Vidya Bolton

Quella di Vidya è una bellezza oscura e melanconica.

La sua figura, alta e sottile, emerge dalla fredda penombra di Forte Terrore e sembra accentrare, nel suo incarnato eburneo, il fioco chiarore delle fiaccole ma, nonostante la magrezza e il diafano pallore, non sembra piegata al male che l'affligge da tempo e conserva, nel portamento composto ed aristocratico, la fierezza tipica del suo rango.

Capelli neri come vetro di drago, solitamente acconciati in una semplice treccia a cascata, le incorniciano il volto affilato, caratterizzato da un mento leggermente asimmetrico e da marcate sopracciglia, sotto le quali spiccano penetranti occhi verde adamantino. Il naso regolare disegna un profilo dalla delicata curvatura all'insù e un piccolo neo sulla sinistra, poco sopra le labbra piene e definite, impreziosisce la bocca donandole un tocco di raffinata sensualità.

E' solita indossare un manto nero bordato da un ricamo rosa antico che richiama lo stemma del casato, sotto il quale si possono intravedere lunghe vesti dall'elegante rigore geometrico delle quali, per il suo leggero incedere, non si ode neanche il fruscio.

L'uso della violenza come strumento di potere e la filosofia del "bisogna essere temuti per essere rispettati" vengono instillati in ogni membro della famiglia Bolton fin dalla più tenera età e Vidya non è stata un'eccezione.

Nessuno si sorprende, quindi, nel vederla assistere alle torture. Più che altro, quello che fa sorgere delle domande, è il modo in cui i suoi occhi verdi si fissano in quelli dello sventurato di turno, come se non volesse perdere neanche una sfumatura della sua sofferenza. Quello di Vidya, però, non è puro sadismo. Non prova pietà per quelle persone ma neanche prova alcun piacere nel vedere il loro strazio. Si tratta piuttosto di un interesse "scientifico" legato agli esperimenti che porta avanti nella sua ossessiva ricerca di una cura.

Schiva e introversa, non ama i luoghi affollati e stare al centro dell'attenzione. Quando non trascorre le sue giornate chiusa nelle sue stanze, con come unica compagnia un giovane esemplare di carpodaco purpureo (che ha salvato e accudito dopo averlo trovato ferito nella neve e col quale si identifica perchè, come lei, menomato e costretto in gabbia), la si può vedere passeggiare lungo le rive dell'Acqua Piangente alla ricerca di erbe oppure scorgere mentre vaga lungo il dedalo di corridoi che costituiscono le viscere della roccaforte.

Raramente proferisce parola se non interpellata ma il suo silenzio non va scambiato per ignoranza o stupidità. Cresciuta in un ambiente costrittivo e limitante, e da sempre dipendente dal benestare altrui, ha dovuto necessariamente imparare a dosare le parole ed usare il suo essere invisibile a suo vantaggio, affinando il suo spirito d'osservazione e capacità di persuasione.

La rigida postura e l'abitudine di tenere le mani strette in grembo rivelano una tensione latente, in contrasto con l'apparente imperturbabilità che di primo acchitto sembra appartenerle. Tensione che trova origine nella sua condizione e che, quando liberata, sfocia in un'ira fredda e inesorabile che la rende, agli occhi di coloro che sono a conoscenza di questo suo lato, degna della temibile nomea della sua stirpe. Istinti oscuri che cerca di dominare perchè non vuole correre il rischio di eccedere e sconfinare nella follia come accaduto ad altri suoi consanguinei.

Nonostante la cordialità che le riserva in pubblico, nutre da sempre per la cognata una profonda - e irrazionale - ostilità. E vede, negli sfortunati destini delle nipoti, la conferma del suo considerarla una debole ed inadeguata alla grandezza del casato.

A turbare la sua serenità, oltre alla malattia, c'è anche il pensiero di diventare per il fratello un peso di cui liberarsi ed essere costretta ad unirsi alle Sorelle del Silenzio... o peggio. Sa che il tempo non è dalla sua parte, ed è consapevole dei sussurri che accompagnano il suo passaggio, ma si aggrappa alla speranza di poter trovare un modo per dare il suo contributo alla famiglia.

Vidya nasce il 21 dicembre del 265AA, allo scadere del secondo anno di primavera sotto il regno di Aerys II e, rimasta orfana di entrambi i genitori in tenera età, cresce sotto l'egida di suo fratello maggiore Roose.

All'interno delle impenetrabili mura del Forte, lontana dai burrascosi eventi che sconvolgono il continente, la piccola Bolton trascorre un'infanzia tranquilla, le sue giornate incentrate ad apprendere e ad affinare tutte le conoscenze necessarie per diventare una vera Lady. Ma, alle noiose lezioni di ricamo e aritmetica, preferisce di gran lunga i momenti in cui può immergersi nella lettura o ascoltare le leggende narrate dagli anziani del castello, affascinata dagli echi di ere e civiltà ormai dimenticate e dai loro misteri.

