e poi avevo adattato nella libera dell'ultimo evento, ovvero che attualmente non c'è un vero e proprio capo del nostro Clan, dato che l'ultimo (il Lord delle Ossa) è morto in una delle battaglie delle grandi incursioni del 285 A.A. Nel vuoto politico Grosso Falco ha preso de facto il ruolo di leader, insieme a quella manciata di altri anziani menzionati nella prima mia quest. Ma appunto non essendo ufficialmente il capoclan, immagino ci siano altri cacciatori tipo il padre di Usignolo a cui di ascoltare Grosso Falco non interessi troppo.

    Standard - Lingua Libera;
    Courier - Lingua Comune (ti ricordo che dato Betyu ha imparato la lingua da poco e non ha avuto modo di allenarla con dei parlanti nativi per ora scrivo le sue risposte in questa lingua in maniera strana per simulare la difficoltà che potrebbe avere nel trasmettere i suoi pensieri)

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    Betyu • 29 Febbraio 286 • Forte Occidentale sul Ponte • Oltre la Barriera
    "Ma... ma è serio?"

    "Vabbè è matto! Questo spiega perché era da solo: devono averlo cacciato a calci in culo. In fondo gli facciamo un favore ad ammazzarlo..."

    "Nessuno lo ammazza finché il Comandante non lo dirà! Sono ancora certo che possa essere un esploratore mandato in avanscoperta."

    Il trio ascoltava le sue parole e le comprendeva ma non pareva minimamente intenzionato ad avere una conversazione con lui. Parlavano di Betyu come se non ci fosse. Gli unici momenti in cui la sua presenza veniva riconosciuta era quando era insultato ed incitato a tenere il passo.
    Per il resto le ore di viaggio che passarono furono abbastanza monotone. Il giovane tuttavia non era mai stato così vicino alla Barriera prima di allora e avrebbe trovato la vista di una tale costruzione assolutamente impressionante: se il suo clan avesse impilato tutte le abitazione che possedevano una sopra l'altra, ancora non avrebbero raggiunto la cima. Come avevano fatto gli altri membri del Popolo Libero a oltrepassarla? Quella cosa oscurava il sole! Il gruppetto si avvicinarono poi ad una pesante grata di ferro, chiusa da una catena, oltre la quale erano presenti due altri Corvi. Nel vedere avvicinarsi i propri compagni, aprirono il percorso lanciarono comunque un'occhiata confusa nei confronti di Betyu. Il fatto che fosse ben legato tuttavia li convinse a non farsi troppe domande. Dopo una decina di minuti di camminata all'interno di una scura galleria, sbucarono finalmente in quella che doveva essere la piazza della loro fortezza. Per quanto abituato a semplici capanne, anche il Bruto si sarebbe reso conto che quel posto non era al massimo del suo splendore: diversi edifici erano crollati in parte o del tutto, così come una porzione del mura esterne. L'unico edificio che ancora si stagliava alto ed integro era un'alta torre di pietra, ai cui lati stavano due torrioni più piccoli. Fu proprio in uno di essi che venne condotto, attirando man mano lo sguardo di decine di soldati... pur sempre meno sguardi di quanti si sarebbe aspettato da un posto così grande. Dovevano esserci meno di cento uomini lì dentro!
    Una volta dentro non ci volle molto prima che lo sbattessero in un cella. Ci volle molto più tempo invece che quella solitudine imposta cessasse: dopo un'ora infatti giunse un altro uomo. Era vecchio ma dalla corporatura ancora robusta e indossava un armatura di bronzo scura, coperta da un mantello di pelliccia nero. I suoi occhi portavano uno sguardo serio, quasi regale.

    "I miei Ranger parlano di un Bruto che parla la nostra lingua. Un Bruto venuto qui da solo a parlare di pace. Dicono forse il vero?"



    Perdona il ritardo, ci tengo comunque a sottolineare nuovamente come la vita del tuo pg sia in pericolo in questo momento. Quindi rifletti bene su ciò che dici^^
     
