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    Riaprì gli occhi e tornò alla realtà, ma non del tutto, come se si trovasse al limite tra il mondo reale e quello che accadeva nella sua testa (fin troppo spesso).
    Forse il desiderio di Isabel di ritornare nella sua isola era talmente grande da farle immaginare di camminare sulla spiaggia, affondare i piedi nella sabbia fresca del mattino. Poteva quasi udire il suono delle onde, ma la voce di Arthur e l'avvicinarsi del Gran Maestro, la fecero tornare ad Approdo, a sentire di nuovo il calore del suo sangue sui piedi stanchi.
    Fu portata in una stanza adiacente alla camera del concilio e prese posto su una poltrona che sembrava ciò che di più comodo avesse mai visto fino a quel giorno. Era stremata e affamata, anche se la nausea non le lasciava un attimo di tregua e alle volte le tagliava il respiro.

    Non vi preoccupate, sono sicura che sia tutta colpa del lungo viaggio e del poco riposo disse rivolgendosi al Gran Maestro La gravidanza non fa per una donna che non riesce a stare nello stesso luogo troppo a lungo scherzò.

    Cercava di non dare a vedere la sua preoccupazione, poichè un sanguinamento a così poche settimane di gestazione non poteva essere di certo causato solo dal sonno e dalla fame, ma sicuramente il suo corpo le stava chiedendo una tregua da tutta quella fatica. Suo figlio aveva bisogno di crescere, di essere nutrito a dovere prima di vedere la luce della vita e lei aveva finto di essere forte e in salute per poter accompagnare il suo sposo in quella missione.
    Ora che le cose per lei iniziavano a complicarsi, sicuramente non le avrebbero più permesso di seguirlo da nessuna parte e lei non avrebbe potuto affrontare nemmeno il lungo cammino che la separava dalla sua amata casa. Vedeva il suo futuro costretta a rimanere in un posto che odiava e le portava tanta sofferenza, cera anche del fatto che la malvagità non si sarebbe fermata al giorno in cui sui cugina perse la vita, ma sarebbe andata avanti, insidiandosi nella vita di tutti.
    Il Primo Cavaliere era morto e il Re sembrava scomparso chissà dove. Non poteva esserci crisi peggiore di quella ad Approdo, non avevano un capo a cui appoggiarsi, erano tutti nelle mani della Regina che però, secondo il pensiero di Isabel, non era nel migliore degli stati fisici e psichici dopo tutto quello che aveva subito.
    L'unica speranza di Isabel era quella di avere il suo bambino ancora dentro di se.

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    È giusto
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    Il cadavere di Lionel, il terremoto, il viaggio. C'erano molte cose che Isabel doveva digerire, molte cose che doveva elaborare ed accettare.
    L'unica solida certezza era la presenza costante e amorevole di suo marito, l'unica luce in quel lungo e insidioso cammino che li riportava alla Capitale.
    Anzi, bisogna aggiungere le nausee mattutine e gli attacchi di bipolarismo alle certezze del viaggio.
    La pazienza di Arthur doveva essere senza limiti e Isabel poteva dirsi fortunata, perché un altro al suo posto l'avrebbe abbandonata nei boschi alla prima occasione.

    Sono esaurita era la sua frase più ripetuta durante tutto il percorso.

    Ma parliamo di quanto potesse farle schifo l'odore del mare? Lei che aveva vissuto da sempre circondata dall'acqua, ora al sol pensiero le veniva su il pranzo di nozze di Lady Aconè.
    E quante volte erano finiti vicino al mare? Innumerevoli. Quante volte aveva gettato l'anima di fuori sulla spiaggia? Infinite.
    La gravidanza poteva essere un periodo felice, che avrebbe portato una immensa gioia nella sua vita dopo tanto dolore. E invece no, le toccava tribolazione e acidità per nove mesi.

    Arthur, questo sarà l'unico figlio che ti darò ed eccola la seconda frase più ripetuta da Isabel.

    Per fortuna avevano trovato ospitalità e gentilezza durante il tragitto ed erano riusciti a mangiare e a riposare al sicuro. Nessuna notizia di Ser Rowan o di Lord Karstark.
    Che gli Dèi siano con loro pregava sempre prima di andare a dormire, come pregava di arrivare sana e salva ad Approdo.