Le piace credere nell'esistenza dei Draghi di Ghiaccio che vagano per il Mare dei Brividi, nel potere esoterico delle rune incise sulle bronzee armature dei Royce, nella capacità delle candele di vetro di poter influenzare i sogni e che i petali del Respiro di Drago siano davvero di un rosso vivo e ardente come vere fiamme. Un modo, quello di rifugiarsi nei libri e fantasticare, per dare colore al grigiore della sua quotidianità.

All'età di quattordici anni hanno inizio gli attacchi di cefalea e la sua vita viene stravolta. Un dolore improvviso, che colpisce solitamente di notte, concentrato in ondate di almeno un quarto d'ora e così intenso e brutale da essere paragonato dalla giovane ad una lancia arroventata che le viene conficcata in un occhio e poi ruotata lentamente.

In un primo momento, complice la lunga pausa tra il primo episodio e i successivi, nessuno la prende sul serio pensando ad un'esagerazione per un mal di testa un po' più forte del solito o ad un suo voler attirare l'attenzione. Tuttavia, in seguito alla comparsa di sintomi fisici visibili e al suo cercare sollievo anche con metodi estremi, devono ricredersi.

A nulla servono i tentativi di trovare una cura e, con l'intensificarsi delle crisi, per non turbare la tranquillità degli altri membri della famiglia ed eventuali ospiti, viene deciso di far trasferire la ragazza in un'ala più isolata del castello. Decisione che va ad aumentare il suo crescente senso di alienazione e isolamento. Non è difatti mai riuscita ad accettare Bethany come nuova Lady Bolton, né ad instaurare un rapporto profondo con i nipoti nonostante siano quasi coetanei.

Quando, tempo dopo, approfittando dell'assenza del Lord impegnato nella Battaglia del Tridente, un sedicente guaritore si presenta alle porte del Forte portando con sé i miracolosi segreti dell'Est, l'ormai diciassettenne Vidya si affida a lui, aggrappandosi alla speranza di poter trovare, tra i suoi rimedi non convenzionali, la salvezza dal suo calvario.

Yzner, questo il suo nome, elabora uno speciale unguento ma, il presunto rimedio, non solo non allevia in alcun modo le fitte ma causa alla giovane una severa infezione all'occhio che quasi la rende orba. Delusa e mortificata per essersi fatta raggirare, scatena tutta la sua ira contro l'uomo pretendendo che il ciarlatano, prima di essere lasciato alle affilate lame Bolton, provi -letteralmente- lo strazio da cui aveva promesso di liberarla.

L'episodio è un momento di svolta per Vidya che scopre il lato più spietato di sé e trova, in questo ennesimo fallimento, lo sprone ad agire. Rifiuta infatti di rassegnarsi a convivere con la malattia e, stufa di inefficaci palliativi e di preghiere rivolte ai ciechi volti degli Dei, si dedica totalmente allo studio della sua condizione. Dal cercare di scoprirne i fattori scatenanti annotando ogni dettaglio delle sue giornate, all'usare i prigioneri destinati alle torture come cavie somministrando loro misture da lei create, fino a cercare le risposte nella comprensione della 'meccanica' del corpo umano.

Con il passare del tempo, complici le vicissitudini familiari e il suo rifuggire l'attenzione, Vidya diventa un pensiero sfuggente per gran parte degli abitanti del Forte, nulla più di un'ombra che si muove tra le ombre. Da questa oscurità, però, poche cose le sfuggono.

Il 285AA è un anno infausto per la Casata dell’Uomo Scuoiato che vede perire tutta la discendenza di Lord Bolton: Eliphas non sopravvive all'assedio di Delta delle Acque; Shaelyne - ormai folle e fuori controllo - trova la morte per mano di Osmund Hornwood, a seguito della taglia emessa da suo padre. Odilia muore dando alla luce un figlio illegittimo, Harvey, tacendo ostinatamente alla famiglia l'identità del padre del bambino, rendendo cosí complicato fare luce su questo e su altri punti oscuri della vicenda. Spacciando l'infante come suo erede, Roose, si presta ad un gioco estremamente pericoloso, che se scoperto, puó comportarne la caduta in rovina. Decisione che Vidya vede come un azzardo e non comprende del tutto, ma alla quale non si oppone.


Quando, una mattina sul finire di dicembre, viene convocata nelle stanze di Roose, in uno scambio di considerazioni tese a studiare il reciproco punto di vista, i due fratelli si trovano a fare una disamina, in generale, sull'assetto socio-politico attuale - che vede un nuovo Lord a Grande Inverno e il fiorire di nuove alleanze che vanno a sconvolgere gli equilibri dell’intero regno, rischiando di tagliare fuori i Bolton dal gotha di Westeros- e, in particolare, riguardo la spinosa questione della propria discendenza, che sembra essere oggetto di speculazioni. Vidya è consapevole che ora, vista la situazione, tutte le aspettative ricadono su di lei, non sarà però tramite nuove alleanze strette con accordi matrimoniali che intende dare il suo contributo. Dando fondo a tutto il suo coraggio, si propone dunque come portavoce alla Corte degli Stark, là, dove poter controbattere e disinnescare certe insinuazioni, dando la propria versione sull' insidiosa questione Harvey.