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      Betyu· tra Forte Occidentale sul Ponte e Torre delle Ombre, Oltre la Barriera· 29 febbraio 286
    A
    vevo seriamente cercato, con tutta la mia onesta e passione, di esprimere la ragione della mia sortita all’interno delle terre dei corvi. Eppure tutte le mie parole vennero prese per deliri dal vecchio e dal ragazzo. Non so se il Guardiano di mezzo avesse la stessa opinione sulle mie parole, ma qualunque fosse non pareva interessato a condividerla. Voleva solo cercare di difendere la sua zona, credendomi ancora un esploratore nemico. Pensavo di essere stato chiaro nel dire di non essere venuto con cattive intenzioni. Magari si era trattato solo di un problema di traduzione. Cercai di ripetere il mio messaggio di pace e diplomazia “Non sono una spia. Sono venuto con il consenso del mio Clan per cercare un’accordo.” Ma era evidente che le mie parole non avevano alcun effetto su di loro. Avessi risposto con cinguettii mi avrebbero considerato uguale avrei potuto aspettarmi.
    A quel punto decisi di limitarmi dal parlare. Con il naso che ancora era addolorato e l’aria fredda costante avrei rischiato più che altro di ritrovarmi senza voce una volta giunto al loro accampamento principale. Per quel viaggio nonostante tutto potevo affidarmi alla protezione di quel guardiano di nome Jorek. Non sembrava credere alle mie parole, ma quantomeno non voleva neanche uccidermi lì fuori in mezzo alla neve.
    ombreTor
      Betyu· Torre delle Ombre, Oltre la Barriera· 29 febbraio 286
    V
    enni portato avanti, continuamente tirato per la corda con cui mi avevano bloccato le mani. Un fastidio ulteriore, soprattutto con la pelle delle mani così esposta ed impossibilitata dal coprirle per il freddo, ma dovevo continuare a sopportarli. Non potevo lasciare che la loro diffidenza iniziale mettesse fine ai tentativi di dialogo prima ancora che avessero modo di cominciare. Quello che mi permise di distrarmi fu invece osservare il Grande Muro. Lo si poteva notare in lontananza dall’accampamento, ma esserci così vicino era una visione del tutto diversa. Come poteva una struttura così grande e imponente esistere, anche solo essere stata costruita? Grosso Falco mi aveva raccontato qualche storia tramandata dagli antenati che avevano vissuto nei tempi prima e durante l’edificazione della Barriera, ma non contenevano troppe informazioni, erano più ricordi e esperienze personali. Ma gli Inginocchiati più anziani dovevano saperne qualcosa. Loro avevano un modo tutto differente per ricordare le storie, non i racconti orali ma dei tipi di pelle con le loro rune disegnate sopra, come quello che mi aveva dato Selymunda per esercitarmi con i simboli della loro parlata. Avrei voluto chiedere loro di raccontarmi quello che sapevano, imparare da loro.
    Non era però il momento. Quello in cui dovevo sperare era di uscirne vivo. I corvi che mi avevano catturato non mi credevano, ma magari i loro capi avrebbero potuto ascoltarmi.
    Quando arrivammo alla base del Muro di Ghiaccio il sole sembrava sparito. Nelle terre dove la neve non spariva mai il sole era sempre basso all’orizzonte, ma non veniva completamente coperto neppure dagli alberi più alti. La Barriera invece era in grado di far cadere tutto nell’ombra. Il che era ancora più incredibile pensando fosse interamente fatta di ghiaccio. Quando prendevo del ghiaccio normalmente intorno all’accampamento quello espandeva o al massimo divideva la luce solare in tanti riflessi, ma mai la faceva sparire. C’era qualcosa incastrato in mezzo a quei blocchi? Oppure veniva riflessa talmente tante volte da far fare alla luce un giro completo e rimandarla dall’altra parte? Avrei voluto provare a capire quale teoria era giusta, stavo fibrillando dall’eccitazione al pensiero di quel mistero.
    Tanto ero concentrato sul Muro da non fare caso agli sguardi dei guardiani intorno. Solo mi ripresi quando andai a sbattere e quasi inciampai contro il primo gradino. Era la partenza di una scalinata prominente, tutta fatta di roccia. E non sembravano massi portati da altrove, ma pietre ottenute direttamente dalla montagna. Si vedeva che era vissuta, i bordi dei gradini arrotondati quanto il lato della pentola comunitaria del nostro Clan su cui appoggiavamo i mestoli.
    Era un accampamento ancora più grande del precedente, con tre torri invece di una sola. Per quanto erano tutte strutture imponenti, fatte con pietre larghe almeno cinque volte la mia testa, non potei non notare che qualcosa di sbagliato doveva essere successo. Alcune barriere erano crollate o abbandonate. Mi ricordarono, nonostante i diversi materiali e ordini di grandezza, i resti dell’accampamento in seguito alla grande incursione della precedente stagione. Tende abbandonate e distrutte, per l’incuria e per le invasioni che seguirono dai cannibali dei Fiumi Gelidi.
    Venni fatto entrare nella tenda di roccia più grande. Passare per cunicoli e poi venire chiuso in una grotta da cui era impossibile uscire. Almeno non ero stato ucciso, pensai. Ma per quanto avrei ancora potuto sperare in quel trattamento favorevole? Se quello che il Guardiano della Notte di nome Jorek diceva era vero l’unica cosa che mi aveva permesso di sopravvivere erano i loro sospetti su di me. Avrei dovuto fingermi veramente uno scout per continuare a tenere il collo attaccato alla testa? Mi sembrava folle come idea. Speravo ancora nel buon senso di almeno un Guardiano. Come potevano vivere in una terra così fredda con un cuore freddo altrettanto?
    Il tempo in cui rimasi isolato e abbandonato non fu poco. Nonostante il gran numero di corvi presenti passarono molti momenti prima che qualcuno venne a visitarmi. Alla fine quello che entrò fu un altro uomo, ancora più vecchio del più vecchio dei Guardiani che mi avevano portato, ma non per quello sciocco. Gli anziani avevano in sé molta conoscenza, magari per quel motivo lui mi avrebbe preso sul serio, invece di cercarmi di ammazzare appena provavo a parlare.
    “I miei Ranger parlano di un Bruto che parla la nostra lingua. Un Bruto venuto qui da solo a parlare di pace. Dicono forse il vero?” Anche la sua voce era seria e autoritaria come la sua figura. Doveva essere il gran capo dei Guardiani, oppure qualche altra persona importante. Stava indossando delle pellicce di pietra scintillante, come avrebbe potuto essere un semplice Guardiano?
    “Signore capo dei Guardiani che difendono dalla Notte vanno dicendo il vero! Sono venuto per chiedere pace con voi dal nostro Clan che usa le Ossa dei guerrieri sconfitti come vestiti!” Parlai forse con troppa eccitazione, dopo aver dovuto aspettare rinchiuso in quella grotta quadrata. La mia voce raggiunse toni troppo acuti, vibrando nel mio naso e pungendo di nuovo la ferita ricevuta e non ancora trattata. Mi avessero lasciato gli unguenti datimi da Grosso Falco o almeno delle foglie larghe avrei potuto provate a stringere sulla ferita mentre aspettavo, ma quando mi avevano abbandonato lì mi avevano lasciato a malapena con le pellicce che stavo indossando. Mi venne istintivo quindi portare la mano al naso dove faceva male, ma cercai di riprendermi per parlare. Non sapevo quando avrei potuto riavere un’occasione simile. Questa volta però con più calma. “Ho imparato la lingua di voi Popolo che si è messo in Ginocchio per chiedervi pace. Tra i Clans sappiamo di altri gruppi del Popolo che ha scelto la Libertà che già non sono in guerra con voi Guardiani. Possiamo dunque chiedere a voi una festa, no aspetta si dice nella vostra lingua amicizia di pace? Se il nostro Clan verrà cacciato alla sparizione nella Gola prenderanno i territori nostri un Clan malvagio. Il Clan che vive nei Fiumi dove l’acqua è Gelida non caccia animali ma attacca persone e le mangia. Loro sono odiati da tutti gli altri Clans del nostro Popolo. Ho paura che una volta il nostro Clan verrà cacciato non si fermeranno e attraverseranno la Gola per arrivare anche nelle terre dei vostri Regni per cacciare.” Mi sembrava onestamente una motivazione più che valida per considerare di sotterrare l’accetta di guerra con il mio Clan per i Guardiani. I guerrieri dei Fiumi Gelidi erano peggio di qualsiasi altro Libera Persona, loro non si sarebbero fatti problemi a mangiare fattorie o corvi Inginocchiati. Con il nostro Clan invece avrebbe potuto quanto meno ragionare, come già facevano con altri Clans nelle terre innevate.