    Ed eccole li le porte della Capitale, alte ed imponenti con uno stuolo di uomini a guardia.
    Per loro fortuna, Arthur venne subito riconosciuto e invitato ad entrare, ma proprio mentre Isabel vedeva la via della salvezza e del riposo, ecco che tutti si accorsero che non erano i soli a giungere nella città del Re.
    Isabel non si fermò nemmeno un attimo a pensare a chi potesse marciare in quel luogo (preso di mira dalla sfiga eterna), semplicemente prese suo marito per un braccio e disse:

    Ti prego Arthur, entriamo e basta!

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    Rimase impietrita davanti al cadavere di Sir Lionel. Non era legata a quell'uomo, ma suo marito si rivolgeva a lui come "amico" e Isabel non poté fare altro che avvicinarsi ad Arthur.

    Mi dispiace... sussurrò.

    La reazione del marito fu plausibile. Era sconvolto e sconcertato da ciò che stava osservando, ma pregò comunque che non facesse sciocchezze e che tentasse di preservare il dialogo appena avuto con Lord Karstark.
    Ascoltò ciò che Arthur aveva da dire, ma le sue parole non furono del tutto corrette, quindi strinse il suo braccio e tentò di salvare la situazione.

    Amore mio gli si rivolse cercando di essere dolce e amorevole Questo non è ciò che ha detto Ser Waters

    Cercò di fare un passo avanti in modo da essere più vicina a Lord Karstark, ma non davanti a suo marito. Una posizione di mediazione, insomma.

    Ser Waters aveva promesso di ritirarsi qualora avessimo riportato Sir Lionel vivo

    Abbassò lo sguardo per un momento, sui capelli dorati del defunto Primo Cavaliere.

    Forse l'unica cosa che potremmo fare è prendere del tempo e dare a voi la possibilità di scappare. Non abbiamo altra autorità, forse nemmeno questa chance.

    Quante possibilità c'erano di evitare uno scontro di quella portata? E Arthur avrebbe combattuto? Contro chi? Isabel rischiava di rimanere vedova e il loro figlio orfano di padre.
    Dovevano trovare una soluzione e il tempo scorreva.

    Lord Karstark, posso parlare con mio marito? Potete darci la possibilità di confrontarci e cercare di risolvere questo problema?

    Avrebbe atteso la risposta di Red, poi avrebbe pregato gli Dèi di riuscire nel suo folle piano.

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    Avete sentito Lord Karstark, Lord Buckwell rimane sotto nostra custodia, specialmente dato che non sembra che sia in vostro potere fare molto.
    Ora andate in pace, tornate solo se avrete assicurato un accordo con qualcuno in grado di stringerne.
    Se Lady Snow desiderasse tornare a Nord è la che siamo diretti... Tuttavia non assicuro un viaggio particolarmente comodo.


    Isabel guardò prima Arthur, poi Lord Karstark ed infine si rivolse a Sir Cerwyn.

    Credo che l'ultima parola vada lasciata a Lord Karstark. Se vuole mandarci via senza pensare alle conseguenze che questa decisione porterà sui suoi soldati, allora noi lasceremo la vostra colonna e torneremo indietro disse.

    Guardò Red negli occhi e di avvicinò a lui visibilmente preoccupata.

    Mio Signore, vi prego di ragionare sulle parole dette da mio marito. Nessuno qui vuole combattere una guerra e perdere delle vite, già in troppi sono morti.
    Se avete a cuore la vita dei vostri uomini, dovrete cambiare strategia. C'è l'esercito Reale alle vostre calcagna, non Sir Buckwell con quattro soldatini.


    Fece ancora un passo avanti.

    In nome all'amicizia che ci lega e a quella che vi legava a mia cugina, alla vicinanza delle nostre casate, vi prego, vi scongiuro, pensate a quanto vantaggio potrebbe darvi il rilascio del Primo Cavaliere. Darebbe a noi una chance di poter discutere della vostra buona fede con Sir Waters e a voi del tempo per allontanarvi da qui.

    Si rivolse a Sir Cerwyn:

    Se il Mio Signore Lord Karstark vorrà cacciarci, è libero di farlo, adesso.