La comunanza di vedute e la decisione dimostrata dalla giovane Lady la conducono, col benestare del fratello, nella Tana del lupo, con lo scopo, tra le altre cose, di guadagnare la fiducia degli antichi rivali. Dovrà, però, fare affidamento sulle sue sole forze, alcun appoggio esterno potrà raggiungerla.


Convinta di varcare le porte del Forte con meno ritrosia, il 29 dicembre 285AA, Vidya, al momento della repentina partenza si scopre, invece, timorosa sia di compiere quel salto nel vuoto, che di deludere la aspettative del fratello. Dopo una sosta nelle cripte, per un momento di raccoglimento e conforto sulla tomba dei suoi genitori, giunge alla carrozza accompagnata da una cameriera e dal suo Jiàn. Come immaginava, non vi è traccia di Roose. Una volta a bordo, però, con sua sorpresa, trova un dono da parte del fratello. Un libro per farle compagnia. Caricati gli ultimi bagagli, compresi i rimedi preparati dal caro Maestro Tybald, lascia per la prima volta Forte Terrore.


Dopo 12 giorni di viaggio, il 10 gennaio 286AA, giunge a Grande Inverno. Alla giovane Lady non sfugge il fatto che ad accogliere - per altro freddamente - un membro facente parte di una delle famiglie Vassalle piú antiche e potenti del Nord, sia un semplice Maestro. Una sbavatura dell’Etichetta di cui prende nota ma a cui non dà peso. Arrivati al possente portale della fortezza, scopre di non essere la sola ospite attesa, viene infatti annunciato l'arrivo di una carrozza battente le insegne dell'Aquila Argentea con a bordo Lady Josephine Mallister. Poco dopo il gruppo viene raggiunto da Lady Elysa Flint-Stark, madre del protettore del Nord che dopo le dovute presentazioni, li guida all'interno del castello dove celebrano il sacro rituale del Pane e del Sale. Ben presto un semplice thè diviene occasione di dibattito su grandi temi quali: l'esito dell'ultima guerra, sulla pace e concetto di stabilità, sull’eresia di Illyria Targaryen e, per finire, sul futuro della regione.


Ignorando le voci e illazioni che iniziano a circolare su di lei in quanto Bolton e, in parte, a causa delle sue atipiche abitudini, Vidya cerca di partecipare alla vita mondana del castello nei limiti delle sue condizioni di salute, e quanto basta per onorare l'ospitalità degli Stark. Spesso, per trovare un po' di serenità e riparo dai pensieri che le affollano la mente, trova giovamento nel sostare nel Parco Degli Dei e nella fornita Biblioteca del Castello.

Una settimana dopo il suo arrivo a Grande Inverno, vista la clemenza del tempo, si decide di organizzare una battuta di caccia come occasione di svago per le giovani ospiti e la corte tutta. Vidya condivide lo stesso convoglio con Lady Josephine, con la quale raramente ha avuto occasione di interagire oltre ai soliti convenevoli. Complice un piccolo guasto, si ritrova da sola per qualche minuto con la Mallister. Mentre le medica la ferita che si è procurata con un ago, a causa del brusco movimento della carrozza, Vidya, ha modo di confrontarsi con l’altra nobildonna e intrattenere un vero dialogo, scevro di ogni affettazione e spontaneo. Restando entro un sottile confine, affrontano discorsi sentiti e insidiosi, calibrando ogni parola. In questo scambio di vedute trovano, l'una nell'altra, un tacito sostegno nell'alleviare il peso di responsabilità e pressioni troppo grandi da gestire. Questo momento di condivisione viene improvvisamente interrotto, lasciando Vidya con più domande che risposte sulla Mallister.


Consapevole di dover agire per ottenere al più presto delle informazioni, nel tentativo di stabilire un contatto con il Maestro Luwin, la giovane Bolton decide di fare un azzardo compromettendo alcuni preparati della sua scorta di medicamenti. Recatasi nello studio del vecchio, questo si dimostra molto disponibile, mettendosi subito all'opera e, dopo aver posto domande sulla sua malattia, alle quali Vidya, conscia di non avere alternative, risponde con ritrosia, le propone di attivarsi anch'egli nella ricerca di una possibile cura, chiedendo il consenso di poter contattare - con riserbo - la Cittadella per ulteriori consulti. Nel momento in cui la giovane Bolton decide di menzionare la nipote, per vedere dove questo riferimento puó portare la conversazione, intuisce dalla risposta del Maestro che l'uomo è a conoscenza della reale natura del malessere di Odilia e che lo scenario che più paventavano si è concretizzato: gli Stark sanno.


In seguito ai tumulti nei territori di confine assegnati ai Mallister, tra i seguaci dei Sette e quelli degli Antichi Dei, sfociati in sommosse e profanazioni, Vidya viene coinvolta nella missione diplomatica atta a pacificare gli animi, quale rappresentante dei Primi Uomini…