    Parole: 1314 (di cui 1288 mie)

    Riguardo ai Clans che convivono pacificamente con i Guardiani mi riferisco a quelli menzionati all'inizio della quest qua, mentre parlavo con Grosso Falco. Non mi era ben chiaro ai tempi se solo Craster esistesse o ce ne fossero altri, ma dato che Grosso Falco non aveva corretto riguardo a quello immagino ci sia qualche gruppo sparso anche pacifico. Nel caso abbia capito male, penso comunque ci siano state altre alleanze anche solo momentanee nelle tantissime generazioni dai tempi dell'erezione del Muro, di cui ho probabilmente sentito parlare nei quasi vent'anni passati con Grosso Falco e i suoi racconti.
    Riguardo l'equipaggiamento ho supposto che me lo abbiano tolto quando mi hanno imprigionato, non dovrei avere niente che merita di farmi sospetto, ma non credo lascino un prigioniero con la bisacca.
    Se ho sbagliato a supporre qualcosa mi scuso, ho cercato la soluzione che mi sembrava più logica ma non vorrei essere entrato nella zona di decisione del moderatore.

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    Betyu • 29 Febbraio 286 • Forte Occidentale sul Ponte • Oltre la Barriera
    Il volto del vecchio Comandante non mostrò la minima emozione mente Betyu esponeva il motivo che l'aveva condotto fino a quella cella. Quando le parole del Bruto cessarono, la sua prima reazione fu un semplice spirare dal naso.

    "Come guardare un porco che impara a camminare su due zampe..."

    Se si fosse aspettato che di trovare un minimo di simpatia da parte di quell'uomo, si sbagliava di grosso. La sua voce era calma, ma il disprezzo nelle sue parole era evidente.

    "Non so di nessuna fortezza che abbia fatto accordi con voi animali; di certo non noi. Ma d'accordo... vuoi la pace tra noi e il tuo Clan? Restate nel buco che chiamate dimora e non fatevi più vedere."

    Passeggiava di fronte alla sua cella. I movimenti erano molto calcolati, così come le parole che usava. Per quanto fossero ostili, quell'uomo doveva essere di un altro stampo rispetto al gruppetto che l'aveva condotto lì. Eppure era chiaro che un sottile rabbia stesse iniziando a ribollire: le dita infatti quasi erano sbiancate, strette com'erano attorno all'elsa della sua spada.

    "Perlomeno porti buone notizie: se il Clan delle Ossa e quello dei Fiumi Gelidi si ammazzeranno a vicenda, ci sarà da festeggiare. Un vero peccato che il vino scarseggi ultimamente..."