    Ho fatto di testa mia. Magari la perdo eh.
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    Benvenuta!
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    Era giunto il momento di legarsi al suo amato davanti agli Dèi e la terra sotto ai suoi piedi sembrò sparire. Una sola parola la separava da quella unione e per un attimo le sembrò di esser sorda. Non riusciva ad udire nessuna voce, nessun suono attorno a lei, solo il battito del suo cuore e il respiro di Arthur.
    Guardò l'uomo davanti a sé a cui stava stringendo le mani e si immaginò di poter entrare nella sua anima e legare anch'essa a lei, per tutta la vita e oltre, nel riposo eterno.
    Quindi sbatté le palpebre e tornò in possesso dei suoi sensi e si rivolse al cerimoniere, mentre nella sua mente riecheggiavano le sue parole.

    Lady Isabel Snow

    Figlia di Lady Maege Mormont

    Fanciulla del Nord

    Si rispose semplicemente.

    Piegò le ginocchia fino a toccare a terra e chiuse gli occhi, poiché le sembrava di poter connettersi in maniera più profonda con i suoi Dèi.

    È solo la preghiera di una sciocca ragazza, ma vi prego di proteggere me, il mio sposo, il nostro bambino e quelli che verranno in futuro, affinché possiamo vivere una vita serena e pacifica, lontana dagli orrori che hanno varcato la soglia delle nostre vite. Vi prego di poter ascoltare la vostra fedele servitrice.
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    Isabel seguì Arthur in silenzio, mentre esploravano la strada e cercavano di raggiungere la carovana di Lord Karstark. Era stanca, ma non aveva il coraggio di chiedere una sosta a suo marito. L'importanza della loro missione sopprimeva qualsiasi desiderio di riposo della giovane sposa, quindi cercò di nascondere il fastidio che provava nel rimanere a cavallo così a lungo.
    Arthur scese da cavallo al limitare di un bosco e prese le briglie della cavalcatura di Isabel per evitarle una camminata poco piacevole in mezzo alla natura selvaggia.
    Quando il marito arrestò il passo, le fece cenno di scendere e finalmente poté toccare terra e sgranchirsi le gambe.
    "Finalmente" pensò.
    Arthur le diede istruzioni per evitare situazioni di ulteriore pericolo e lei non poteva che essere d'accordo con lui. Stavano andando incontro ad un esercito armati di una sola spada e per nulla sicuri di ciò che avrebbero trovato al loro arrivo.
    Lord Karstark li avrebbe ascoltati? La speranza era che l'avesse fatto, senza minacciarli di morte o altro. Comunque era convinta del fatto che non avrebbe mai ammazzato una donna incinta.
    Strinse la mano del suo amato e lo seguì, chiudendo gli occhi per alcuni metri, intimorita da quello che avrebbe potuto vedere.
    La stretta salda di Arthur le dava forza e infondeva in lei un po' di coraggio, ma non poteva mentire: era terrorizzata.
    "Forse era meglio rimanere ad Approdo insieme a Eldridge" pensò, prima di riaprire gli occhi e trovarsi davanti all'esercito del Nord.

    Arthur...sei sicuro di ciò che stai facendo? chiese al marito.

    D'improvviso le parve che il loro piano non era altro che una missione suicida.
    "Se troviamo il Primo Cavaliere, lo ammazzo" pensò.
    L'attesa di essere ricevuto da Red Karstark le sembrò infinita, quasi come se stessero effettivamente pensando se fosse giusto chiamare il loro Lord, o se fosse meglio trucidarli entrambi nell'immediato.
    Eppure, che pericolo potevano essere i due sposini per tutti quei soldati? Per il capo di casa Karstark, Arthur poteva essere la chiave per il perdono reale. Sperava che lo pensasse anche lui.

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    Isabel aveva il cuore che le impazziva nel petto, mentre si recava al cospetto di Sor Ygon e all'Albero Diga. Vedere il volto di Eldridge così consumato dalla tristezza, la riportò un momento a ciò che era accaduto il giorno prima. Perché anche in quel luogo così sacro e in quel giorno così gioioso, la sua mente riusciva solo a pensare alla morte? Sarebbe mai passato? Sarebbe sempre rimasta uno spettro celato dietro le mura del castello che le aveva portato via la sua amata cugina? Isi non sapeva dare risposta ai suoi pensieri, ma tentò di sorridere guardando il suo amico.
    Poi vide Arthur e il suo umore si colorò nuovamente della bellezza dell'amore e la sua mente tacque.