     
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      Betyu· Torre delle Ombre, Oltre la Barriera· 29 febbraio 286
    P
    er quanto mi fossi impegnato a cercare di spiegarmi, il capo dei corvi sembrò solo udire tutte le mie parole nella Lingua degli Inginocchiati come un disgustoso e strano spettacolo. Non era solo nei riguardi dei guardiani più giovani di pattuglia, sembrava che tutti mi considerassero al livello di non più che un animale. Un animale intelligente che aveva imparato a comunicare con loro, certo, ma pur sempre un animale.
    La mia conoscenza in quella nuova lingua per me era bassa ai tempi, avevo iniziato ad impararla da davvero poco tempo. Per tale motivo i significati più fini, i messaggi nascosti sotto le parole mi erano di più difficile interpretazione. Nonostante ciò mi rendesse complicato capire quale era la vera intenzione dei Guardiani nei miei confronti in seguito a quell’incontro, quello che potevo capire per certo era che l’anziano di fronte a me non avesse un goccio di simpatia per le mie azioni. Come a tutti i corvi prima dovevo essere sembrato un matto per avere solo considerato l’idea di venire a cercare un momento di dialogo, soprattutto così poco tempo dopo la grande incursione organizzata da tutti i Clans insieme che aveva causato morti e ferite da entrambi i lati della Barriera.
    Per quanto arrabbiato nel tono e nella camminata nervosa di fronte alla mia grotta non aveva però espresso la sua rabbia con alcuna azione. Io e lui eravamo ancora divisi dalla foresta di alberi grigi e freddi all’entrata di dove ero stato catturato. La sua tanto stretta attorno alla testa dell’arma da bloccare il sangue rosso nel passare sembrava dire che fosse pronta ad usarla, ma non aveva puntato il suo bastone contro di me. Poteva essere perché in quanto capo di tutti i corvi era un tipo più riflessivo? Non uno sciamano come Grosso Falco, ma quantomeno uno che pensava prima di agire. Doveva essere così per essere sopravvissuto così a lungo nelle spietate terre della neve perenne. Se ero riuscito a capire per bene quella sua caratteristica forse potevo sperare che, nel mentre mi derideva, almeno un’orecchio alle mie parole lo avrebbe offerto.
    “Perlomeno porti buone notizie: se il Clan delle Ossa e quello dei Fiumi Gelidi si ammazzeranno a vicenda, ci sarà da festeggiare. Un vero peccato che il vino scarseggi ultimamente...” Aveva cercato di fare del sarcasmo? Tra la mia comprensione novizia e il suo tono secco mi era difficile capirlo. Quello che però avevo capito era che stava sottovalutando il pericolo che il Clan dei Fiumi Gelidi avrebbero potuto causare, anche per loro e per i regni degli Inginocchiati che erano stati incaricati di proteggere.
    Era rischioso, ma avrei cercato di utilizzare quel potenziale rischio comune per fargli capire quanto i cannibali dei Fiumi Gelidi avrebbero potuto diventare un problema se lasciati incontrollati. C’era il rischio di scatenare la sua ira, soprattutto mentre lo correggevo se era un uomo orgoglioso, ma in cosa altro avrei potuto sperare? Se fossi rimasto zitto mi avrebbero lasciato andare libero, oppure più probabilmente mi avrebbero fatto prigioniero per lungo tempo come avevano fatto con l’anziano Tendv del Clan? La mia mente era una delle poche armi su cui potevo riporre fiducia, cosa ne sarebbe stato di me se l’avessi perduta come quell’uomo?
    Era una grossa scommessa, ma le condizioni alternative sembravano ancora più misere.“Se nessuno interviene contro il Clan che vive nei Fiumi dove l’acqua è Gelida loro non faranno tutti la fine di morte come il nostro Clan che onora i guerrieri indossandone le Ossa. I cannibali sono molti di più e andrebbero solo a rinforzarsi. Loro non sono morti nelle battaglie meridionali perché neppure il capo dei capi ha voluto chiamarli a combattere insieme perché sono contronatura. Se catturano i nostri cacciatori il resto dell’accampamento diventerà una radura piena di selvaggina incapace di difendersi per loro. Faranno scorpacciata di donne e bambini.” “Ma è chiaro!” “È ovvio! I sogni di anni fa dei nostri anziani dovevano riferirsi a loro. I cadaveri che camminano erano i corpi delle nostre genti del Clan dentro i loro stomaci e il freddo che si avvicinava doveva essersi trattato delle acque in cui loro vivono gelide.” Avevo iniziato a parlare per cercare di convincere il capo dei corvi, ma nel mentre mi spiegavo capì qualcosa che fino a quel momento mi era stato incompreso. I sogni e le visioni che si erano diffuse tra tutti i Clans, che avevano aizzato le fiamme della paura e permesso al capo dei capi di radunare tutti i Clans per il suo grande attacco suicida era stato frainteso. Il pericolo erano i guerrieri cannibali del Clan dei Fiumi Gelidi. In quel momento sembrava tutto così chiaro. Fosse arrivata una simile illuminazione anni prima, e morti dei giovani con cui ero cresciuto non sarebbero morti dietro a dei guerrieri con la neve tra le orecchie.
    “Signore capo dei Guardiani che difendono dalla Notte è chiaro oramai il tutto! I freddi pericoli di cui parlavano le visioni dei saggi di tutti i Clans dei Liberi erano i cacciatori cannibali del Clan che vive nei Fiumi dove l’acqua è Gelida! Signor capo dei Guardiani che difendono dalla Notte vi è bisogno di tutti di difendersi contro quei mostri. Non si fermeranno alla Grande Barriera Fredda, se non fermati prima che accrescano troppo diverranno come una valanga. Quel Clan va bloccato ora che è ancora una palla di neve prima che possa rotolare troppo e travolgere tutte le persone nella slavina.” Non era una questione di sopravvivenza solo per il nostro Clan, se le visioni di Grosso Falco e degli altri anziani fossero state lasciate avverarsi il freddo si sarebbe propagato ovunque, così dicevano. Essere del Popolo Libero o Inginocchiato non avrebbe fatto alcuna differenza a quel punto.


    Parole: 951 (di cui 921 mie)

    Guarda, non serve neanche che me lo dici. Sto praticamente ballando sulla linea dell'esecuzione. Ma se non provare ancora a convincerlo non so cosa altro avrei potuto fare, Betyu era venuto lì con una missione in mente e dato quanto si è mostrato giovane e idealistico non sarebbe stato molto nel suo carattere arrendersi al primo rifiuto.
    Ho quindi provato a cercare di deviare la discussione sulla forza dei Fiumi Gelidi. Da quanto mi è sembrato di capire dalla quest precedente e l'introduzione di questa loro sono molto più forti del nostro Clan, ragione che ho attribuito alla non partecipazione alle incursioni (fatto che devo ammettere non essere cento per cento sicuro sia vero, mi sembra però plausibile dato quanto sono odiati da Grosso Falco. Dal punto di vista di Betyu mi sembra comunque una conclusione sensata, lui sa "i Fiumi Gelidi sono forti", "gli altri Clans sono deboli perché hanno perso molti guerrieri nella grande incursione del 285", e "il nostro Clan (e quindi probabilmente anche gli altri) odia i Fiumi Gelidi perché cannibali". Quindi "i Fiumi Gelidi hanno forze più grosse perché non hanno partecipato alla grande incursione del 285" sembra per Betyu una deduzione logica)
    Verso metà devio il discorso sulla mia interpretazione dei sogni di molti Bruti menzionata nelle vicende dell'Oltre Barriera, all'inizio dell'anno 283. Come confermatomi su Whatsapp Betyu non ha avuto questi sogni, però ne ha con molta probabilità sentito parlare. Le stesse vicende dicono che quei sogni hanno soffiato sul fuoco della paura che poi ha portato a Thored come Re Oltre la Barriera, quindi immagino almeno a grosse linee si fossero diffuse tra tutti i Clans.
    Il tono con cui Betyu le tira fuori senza menzione precedente può farlo sembrare pazzo se non le si hanno già sentite, ma dato quanto si erano diffuse tra i Clans Betyu le considera probabilmente una informazione comune a tutti. Se poi i Guardiani le conoscono veramente non ne ho idea.

    Standard - Lingua Libera;
    Courier - Lingua Comune (ti ricordo che dato Betyu ha imparato la lingua da poco e non ha avuto modo di allenarla con dei parlanti nativi per ora scrivo le sue risposte in questa lingua in maniera strana per simulare la difficoltà che potrebbe avere nel trasmettere i suoi pensieri)

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    Betyu • 29 Febbraio 286 • Torre delle Ombre • Barriera
    Il Comandante fece mezzo passo indietro di fronte allo sproloquio del Bruto. Pareva quasi che si aspettasse di vederlo sbavare dalla bocca come un cane impazzito.

    "Pazzo come dicevano..."

    Se Betyu sperava di far vedere la ragione a quell'uomo, al momento le cose non stavano andando a sua favore. L'ostilità aperta dei Guardiani e la barriera linguistica si stavano rivelando ostacoli particolarmente ostici da superare.

    "Cos'è? Pensavi che saremmo scesi nella Gola per combattere al fianco di voi animali? Perché? I miei uomini sono già ridotti all'osso, a causa vostra! Perché mai dovrei impedire a quelli dei Fiumi Gelidi di sprecare forze sul tuo clan?"

    La posizione dell'uomo era chiaramente opposta alla visione che il giovane aveva del futuro delle due fazioni. Forse c'era qualche modo per convincerlo del contrario?

     
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      Betyu· Torre delle Ombre, Oltre la Barriera· 29 febbraio 286
    P
    er quanto ancora avrebbe continuato a torchiarmi quell’uomo? Non riuscivo proprio a capire quali fossero le sue vere intenzioni, voleva aiutarci oppure no? Continuava ad insultare il mio Clan, ma se quelle erano le sue reali intenzioni perché si sprecava tanto nel discutere con quello che credeva un animale? Quando i cacciatori del mio Clan catturavano un cervo non perdevano tempo a chiacchierarci, quello che interessava loro era solo la carne e i materiali che potevano estrarvici.
    Forse era per quella confusione trasmessami dal vecchio, forse per l’ambiente nuovo e sconosciuto a me, oppure spinto dal dolore che continuava a pungermi partendo dal naso ancora non trattato, che mi misi per la prima volta a rispondere con i toni a qualcun altro. Mai neanche all’accampamento avevo alzato la voce contro l’opinione di qualcun altro. Ma già i corvi mi consideravano un pazzo. Non se la sarebbero presa troppo se gli avessi risposto a tono di certo? “Potremo anche essere animali come dite, ma non per questo siamo inutili. Gli uccelli neri che vi piace tenere nelle vostre tende alte anche sono animali, ma invece di mangiarli li allevate e li usate per il vostro aiuto. Alcuni di quelli animali possono imparare a parlare la vostra lingua come anche noi del Popolo dei Liberi possiamo fare, io sono qui la prova attuale e corrente. Se il vostro ordine di guerrieri può aiutare il branco di animali come voi ci vedete non lo dimenticheremo, non cercheremo di mordervi la coda quando ci darete la schiena per il vostro ritorno.” Che questo capo dei corvi ci vedesse come umani o bestie in quel momento non era il punto su cui conveniva mi incentrassi, ottenere uno spiraglio di sopravvivenza era molto più importante. “Come dici potete lasciarci scontrare da soli con i cannibali assassini del Clan che vive nei Fiumi dove l’acqua è Gelida, ma se lasciate fare così loro ben pochi uomini perderanno e si rafforzeranno invece solo per quando poi si presenteranno per scontrarvi con voi in mezzo alle fiamme degli accampamenti a sud della Gola che razieranno. Invece se noi Liberi e voi che avete scelto il Ginocchio ci mostriamo compatti possiamo prendere la scelta di non permettere loro di crescere di più e causare ancora più danni in queste lande. Non so come funziona dalle vostre parti signore capo dei Guardiani che difendono dalla Notte, ma nell’accampamento da cui provengo il fuoco nel centro della tenda maggiore non viene mai spento. E non perché è più facile agire così, anzi è la scelta più faticosa questa dato che più legna dobbiamo andare a raccogliere, ma quando il freddo arriva all’improvviso in questo modo non ci facciamo trovare impreparati. Penso che se prenderete la scelta di ignorare il rischio il Clan che vive nei Fiumi dove l’acqua è Gelida voi sarete come quegli stolti nel Clan che preferiscono oziare invece di impegnarsi per raccogliere la legna. Le dico solo che dopo l’ultima stagione fredda non ci sono più stati nessuno di loro nel nostro accampamento.” Non era una minaccia quella che avevo espresso al capo dei corvi, era a mio parere una inevitabile realtà con cui si sarebbero andati a scontrare se i Guardiani non avessero preso precauzioni per prepararsi dal rischio che erano i Fiumi Gelidi. Non volevo assumere l’arroganza di pensare che l’aiuto da parte del mio Clan avrebbe potuto essere l’unico modo con cui avrebbero potuto contrastare quel pericolo, ma almeno degnarci del rispetto di considerarci! Se non fosse stato per il mio mettermi a rischio fisicamente in quel viaggio e socialmente con il resto del Clan per essere entrato in contatto con loro neanche avrebbero saputo di quanto grande un problema nel breve futuro sarebbero diventati i Fiumi Gelidi. Il caos che aveva creato la grande incursione fallita del 285 aveva avuto effetti pesanti molto più tra noi che tra gli Inginocchiati, e quegli infidi dei Fiumi Liberi stavano solo cercando di infilarsi tra quelle crepe per ottenere il potere più grande tra tutti i Clans.
    Non era qualcosa su cui si poteva scherzare, e quello era ciò che speravo il capitano dei Guardiani capisse.