    Grazie Eldridge disse, appoggiando la mano sul suo braccio.

    Non seppe spiegarselo, ma mentre si incamminavano verso l'Albero Diga, ad Isabel parve, per un breve momento, di vedere Daeva sorridere, in piedi, ai lati della navata. Si voltò quindi e il suo cuore perse un battito, ma non c'era nessuno attorno a loro, solo l'erba fresca mossa dal vento.
    Strinse un po' di più il braccio di Eldridge come se volesse appoggiarsi a lui, poiché la morte cominciava ad essere pesante per una fanciulla così delicata.
    Le bastò nuovamente rivolgere lo sguardo verso il suo sposo, per provare un leggero tepore e respingere il gelo del dolore.
    Prima di raggiungere l'Albero, Sir Ygon si avvicinò loro e spiegò brevemente cosa avrebbero dovuto fare e dire durante la cerimonia.
    Alla fine della spiegazione, Isabel guardò Arthur e sussurrò:

    Ci siamo, amore mio

    L'aspetto dell'Albero non era per niente gradevole. Chi l'avrebbe mai detto che la figlia di Maege Mormont si sarebbe sposata all'indomani della caduta del suo capo casata e davanti ad un Albero vandalizzato? Eppure era lì, praticamente da sola, senza nessuno della sua famiglia ad accogliere con gioia il suo matrimonio. Ma per lei non era importante essere guardata e applaudita, lei voleva legare la sua vita ad Arthur ed era l'unica cosa che contava.

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    CITAZIONE (Joanni De Neri @ 12/4/2023, 17:35) 
    CITAZIONE (Freene @ 12/4/2023, 15:41) 
    Ti ringraziamo ma ovviamente non possiamo ammettere in staff che ci ha definiti una lenta agonia su gdr.online ahahaha sarebbe quantomeno conflitto di interessi!

    Non direi, visto che vi si offre aiuto proprio per cercare di risolvere una situazione di lenta agonia. O purtroppo continuerà ad esserlo.
    Spero che incontriate altri aiuti e velocizziate il role, visto che ogni nuovo che arriva si lamenta dello stesso e dopo poco termina non giocando; ma magari dopo tutto a voi sta bene così.
    Come detto, in bocca al lupo.

    Che sia una situazione di lenta agonia lo pensi solo tu e qualche nuovo (LOL), noi utenti anziani non lo pensiamo affatto.
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    Ser Rowan era stato chiaro: Red Karstark aveva fatto la mossa sbagliata. Isabel se ne dispiacque, poiché in passato aveva teso la sua mano per aiutarla...e non solo. Ora però c'era in ballo molto di più che una manciata di soldati per i Guardiani, ora era lei che doveva rendere la mano verso di lui e aiutarlo come poteva.
    Non era un uomo malvagio, ne era certa.
    Fece un cenno con il capo quando Rowan le porse i saluti e cominciò a pensare alle sue parole: seguire l'esercito o tentare con la diplomazia?
    Il suo viso si fece più preoccupato quando il marito iniziò a rimuginare ad alta voce sulle possibilità che avevano e quando lo sentì turbato dalle sue delicate condizioni, gli si avvicinò.

    Arthur... sussurrò, appoggiando le mani sul suo viso Lord Karstark è un uomo impulsivo, ma sono sicura che si possa trovare un accordo per rimettere le cose a posto finì.

    Appoggiò il capo sul suo petto e posò le dita sulle sue spalle.

    Dobbiamo tentare la strada più diplomatica, amore mio disse.

    Alzò il viso e si fece seria.

    Red Karstark non reagirebbe bene all'arrivo di un esercito. Darà invece ascolto ad un'amica fece.

    Spostò una ciocca dei capelli del marito dietro un suo orecchio e sorrise.

    Quando mi chiedi se posso farcela, ti ricordi che nelle mie vene scorre sangue Mormont? chiese in modo ironico.

    Non sapeva combattere, era più che vero, ma la sua forza derivava dalla volontà. Avrebbe fatto di tutto per vedere di nuovo la serenità negli occhi di Arthur e se questo significava seguirlo fino in capo al mondo, lo avrebbe fatto senza esitare.