    Parole: 688

    Gli uccelli a cui mi faccio riferimento sono i corvi messaggeri. Non so per certo quanto i Clans sappiano su di loro e i loro utilizzi, però il Popolo Libero fa uso di un sistema di messaggistica simile con le acquile e rune-messaggio, inoltre suppongo nei millenni di vicinanza e osservazione dei Guardiani li abbiamo visti liberare e ricevere corvi abbastanza da capire che li tengono per farci qualcosa.
    In generale i corvi sono capace di qualche livello di mimica vocale nel nostro mondo. Nel mondo di aSoIaF ancora di più, con esempi specifici come il corvo di Mormont. Suppongo Betyu sappia questi fatti sui corvi avendoli imparati tra le tante cose da Grosso Falco. L'Add di passaggio per il livello 2 dello Studioso è proprio a riguardo della fauna.

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    Betyu • 29 Febbraio 286 • Torre delle Ombre • Barriera
    La proposta di alleanza aveva senso agli occhi di Betyu: due nemici che mettevano da parte le proprie divergenze per tener testa ad un nemico comune. Eppure capì come quel messaggio non riuscisse a passare, quando il vecchio scosse il capo. Impossibile dire se per pura incapacità di distinguere i due clan o se per genuino odio del suo popolo.

    "Se credi che rischierò la vita di anche un solo uno dei miei uomini per difendere della feccia come voi, o sei davvero pazzo o sei solo un moccioso che non sa nulla della vita."

    Si allontanò dalla gabbia, rilassando la presa sulla propria spada.

    "Ma non importa... la mia curiosità è stata saziata e la forca ormai deve essere pronta. Portatelo fuori!"

    Pochi istanti dopo le parole del Comandanti, un paio di Corvi comparvero da dietro l'angolo aprendo la porta e legando forzatamente le mani al giovane Bruto con un pezzo di corda. Successivamente fu costretto a muoversi con quei due alle sue spalle e il vecchio davanti a lui.
    Ancora una volta Betyu rivide la piazza che aveva visitato al suo arrivo a Torre delle Ombre. Avrebbe potuto notare come molti dei Guardiani che prima pattugliavano la zona, ora si erano radunati attorno ad un edificio mezzo abbattuto. Alcune casse erano state accatastate l'una sull'altra per creare un piccolo palco, sopra il quale, attaccato ad una trave, stava un cappio.
    Con la morte di fronte a lui il giovane avrebbe potuto anche cercare di appellarsi agli uomini che popolavano la piazza. Oppure i suoi occhi sarebbe potuti correre alle mura in rovina della fortezza: alcuni pezzi ancora non erano stati riparati e delle vere e proprie voragini permettevano un libero passaggio verso ciò che stava oltre. Le terre del Sud.
    Un mondo straniero, probabilmente ostile quanto Torre delle Ombre stessa. Ma con la morte di fronte a lui e l'accesso a casa sua dietro delle grate di ferro, quali altri opzioni gli rimanevano.

     
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      Betyu· Torre delle Ombre, Oltre la Barriera· 29 febbraio 286
    "S
    e credi che rischierò la vita di anche un solo uno dei miei uomini per difendere della feccia come voi, o sei davvero pazzo o sei solo un moccioso che non sa nulla della vita.” “Ma non importa... la mia curiosità è stata saziata e la forca ormai deve essere pronta. Portatelo fuori!” Il capogruppo dei corvi era stato sordo completamente alle mie richieste. Avevo creduto che la sua posizione di leader fosse dovuta ad una più grande visione di tutte le parti rispetto ai suoi sottoposti, ed invece si era rivelato essere accecato dall’odio verso le nostre genti quanto i tre Guardiani che per primi mi avevano catturato. Forse aveva ragione come aveva avuto ragione Grosso Falco quando avevo lasciato l’accampamento, la mia idea di trovare un aiuto da parte degli uomini nel Muro di Ghiaccio si era rivelata un sogno di neve sopra un focolare acceso.
    Mentre mi trasportavano dalla caverna in cui mi avevano tenuto fino alla piazza dove avevano intenzione di preparare la mia esecuzione potevo solo pensare che quella rischiava con quasi assoluta certezza di essere l’evento che avrebbe decretato la mia morte. Non avevo mai avuta troppa fede nelle credenze degli antenati a riguardo degli Alberi Cuore e della protezione che loro avrebbero dato sulla nostra gente dopo la morte quando riseppelliti tra le loro radici, ma in quel momento non volevo morire così lontano da quel luogo sacro. Se anche la credenza fosse stata una baggianata come supponevo e non avrebbe avuto alcun valore per il mio corpo morto, avrebbe offerto del conforto con la cerimonia per i miei cari rimasti, mamma, papà, Grosso Falco, Selymunda. Se fossi stato giustiziato da quegli umani corvi il mio corpo non avrebbe avuto esito diverso da diventare cibo per i pennuti corvi come era capitato per tutti i guerrieri della mia gente che avevano partecipato all’ultima grande incursione.
    Così vicino alla soglia della morte, la paura di essa mi prese. Cercare di fuggire sarebbe stato di per certo futile. Io non ero mai stato un veloce corridore e folle di Guardiani si erano radunati attorno al mio patibolo. Fossi anche riuscita in quell’impresa impossibile di uscire dalle mura del loro accampamento mi sarei trovato di fronte solamente le terre più calde degli Inginocchiati, quei luoghi a me stranieri. La via per l’accampamento della mia gente era richiusa dietro lo scheletro di ferro calato sull’entrata da cui mi avevano trasportato. Per quanto avrei potuto continuare a fuggire tra boschi che non conoscevo? Se si fossero comportati come agivano i nostri Clans quando un criminale si dava alla fuga la notizia della mia incursione avrebbe raggiunto gli altri insediamenti prima di me.
    Come era possibile che tutti quegli uomini violenti consideravano la morte come punizione adatta per ogni azione che non rientra nei loro canoni? Ero partito con la mia spedizione verso la Barriera perché pensavo che le persone dei regni meridionali conoscessero più pietà per chi li raggiungeva rispetto a guerrieri violenti come il padre di Usignolo, ma qualunque lato di quella Barriera loro stavano ad abitare la risposta finale era sempre la stessa, una crudele pena di morte.
    L’unica possibile fonte di salvezza che potevo immaginare di intravedere avrebbe ricevuto risposta di disgusto e di rinnegazione dagli altri membri del mio Clan. Ma cosa mi poteva importare di loro, onestamente? Per tutta la mia vita mi aveva trattato con sufficienza al meglio e aperto disprezzo nei casi peggiori. Avevo cercato per molte stagioni di ottenere almeno di essere considerato uno del Clan da parte loro, aiutandoli quando potessi, anche nei loro momenti più di difficoltà nonostante i nostri precedenti. Ma se nei loro cuori qualcosa era cambiato verso di me, io dovevo esserne stato cieco. Sapevo chi mi amava per certo tra le tende, e loro non avrebbero voluto di certo che sacrificassi la mia vita per una stupida categorizzazione.
    Per quanto limitato dai corvi che mi tenevano da dietro, una volta portato sul palchetto di fronte la folla radunatasi e il cappio che puntava la sua ombra già sul mio collo, mi inginocchiai. “Guardiani che difendete i popoli dalla Notte, perdonatemi per aver disturbato le vostre vite. Per quanto le mie prime intenzioni siano state malintese, io sono venuto in pace. Volevo chiedere un’alleanza da parte vostra per aiutare la mia gente a sopravvivere contro cannibali brutali. Ma oggi ho imparato che i Clans di Libere Persone valgono meno di animali per l’ombra di questa Muraglia di Fine Ghiaccio. Io sono uno di questi animali, e per questo crimine ora vengo punito. Ma permettete al Libero me di morire oggi come un porco e al nuovo Inginocchiato me di nascere e continuare a vivere. Qua di fronte a voi mi metto in ginocchio per offrire la libertà trasmessami dai miei antenati al vostro Re Capo e il Signore Capo dei Guardiani che mi ha condotto qui.” Durante tutta la consultazione con l’anziano capo avevo continuato ad agire pensando che lui avrebbe accettato ad un punto per compassione delle cause dei più deboli. Ma quello stesso metodo di pensiero per tutta la mia vita mi aveva messo in svantaggio nel Clan, e lì ero almeno parte del gruppo per nascita, per quanto molti avrebbero voluto rinnegarlo con gran gioia. Era ovvio allora che in un ambiente estraneo come quello avrei ricevuto solo muri sordi di risposta. Le uniche persone che avevo capito i miei catturatori rispettavano era la gente come loro, loro Inginocchiati. Il Popolo Libero a quel punto non poteva onestamente dire di avermi offerto molto. Avevo sempre pensato che mi sarei trovato a lasciare il Clan per muovermi verso meridione, ma non pensavo che avrei lasciato questo mondo materiale al contempo. Trovarmi a rinunciare alla mia appartenenza a quella congregazione di guerrieri mossi da incursioni e razzie forse era meglio per me. In fondo non stavo neppure rinunciando a troppo. Le storie antiche raccontatemi da Grosso Falco dicevano che prima del Grande Muro eravamo un unico popolo in contatto con la natura, erano stati loro a dimenticare le tradizioni degli antichi e decidere di dividerci. Ma quel racconto di storia lo avrei tenuto per me per quel momento, dato quanto odiavano il Libero Popolo rivelar loro la verità sulla nostra origine comune non avrebbe aiutato la mia richiesta. Potevo sperare invece sulla necessità dei corvi di ogni genere di aiuto che potevano trovare. Già dalle racconti sentivo che le fila dei loro accampamenti si diluivano come un prato d’erba all’arrivo della neve, e le ultime incursioni maggiori avevano lasciato un duro segno, parte del loro accampamento non aveva ancora recuperato il suo aspetto migliore. Per questo e per il piacere di quegli uomini di vedere quello che ai loro occhi era un animale rinnegare il proprio branco per le vie della civiltà, tentai il mio appello. “Ho studiato le tecniche della cura del popolo in cui il me antico ero nato e sono un veloce apprenditore, non meno di una settimana fa ero completamente ignorante della vostra parlata e oggi sono qui per chiedervi di accettarmi tra di voi. Posso dunque aiutare i vostri saggi anziani per quanto riguarda le materie del corpo e degli umori. Non mi lamento quando c’è del lavoro e non occuperò vostre provvigioni, se necessario posso partecipare alla caccia della selvaggina nelle foreste di queste lande. Non posso mostrarmi un pericolo a voi in alcun modo per il vostro gruppo, sono incapace di ferire un uomo, il Clan da cui il vecchio me veniva non mi ha mai ritenuto un valido guerriero.” Per quanto potevo il mio capo si chinò mettendomi ancora di più in ginocchio, cercando di ottenere il supporto delle persone con quello che potevo credere essere un gesto di rispetto importante tra le genti del Popolo Inginocchiato. Per quanto fosse nelle mie facoltà avevo esposto i vantaggi di accettare una morte simbolica di me e prendermi a servizio per quel loro accampamento. Utilisticamente mi sembrava da parte loro una proposta immediata da accettare, ma già più volte si erano dimostrati agire non per logica, ma guidati dalle emozioni. Ma se tutti nei miei incontri precedenti ero stato io a cercare di portare loro verso di me, quest’ultima volta ero io che mi offrivo di andare dalla loro parte. Forse quello sarebbe bastato, forse quello mi avrebbe salvato da una troppo veloce fine.