    Andiamo a cercare Lord Karstark disse infine Ma prima devo pensare al mio corpo!

    Prese a camminare finché non trovò un posto nascosto tra gli arbusti e finalmente poté sentirsi più libera. Quella gravidanza era appena iniziata e già le creava disturbo, chissà come sarebbe andata più avanti.

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    Benvenuta!!
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    Benvenuto! Ci incontreremo alla Barriera tra non molto! Se Isabel rimane viva.
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    Ognuno nella propria stanza per prepararsi alle nozze. Non le aveva immaginate mai in quella maniera, con quella fretta e senza sua cugina ad aiutarla a vestirsi.
    Non avrebbe incontrato i suoi occhi nella folla di invitati, ne quelli di sua madre. Sarebbero stati presenti in tre, nessun altro.
    Si specchiò e ciò che vide riflesso nello specchio quasi non le piacque.
    Nessuno si sposa di nero, eppure lasciar cadere a terra quell'abito di lutto non fu affatto semplice per lei. Si sentiva come se si volesse spogliare della morte e lo trovava un gesto quasi sacrilego.
    Eppure cercò di pensare solo al fatto che di li a poco sarebbe stata sposata al suo Arthur e di certo non poteva presentarsi triste e amareggiata.
    Provava una sensazione strana, una gioia mista a dolore che non riusciva a spiegare, senza contare che aveva la nausea e le girava la testa.

    Spero siano i sintomi di una gravidanza disse, mentre si portava una mano davanti alla bocca.

    Si sciacquò il viso e sciolse i capelli, spazzolandoli finchè non li sentì morbidi tra le dita, poi tentò di guardarsi di nuovo allo specchio e riuscì a scorgere un bagliore di felicità nei suoi occhi.
    L'abito verde, semplice le cadeva a pennello e il mantello un po' più scuro le copriva bene le spalle. Quel colore aveva la capacità di far risaltare ancora di più il rame dei suoi lunghi capelli e le iridi del colore delle foglie.
    Fece un profondo respiro, poi si sedette alla scrivania, prese piuma, calamaio e pergamena e cominciò a scrivere:

    A Sir Ygon Snow

    Mi chiamo Isabel Snow, sono la figlia di Lady Maege Mormont e vi mando questo messaggio affinchè possiate essermi di aiuto.
    Vi chiedo un favore enorme, ma spero che mi accontenterete. Io e Arthur Waters avremmo voglia e necessità di sposarci e vorremmo farlo immediatamente.
    So che può sembrare assurdo, ma il tempo non ci è amico ed è l'unica possibilità che abbiamo.
    Spero che ci concediate la vostra presenza davanti all'Albero Cuore, noi vi aspetteremo li e ve ne saremo eternamente grati.

    Isabel Snow.



    Chiuse la lettera e incaricò una servitrice di trovare velocemente Sir Ygon e di consegnargli il messaggio, dopodiché si diresse nel giardino dove si trovava l'Albero Cuore, ancora mostruosamente rovinato dalle mani dei fanatici.
    Era strano: si sarebbe sposata proprio nel punto esatto in cui aveva preso coscienza il giorno prima che sua cugina e James erano spariti nel nulla.

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    10 Gennaio

    Madre, non so come iniziare a scrivere questa lettera.
    Le parole che userò saranno molto dolorose per tutta la nostra casata, ma non posso non informarvi di ciò che è accaduto a poca distanza dal Trono di Spade.
    La nostra amata Daeva, la guida della nostra casata, la mia amatissima cugina è stata uccisa da dei pazzi fanatici.
    Madre, è stata fatta a pezzi davanti a suo marito James e io non ho potuto fare nulla per evitarlo. Li ho cercati in lungo e in largo, ma quando li ho trovati era già troppo tardi. James è sopravvissuto, ma è un'anima in pena e io temo per la sua vita.
    Lascerò questa terra maledetta appena ne avrò l'occasione, ma dovete promettermi che cercherete di mantenere viva la memoria di Daeva e di tenere Sadie al sicuro. Tornerò a casa e la crescerò io stessa, glielo devo alla sua sfortunata madre.
    Speravo di darvi buone notizie, ma per adesso non ne ho.
    Con la speranza di potervi riabbracciare presto.
    Vostra figlia, Isabel.

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