    Parole: 1386 (di cui 1333 mie)

    Grazie per avermi delineato alla fine le possibilità che si presentano per Betyu. Sebbene ho avuto il ragazzo da poco, mi ci sono affezionato e la prima volta che ho letto il post con la sua dichiarazione di pena di morte ero rimasto shockato, avevo pensato sarei finito al massimo in una condizione più simile a quella di Tendv dalla prima quest, catturato e fatto prigioniero dai Guardiani per molti anni e poi rilasciato. Ma le direzioni che mi hai suggerito mi hanno permesso di cercare di ricalibrarmi e concentrarmi su cercare quantomeno di sopravvivere. Non credo di avere alcuna possibilità di forzare una fuga, le statistiche fisiche e di intrigo che ho sono davvero basse, non so neanche se sarei in grado di fuggire dalle guardie che mi stanno tenendo.
    L'unica soluzione che rimane è quindi quella di chiedere pietà. Oltre a quello che ho detto non so se devo fare un tiro per convincerli oppure vuoi risolvere la questione in narrativa. Non mi sembra di avere mai iniziato un tiro io sia con lui che il vecchio Julyonno, sempre stato dalla parte di chi li riceve. Quindi mi affido a te su come bisogna fare qua. Se ti servono i miei valori per decidere sono tutti nella scheda.

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    Betyu • 29 Febbraio 286 • Torre delle Ombre • Barriera
    Se le parole di Betyu fossero state dette ad un altro pubblico, in un'altra delle fortezze dei Corvi, forse avrebbero avuto l'effetto desiderato. Ma Torre delle Ombre aveva subito il peggio dell'invasione dal Nord e ne portava ancora i segni, sia nei suoi edifici sia nei cuori degli uomini che ancora l'abitavano. I sopravvissuti avevano indurito il proprio cuore di fronte alla morte di centinaia dei loro e il disprezzo verso i Bruti si era rapidamente tramutato in un genuino odio. Non vi fu quindi alcuna risposta di fronte alle suppliche di Betyu, solo risate e una sottile soddisfazione nel vederlo danzare quando il cappio fu tirato. Poi l'intrattenimento cessò e ognuno di quegli uomini dovette tornare al proprio lavoro: le gioie quando si viveva al Nord erano brevi. E spesso lo erano pure le vite.



    Allora... purtroppo la storia di Betyu cessa qui. Hai seguito ciò che pensavi fosse giusto per il tuo pg e purtroppo a volte ciò può portare alla morte prematura dello stesso: le condizioni in queste ti erano fin troppo avverse per uscirne a parole. Tuttavia sono certo che ti rifarai con il prossimo pg!

    Ecco le ricompense della quest:
    10 base + 20 lunghezza + 4 mod + 4 interazione + 10% = 42 exp
    3 Punti Diplomazia
    1 Punto Parametro a scelta

    Inoltre ricorda che col prossimo pg potrai:
    - tenere il 75% dei parametri e parte delle competenze (qui per sapere quali competenze puoi mantenere)
    - ripartire da un livello sotto quello raggiunto al momento della morte, distribuendo i punti parametro in modo da avere i requisiti per le competenze
     
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24 replies since 29/10/2023, 22:24   498 views
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